Riuscirà a tornare la "luce" nel mondo dei fotografi professionisti?

Riuscirà a tornare la "luce" nel mondo dei fotografi professionisti?

Sono anni che non sento più parlare di luce, nel settore della fotografia professionale. Inutile cadere nelle frasi noiose e scontate (la fotografia è fatta di luce, foto-grafia significa scrivere con la luce… che palle!), il problema non è fisico, è culturale e concreto: quando ero ragazzetto e volevo diventare fotografo, avevo due grandi esigenze: un banco ottico e dei flash da studio. Il primo obiettivo l’ho raggiunto a tappe: prima una Toyo 45 e poi una Sinar f (ok, ero e continuo ad essere squattrinato), per i flash l’aspirazione era Broncolor (all’epoca, generatore 304 o 404, i Pulso sono arrivati dopo), oppure Elinchrom (che “usava Gastel” e io adoravo le foto di Gastel), ma il portafoglio consentiva di puntare sui Bowens (Gold, Silver, Bronze), monotorce  e non generatori. Alla fine, era più facile comunque noleggiare uno studio, che non comprare le luci, c’era la fantastica e gentilissima Cinzia Sforza dello Studio Click-Time, mi pare in via Lancetti 66 (a volte mi stupisco di queste botte di memoria), che faceva prezzi molto bassi ai giovani squattrinati come me e in più dava quell’aiuto morale e ti faceva sentire a casa, non come le strutture grandi (per esempio lo Studio117, all’epoca era in Corso di Porta Romana 117 e da questo civico viene il suo nome, mantenuto anche quando poi si è trasferito in via Palladio).

Non vi racconto questo per rimembrare periodi della mia vita, ma per fare un’analogia con il presente: oggi se chiediamo ad un giovane che sta affacciandosi alla professione fotografica quali sono i suoi sogni di attrezzatura, ovviamente non dirà “un banco ottico”, e punterà su una Canon 5D Mark II o su una Nikon D3s (solo per citarne due), e poi vorrà un computer potente, Photoshop CS5. La luce non sembra essere nelle priorità, al limite c’è il flash della fotocamera (ma non nelle reflex professionali) o se ne compra uno. L’unico momento in cui sento parlare di luce “evoluta” è quando qualche fotografo interpreta a modo suo i consigli e le tecniche di Strobist, il sito che ha fatto dell’uso dei piccoli flash (in gergo “saponette“, anche se il loro costo, considerando i modelli di fascia alta, forse meriterebbero termini più prestigiosi) una religione. I risultati ottenibili, con una buona dose di artigianalità (o con tanti piccoli accessorietti per sostenere i lampeggiatori, per posizionarli e per poter usare modellatori di luce, come flash, parabole eccetera) possono essere eccellenti e ci sono dei vantaggi – rispetto ai più ingombranti flash da studio – e cioè: compattezza, possibilità di lavorare senza alimentazione elettrica visto che sono dotati di batterie, e poi il loro costo, più contenuto.

Sono un fotografo “vecchio stile“, e per me la luce va modellata, deve essere grande, avvolgente, potente, dalla temperatura colore corretta. Per questo, preferisco i flash da studio (ma apprezzo e ammiro tantissimo chi riesce a fare buone cose con i flash piccoli), e comunque non mi fermo alla luce flash: trovo affascinanti tante luci, che posso vedere, assaporare prima di scattare, dagli Arri, ai grandi bank (che, ovviamente, possono avere sia luce Flash che luce continua), ricordo con amore i WindowsLight di Renato Gozzano. E poi sono rimasto folgorato, all’epoca, dalla luce pennellata: oggi si usa Photoshop per ottenere effetti simili, ma la luce ha un sapore diverso, rispetto ad un pennello che schiarisce una zona di una foto sul computer. All’epoca “mia“, c’erano dei master che permettevano di approfondire la tecnica dell’illuminazione. Di solito, si prendeva il treno e si emigrava verso la Svizzera e si seguivano questi Master di due o tre giorni e si “scopriva” quello che davvero si poteva fare con la luce. Ma, una volta, come me, quasi tutti aspiravano a comprare flash da studio e quindi il mercato consentiva questi investimenti: saper gestire la luce faceva “la differenza” tra un bravo fotografo (che poteva avere successo e guadagnare bene) e uno scarso. Non voglio fare lo snob: oggi ci sono altri valori, preziosi: oggi si fanno immagini splendide, usando tecniche e sensibilità diverse, e non sono convinto che il livello qualitativo sia diminuito: ci sono i maestri, come c’erano in passato, e ci sono orde di incapaci, come c’erano all’epoca. Il mercato chiede prodotti sempre meno costosi e le scadenze si riducono, e questo sembra generare un abbassamento della qualità, ma non trovo che sia così, anzi: i fotografi di una volta non credo che sarebbero stati in grado di produrre con questi ritmi, ma avevano dalla loro parte un consumo più raffinato dell’immagine. Si pensava di più, si fruiva con maggiore attenzione, c’era spazio per messaggi più raffinati. Oggi, tutto si produce e si consuma in tempo reale… ma questo è un altro discorso, è solo che il pensiero vaga e corre, quando si scrive di cose che si sentono con intensità.

