Il virus da debellare: svendere cultura

Il virus da debellare: svendere cultura

Cultura gratis non è la soluzione

Cover your mouth when you cough. Image created by Mathery (from home!)instagram: @matherystudiomathery.it. Submitted for United Nations Global Call Out To Creatives – help stop the spread of COVID-19.

In questi mesi di emergenza Covid-19, uno dei fenomeni più evidenti è stato un’azione di “supporto culturale” per tutti coloro che sono stati esiliati/prigionieri in casa senza avere la possibilità di fare una “vita normale”. Corsi online, riviste e libri ceduti gratuitamente, abbonamenti trasformati in contenuti gratuiti, webinar ovunque. La strategia è stata globale: grandi editori e singoli professionisti, tutti uniti in una azione di “solidarietà” che avrà una importante conseguenza nel mondo dell’informazione e della formazione, nel bene o nel male. Il problema, ora, è capire proprio se “sarà un bene” o “un male”.

Come per tutti i prodotti (informazione, cultura e formazione sono anch’essi “prodotti”), se ne percepisce il valore in funzione della disponibilità offerta dal mercato. Se la disponibilità è poca, se il prodotto è esclusivo, il valore sale; viceversa, il prezzo scende. In più, il valore, quando viene percepito basso (o,addirittura gratuito, come è stato tutto, in questo periodo), difficilmente verrà accettato come un “regalo temporaneo”; se gratis una volta, sarà – nella mente delle persone – gratuito sarà per sempre. In quest’ottica, il danno, che non sarà calcolabile, perché i conti si stanno facendo sui prodotti che non sono stati venduti, e non su quelli che saranno stati regalati, e sarà difficile riuscire a risalire la china. Attenzione, non si sta dicendo che queste iniziative non siano meritevoli e da lodare, hanno aiutato molte persone a superare momenti difficili e siamo sempre stati difensori e promotori della “cultura Libera”, come elemento fondamentale dei diritti civili, non a caso da sempre i contenuti di questo sito sono sotto licenza Creative Commons; in questa sede però ci preoccupiamo di garantire ai creatori di contenuti di qualità un futuro, anche e soprattutto oltre l’emergenza.

Qualcuno potrebbe dire che il creare “buone abitudini” aiuta poi a creare un effetto volano che poi si ripercuote poi in modo positivo guadagnando utenti che prima erano rimasti inattivi e che, scoprendo il vantaggio e il valore dei contenuti di valore, rimarranno poi affezionati, quando l’offerta gratuita si interromperà o scadrà. Per esperienza, posso dire che questa è più un’illusione, più che anche solo una speranza. Certo, la promozione è fondamentale far conoscere e apprezzare il nostro lavoro, ma non crediamo che “regalare” possa poi creare abitudine concreta all’acquisto. I percorsi che si creano nella mente delle persone (le neuroscienze dovrebbero determinare con maggiore intensità le strategie di marketing) che scaricano un contenuto “gratis” non sono gli stessi (quasi mai) che sarebbero predisposti a pagarlo. Già un piccolo contributo è più interessante, come per esempio il British Journal of Photography che ha offerto, come promozione l’accesso a tutto l’archivio di 7 anni della versione digitale della propria rivista solo ad 1 sterlina. Una cifra irrisoria, per un progetto editoriale di valore, storico, incredibilmente valido, ma chi è disposto a pagare anche “solo” 1 sterlina è potenzialmente un cliente anche in futuro, quando il valore tornerà alla normalità. Sappiamo bene che ci sono moltissime persone che, per filosofia, non considerano nemmeno l’idea di spendere 1 sterlina per un “contenuto”, tutto quello che costa “più di zero” è sempre troppo.

Siamo in partenza in una fase nuova, di ricostruzione, il “buco” che si è creato in questi mesi (lavori che sono stati annullati, posticipati, scomparsi, bloccati dalle disposizioni e dalle leggi) sarà difficile da colmare, ma in questa fase è necessario capire che il danno è al valore di quello che è stato costruito in tutti questi anni: al valore che la cultura deve essere alimentata, riconosciuta, pagata. C’è da lavorare, tutti, su questo, e ricostruire un senso di rispetto della competenza, della professionalità di chi crea contenuti, della percezione degli investimenti che sono necessari per riuscire a fare qualcosa per cui le persone sono disposte ad investire, non solo in tempo (che già è complesso), ma anche pagando il “biglietto di ingresso”. Caso contrario, avremo un impoverimento totale, perché i contenuti di valore spariranno o si ridurranno, e saranno sostituiti da contenuti “furbi”, nati per trovare altre forme di monetizzazione basate sulla pubblicità, quindi sulla massa degli utenti, sui “numeri”: in questo periodo, ci siamo davvero preoccupati per tutti coloro che si sono riversati, ancora di più del solito, su canali social nella speranza di sopperire alle mancate entrate diventando “YouTuber”, mettendosi di fronte ad una videocamera senza un progetto concreto, sperando di “fare numeri” in grado di garantire delle entrate adeguate. A queste persone va detto che sotto le centinaia di migliaia di visualizzazioni è davvero tempo perso, e che servono milioni di “View” per portare a casa concretamente qualche soldo.

Cultura, consigli per farsela pagare

1) Non regalate nulla, semmai fate degli sconti

2) Create, se volete investire in informazione, formazione, cultura, in progetti strutturati, concreti, non semplicemente abbozzati, dalla visione che si sviluppa nel tempo

3) Lavorate al massimo della qualità: il mercato di chi è disposto a pagare è esigente, percepisce la qualità

4) Usate una piattaforma che nasce per creare abbonamenti a pagamenti, e non accontentatevi di usare le strade “facili” che sono quelle dei social, specialmente se vi rivolgete ad un mercato locale (italiano… un mercato locale che si chiama “Cina” oppure “in lingua inglese” potrebbe anche funzionare ;-))

5) Domandatevi cosa secondo voi il pubblico sarebbe disposto a pagare, e quanto. Ricordatevi che i vostri concorrenti non saranno i vostri “colleghi”, ma Netflix, Spotify, oppure le strutture che offrono tanti contenuti di altissima qualità.

Auguri ;-)

 

PS: a proposito di cultura ed informazione di qualità, siamo all’ultima settimana del nostro progetto di crowdfunding “Monnalisa Bytes“, siete ancora in tempo a dare un vostro piccolo contributo, cliccando qui! Grazie mille, a tutti coloro (e siete tanti) che lo hanno già fatto, ma in anticipo a tutti coloro che parteciperanno a questa iniziativa in questi ultimi giorni!

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