Guardare oltre la staccionata, correre verso il sole…

Guardare oltre la staccionata, correre verso il sole…

Questo SJ è fatto di piccoli tasselli. Sembrano tutti disgiunti, ma vedrete che alla fine scoprirete che la strada è più lineare di quello che sembra a prima vista, ed è l’occasione che consente di confermare che quindi il viaggio non è solo un passaggio da un luogo all’altro, ma vale molto di più: quello che conta, spesso, è il momento del viaggio, non quello dell’arrivo.

Occhi che non vedono… La tecnologia delle telecomunicazioni, sempre più veloci ed efficienti, dovrebbe consentire la documentazione sempre più facile, precisa e profonda di qualsiasi evento, da tutte le parti del mondo. Almeno in teoria. Nella realtà dei fatti, ci sono settori che non trovano più la possibilità di narrare: gli eventi di guerra sono un esempio: il mestiere del fotografo di guerra è quasi scomparso, ne parla un blog di quelli che seguo costantemente. I  motivi di questo “accecamento” sono diversi, tra quelli che ci segnala il blog ce ne sono alcuni discussi da tanto tempo nell’ambiente (la mancanza di soldi per “mandare” fotografi, la scomparsa della maggior parte delle riviste che davano spazio all’immagine, la perdita di importanza e di forza contrattuale delle agenzie), ma anche tematiche più nuove, come una diversa politica di comunicazione imposta dai governi che dopo gli errori del passato (specialmente gli Americani) hanno deciso di controllare con grande puntiglio quello che effettivamente può essere mostrato sui media, oppure l’evoluzione dei sistemi di “alert” e di comunicazione gestiti localmente dalla rete che si sostituiscono alla raccolta delle informazioni sul campo: durante gli scontri avvenuti in Iran durante le ultime elezioni, l’informazione “vera” è arrivata (ed è stata fatta girare, come se fossero notizie dell’Ansa) principalmente da Twitter. Ma ci sono alcune eccezioni meritevoli, leggete questa intervista alla giovanissima Newsha Tavakolian pubblicata dal NYTimes.

La fotocamera del futuro: Saltando di palo in frasca, mi capita spesso di dire che le aziende del settore fotografico professionale hanno perso forse definitivamente la possibilità di realizzare una moderna fotocamera, innovativa e che possa rispondere alle esigenze di un utente sofisticato, dal punto di vista della tecnica, o della creatività. Tutti si sono spinti verso la “qualità dei pixel” ma non hanno fatto passi in avanti sulla concettualità, sulla progettualità, sono sostanzialmente identiche a quelle del passato, dal punto di vista strutturale, hanno sostituito la pellicola con un sensore… e via. In certi casi va benissimo, in altri sarebbe stato bello vedere qualche idea nuova. Beh, un’idea nuova l’abbiamo vista qualche giorno fa, durante la presentazione del nuovo iPhone 3GS, che dispone di una fotocamera (anche videocamera) di nuova generazione. Ma non sono i 3 milioni di pixel rispetto ai 2 milioni di prima che appassionano, ovviamente. E nemmeno la qualità assoluta (una compattina fa foto molto migliori di qualsiasi cellulare, anche di un iPhone ovviamente). La cosa che troviamo affascinante però è il sistema (visto per ora in teoria, ma speriamo presto anche di poterlo toccare con mano nella pratica) che prevede l’interazione sullo schermo touch screen per indicare quale parte dell’immagine far mettere a fuoco dall’obiettivo: si clicca e il sistema capisce che deve mettere a fuoco quel punto! Una soluzione simile si trovava in un softwarino che era in grado di simulare gli effetti del basculaggio (sfuocatura dei piani), ma farlo in fase di ripresa deve essere entusiasmante. Pensate – ipoteticamente – ad una fotocamera medio o grande formato dove l’utente opera direttamente su uno schermo touch screen modificando con il tatto nitidezza, sfuocatura, e magari anche decentramento e basculaggio? Perché nessuno ci ha pensato ancora? A volte, la tradizione gioca brutti scherzi, e ci si fa superare da un mondo che vive l’innovazione per quello che è (leggi: idee nuove) e non come percorso ad ostacoli che deve sottostare a regole già esistenti.

Il 60% degli autori spende più di quello che guadagna dalla SIAE. Ho letto un articolo di AltroConsumo, (da questo link si può scaricare il PDF) e poi sono andato a caccia di ulteriori dettagli in giro: sembra davvero che la maggior parte degli autori iscritti alla SIAE nemmeno riescono a recuperare – con i “guadagni” – i costi dell’iscrizione. Un po’ come i nostri conti in banca, no? Questo fa capire che dobbiamo cambiare strada, e smettere di vedere le alternative come soluzioni per “sfigati”, per giovani che non hanno molto da perdere. Le alternative si chiamano prima di tutto CreativeCommons, che quelli di AltroConsumo (bravi… in questa occasione davvero meritevoli) addirittura hanno messo in bocca al presidente della SIAE, che ha ammesso che in effetti si tratta di una soluzione interessante, da guardare con grande attenzione. Ma non basta: dobbiamo entrare in concetti ancora più nuovi, che ampliano la visione e aprono nuovi orizzonti: tra un mese, finalmente, uscirà il tanto discusso libro di Chris Anderson (dal titolo “Free”), di cui abbiamo parlato anche noi, tanto tempo fa, ma che solo ora diventa finalmente un testo definitivo. Se qualcuno legge fluentemente l’inglese, può direttamente ordinarlo (dal 7 luglio sarà disponibile), altrimenti ci sarà da aspettare un po’ per l’edizione italiana. Io sto invece, nell’attesa, leggendo Dilettanti.com, di Keen Andrew, libro di un paio di anni fa, solo ora disponibile in Italiano, che parla del fenomeno del dilettantismo che sta invadendo (anzi… ha invaso) il mondo dei media: i blog che si sostituiscono ai testi giornalistici, YouTube che si sostituisce alle emittenti televisive, Flickr che si sostituisce alle agenzie di immagini.