Ci siamo domandati: come fanno i fotografi, giovani e meno giovani, ad approfondire la luce? Non quella che “la natura” ci propone, ma quella che dobbiamo e possiamo inventare in studio? Le fiere di fotografia sono ormai momenti snaturati da ogni componente culturale, le aziende specializzate sono troppo poco considerate dai media perché troppo di nicchia, e comunque mancano quasi sempre le risorse per fare azioni che vanno al di là delle “semplici” proposte commerciali, siano essi sconti o “kit”. A dire il vero, qualcuno qualcosa fa, ed è un loro merito (spesso più frutto della passione che non di un’analisi del profitto), ma si tende a proporre percorsi per iniziati, non si riesce quasi mai ad andare a fondo. I “master” sulla luce, che mettono a fuoco problematiche complesse, non ne conosciamo. Ci sono workshop con le modelle e con gli sposi, ma per esempio non c’è nulla per lo still-life. E per quanto io possa amare ritratto, moda e fotografia sociale, lo still life è un po’ come la danza classica: se sai illuminare nello still life, poi puoi illuminare tutto (poi invece, non è detto che un fotografo di still life sia bravo a gestire una modella o una situazione con “esseri umani”, parliamo di luce, solo della tecnica di illuminazione). Al tempo stesso, ci domandiamo se questo davvero interessa. Forse abbiamo scelto, come categoria, di farne a meno? Io mi auguro di no, e abbiamo fatto una scommessa con noi stessi: se ci mettiamo a proporre dei Master di illuminazione di alto livello, chissà se i fotografi ci seguiranno? I giovani, ai quali nessuno (o quasi) parla di luce, tutti quei professionisti che hanno problematiche tecniche complesse (vetro, oggetti cromati, superfici riflettenti…) e che non riescono a risolverli alla perfezione (e magari devono investire ore e ore in post produzione per correggere difetti che potrebbero magari essere risolti in sala di posa in pochi minuti), e specialmente per tutti coloro che vogliono fare un passo in avanti sulla qualità, sicuri che sul mercato c’è spazio solo per chi lavora ad un livello di eccellenza.

Martedi saremo in un meraviglioso studio fotografico, con un fantastico fotografo pubblicitario, tutto il giorno, a realizzare video di formazione che permetteranno di costruire la prima fase di un Master di illuminazione che pubblicheremo subito su Jumper Premium. Altre giornate sono già allo studio, e vedremo se i fotografi (voi) e le aziende del settore (chi produce, chi distribuisce, chi vende) è interessato a far parte di questo progetto, dove la finalità non è quella di “mostrare prodotti”, ma insegnare, consigliare, indirizzare i fotografi professionisti (o futuri tali) verso un livello “universitario” sulla luce, che porta a riproporre una cultura e una tecnica che il digitale non può e non deve toglierci (e che, per sua natura, non ha motivi di sostituire). Se vi iscriverete sulla base di questo interesse a JumperPremium, mandateci una mail per dirci: mi sono iscritto a JumperPremium perché voglio investire approfondendo “davvero” la luce. Sarà un segno importante, per noi e per far muovere la crescita di questo settore che sembra voler abdicare tutta la sua storia e tutta la sua forza. Possiamo e dobbiamo conoscere Photoshop e le sue funzionalità, ma questo non ci renderà fotografi migliori dei grafici, degli illustratori, dei designers, che ogni giorno lavorano sulle immagini fotografiche, con ritocchi ed elaborazioni. Forse è il momento di dare un segno concreto al nostro futuro.

Volete guadagnare soldi con le vostre foto di archivio? Volete creare il “vostro stock”? Allora dovete organizzare i vostri archivi, entrare nell’ottica DAM – Digital Asset Management – e scoprire tutte le strategie giuste. Partecipate al JumperCamp del 23/6, a Milano!

Comments (56)
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  • Paolo Nobile
    Giu 20th, 2010
    Paolo Nobile says:

    Ben vengano i Master. Sono sempre utili.
    Ma, per rispondere alla tua domanda, aggiungo che: la luce la studi ANCORA con i metodi tradizionali. Vai a Brera (o altra pinacoteca/museo/galleria atta all’uopo) e ti consumi gli occhi. Vai al cinema (se proprio non ce la fai ad uscir di casa, usi la tv o il monitor del tuo computer) e ti guardi un bel film (ora, con i contenuti speciali nei dvd si imparano un sacco di cose). Cerchi di fare l’assistente a fotografi che abbiano la luce come uno dei mezzi principali di espressione (non solo Photoshop – che è cmq un grande mezzo anch’esso). Provi a riprodurre in studio la luce naturale con luci artificiali (che cosa ti ha fatto la luce “naturale” che non ti piace? :-) ). È un bell’esercizio! Usi internet per vedere lavori degni di nota o per carpire informazioni dagli eventuali backstage messi online. Cerchi di inserirti all’interno di una troupe cine per vedere come si lavora con l’immagine in movimento (anche se qui, come nel ns campo, ho notato qua e la una caduta di qualità – secondo me).

    Il nome della “cosa” non è cambiato (foto-grafia). Sono cambiati i mezzi per registrarla e per diffonderla. Ma la luce è sempre quella.

    A proposito di Gastel: ricordo che nel 1982 (az..) durante un incontro al quale era presente anche Fabrizio Ferri Gastel disse – provocatoriamente? – qualcosa del genere (vado a memoria) : un fotografo di still-life può essere, generalmente, anche un fotografo di moda. Difficile il contrario.
    ;-)

  • Paolo Nobile
    Giu 20th, 2010
    Paolo Nobile says:

    Ben vengano i Master. Sono sempre utili.
    Ma, per rispondere alla tua domanda, aggiungo che: la luce la studi ANCORA con i metodi tradizionali. Vai a Brera (o altra pinacoteca/museo/galleria atta all’uopo) e ti consumi gli occhi. Vai al cinema (se proprio non ce la fai ad uscir di casa, usi la tv o il monitor del tuo computer) e ti guardi un bel film (ora, con i contenuti speciali nei dvd si imparano un sacco di cose). Cerchi di fare l’assistente a fotografi che abbiano la luce come uno dei mezzi principali di espressione (non solo Photoshop – che è cmq un grande mezzo anch’esso). Provi a riprodurre in studio la luce naturale con luci artificiali (che cosa ti ha fatto la luce “naturale” che non ti piace? :-) ). È un bell’esercizio! Usi internet per vedere lavori degni di nota o per carpire informazioni dagli eventuali backstage messi online. Cerchi di inserirti all’interno di una troupe cine per vedere come si lavora con l’immagine in movimento (anche se qui, come nel ns campo, ho notato qua e la una caduta di qualità – secondo me).

    Il nome della “cosa” non è cambiato (foto-grafia). Sono cambiati i mezzi per registrarla e per diffonderla. Ma la luce è sempre quella.

    A proposito di Gastel: ricordo che nel 1982 (az..) durante un incontro al quale era presente anche Fabrizio Ferri Gastel disse – provocatoriamente? – qualcosa del genere (vado a memoria) : un fotografo di still-life può essere, generalmente, anche un fotografo di moda. Difficile il contrario.
    ;-)

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Tutto verissimo, Paolo. Pensavo, nella mia “esplorazione” al lato tecnico, e meno (però fondamentale, assolutamente) a quello della storia dell’arte, e osservando (studiando) il cinema, e così via. Trovo che molti fotografi abbiano perso proprio la dimestichezza con gli “strumenti per fare luce”. Controfirmo la dichiarazione di Gastel, e questo interpreta il concetto che volevo proporre in questo SundayJumper. Trovo che ci fosse più studio, un po’ di anni fa, su questo argomento e forse lo abbiamo perso. Ma siamo in tempo a recuperare…

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Tutto verissimo, Paolo. Pensavo, nella mia “esplorazione” al lato tecnico, e meno (però fondamentale, assolutamente) a quello della storia dell’arte, e osservando (studiando) il cinema, e così via. Trovo che molti fotografi abbiano perso proprio la dimestichezza con gli “strumenti per fare luce”. Controfirmo la dichiarazione di Gastel, e questo interpreta il concetto che volevo proporre in questo SundayJumper. Trovo che ci fosse più studio, un po’ di anni fa, su questo argomento e forse lo abbiamo perso. Ma siamo in tempo a recuperare…