Il sottotitolo di questo libro ben esprime il concetto: “Come la rivoluzione del Web 2.0 sta uccidendo la nostra cultura e distruggendo la nostra economia” e aggiunge un tassello a questo nostro Sunday Jumper, che – un po’ come promesso – da qualche parte sta arrivando, per dare un senso conclusivo. L’innovazione è un viaggio che dobbiamo comprendere, anche quando attorno a noi sembra che in pochi riescano a capirlo. Dai limiti degli altri, dobbiamo sviluppare la nostra forza. Dove ci sono editori e media “ciechi” si aprono possibilità di creare nuove idee, dove il nostro ruolo è più importante e vincente. Dove tutto sembra attorno a noi fermo, dal punto di vista della tecnologia dobbiamo scovare – senza remore e senza snobbismo – nuove strade per sviluppare la nostra creatività. Io sto solo sognando di poter mettere a fuoco su uno schermo touch screen… e voi? L’altro giorno tutti (me compreso) osservavamo un grande e famoso fotografo scattare con un cellulare impostato sul bianco e nero, creando piccoli gioielli di immagini povere di pixel, ma ricche di pathos. Dai concetti antiquati dei diritti d’autore che si alimentano di paroloni, ma non di fatti, avere il coraggio di saltare la staccionata, e andare verso dei campi dove ci sono i fiori e dove brilla il sole.

Bisogna avere coraggio, bisogna avere forza, bisogna essere riposati. Per questo, ora… vado a dormire. Da domani bisogna ripartire, con la testa pronta ad affrontare il mondo che cambia, e che corre più di noi.



Comments (6)
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  • Patrizia Piccini
    Giu 22nd, 2009
    Patrizia Piccini says:

    Folgorante come sempre, utilissimo. Seguo il SJ da tanto tempo e solo oggi mi decido… (correndo verso il sole) esco dall’ombra e guardando oltre la staccionata finalmente ti dico: «grazie Luca!» ;-)

  • Patrizia Piccini
    Giu 22nd, 2009
    Patrizia Piccini says:

    Folgorante come sempre, utilissimo. Seguo il SJ da tanto tempo e solo oggi mi decido… (correndo verso il sole) esco dall’ombra e guardando oltre la staccionata finalmente ti dico: «grazie Luca!» ;-)

  • Giorgio Brioschi
    Giu 22nd, 2009
    Giorgio Brioschi says:

    Tutte le attrezzature computer e fotocamere comprese sono solo degli “strumenti” come la penna per il poeta, lo scrittore, il pennello o la matita per il pittore, non tutti però diventano degli artisti perché non è lo strumento che qualifica o rende tale l’artista o in questo caso il fotografo. Mi sembra poi che ci sia una contraddizione tra “Tutti si sono spinti verso la “qualità dei pixel” ma non hanno fatto passi in avanti sulla concettualità, sulla progettualità, sono sostanzialmente identiche a quelle del passato, dal punto di vista strutturale, hanno sostituito la pellicola con un sensore… e via..” e “osservavamo un grande e famoso fotografo scattare con un cellulare impostato sul bianco e nero, creando piccoli gioielli di immagini povere di pixel, ma ricche di pathos”. È l’utilizzo dello strumento che rende un uomo un artista oppure no, non è il “pennello” che fa di un imbianchino un PITTORE.

    Cordiali saluti Brioschi

  • Giorgio Brioschi
    Giu 22nd, 2009
    Giorgio Brioschi says:

    Tutte le attrezzature computer e fotocamere comprese sono solo degli “strumenti” come la penna per il poeta, lo scrittore, il pennello o la matita per il pittore, non tutti però diventano degli artisti perché non è lo strumento che qualifica o rende tale l’artista o in questo caso il fotografo. Mi sembra poi che ci sia una contraddizione tra “Tutti si sono spinti verso la “qualità dei pixel” ma non hanno fatto passi in avanti sulla concettualità, sulla progettualità, sono sostanzialmente identiche a quelle del passato, dal punto di vista strutturale, hanno sostituito la pellicola con un sensore… e via..” e “osservavamo un grande e famoso fotografo scattare con un cellulare impostato sul bianco e nero, creando piccoli gioielli di immagini povere di pixel, ma ricche di pathos”. È l’utilizzo dello strumento che rende un uomo un artista oppure no, non è il “pennello” che fa di un imbianchino un PITTORE.

    Cordiali saluti Brioschi

  • Luca Pianigiani
    Giu 22nd, 2009
    Luca Pianigiani says:

    Giorgio: non ti pare che è quello che ho detto? forse non ci siamo capiti… ma il senso era quello. Ovvio che quando si parla di tecnica si parla di tecnica, ed è interessante approfondirla, visto che siamo tra esperti. Ma non abbiamo fatto altro che percorrere pensieri, finalizzati alla stessa filosofia che stai citando. O almeno quella era l’intenzione…

  • Luca Pianigiani
    Giu 22nd, 2009
    Luca Pianigiani says:

    Giorgio: non ti pare che è quello che ho detto? forse non ci siamo capiti… ma il senso era quello. Ovvio che quando si parla di tecnica si parla di tecnica, ed è interessante approfondirla, visto che siamo tra esperti. Ma non abbiamo fatto altro che percorrere pensieri, finalizzati alla stessa filosofia che stai citando. O almeno quella era l’intenzione…

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