  • Vittorio
    Giu 20th, 2010
    Vittorio says:

    La luce … aaah, la luce…
    Hai toccato un tema importantissimo, fondamentale. Spesso però dimenticata o comunque fatta passare in secondo piano, parlo in particolare per quelli della fotografia di matrimonio. Ora si sente parlare nel nostro campo di “stile reportage”, di ” impaginazione”, di “postproduzione”, ecc. Ma senza di lei, la Luce, non c’è storia, la differenza come dicevi te sta proprio in chi la sa usare, chi la sa pennellare. E allora anche in quei lavori (quelli della fotografia sociale spesso sottovalutati ) si assiste e si vive qualcosa di magico, di speciale.
    Questo è quello che ho scitto sulla Luce:

    Per me la luce è vero incanto.
    E’ poesia.
    E’ materia essenziale per ogni fotografo.
    La luce è il mio strumento con il quale accarezzare un volto,
    far esplodere un cielo, svelare con delicatezza le sfumature suggestive
    di un’alba o di un tramonto,
    far vibrare un corpo…
    E’ come una donna, a volte dolce, a volte irrequieta, a volte capricciosa.
    Con lei devi essere paziente,
    corteggiarla e quando arriva non devi lasciartela sfuggire.
    Cambia, sempre e comunque, non è mai la stessa.
    Ora intensa,
    ora radente,
    sa essere calda e a volte molto fredda.
    Devi cercarla, inseguirla, desiderarla.
    Se la ami veramente e vivi per lei, sa essere romantica, generosa
    e ti annichilisce
    quando si esprime in tutta la sua bellezza.

    © Vittorio Battellini –

  • Vittorio
    Giu 20th, 2010
    Vittorio says:

    La luce … aaah, la luce…
    Hai toccato un tema importantissimo, fondamentale. Spesso però dimenticata o comunque fatta passare in secondo piano, parlo in particolare per quelli della fotografia di matrimonio. Ora si sente parlare nel nostro campo di “stile reportage”, di ” impaginazione”, di “postproduzione”, ecc. Ma senza di lei, la Luce, non c’è storia, la differenza come dicevi te sta proprio in chi la sa usare, chi la sa pennellare. E allora anche in quei lavori (quelli della fotografia sociale spesso sottovalutati ) si assiste e si vive qualcosa di magico, di speciale.
    Questo è quello che ho scitto sulla Luce:

    Per me la luce è vero incanto.
    E’ poesia.
    E’ materia essenziale per ogni fotografo.
    La luce è il mio strumento con il quale accarezzare un volto,
    far esplodere un cielo, svelare con delicatezza le sfumature suggestive
    di un’alba o di un tramonto,
    far vibrare un corpo…
    E’ come una donna, a volte dolce, a volte irrequieta, a volte capricciosa.
    Con lei devi essere paziente,
    corteggiarla e quando arriva non devi lasciartela sfuggire.
    Cambia, sempre e comunque, non è mai la stessa.
    Ora intensa,
    ora radente,
    sa essere calda e a volte molto fredda.
    Devi cercarla, inseguirla, desiderarla.
    Se la ami veramente e vivi per lei, sa essere romantica, generosa
    e ti annichilisce
    quando si esprime in tutta la sua bellezza.

    © Vittorio Battellini –

  • Claudio Marino
    Giu 20th, 2010
    Claudio Marino says:

    Mi fa piacere che abbiate toccato un argomento così interessante. Non è vero che nessuno se ne occupa più, ci sono in giro dei workshop di still life (almeno qui a Napoli) dove la luce la fa assolutamente da padrona e dove ho imparato tante cose che difficilmente un altro fotografo mi avrebbe spiegato.
    E poi, in giro ci sono tanti accessori a bassissimo costo che gli amatori potrebbero comprare per allestire una mini sala di posa in casa.
    Lo so che un fotografo professionista storce il naso a sentire di accessori che arrivano da Hong Kong o Taiwan, però sarebbe carino una volta tanto spiegare ai fotografi che aspirano a diventare professionisti che non esiste solo il photoshop e di guidarli verso acquisti che non siano necessariamente di qualità ma che siano funzionali ad un’educazione fotografica che ancora oggi ha un senso.
    Io inorridisco quando i cosidetti professionisti consigliano a dei poveri cristi che non hanno un euro di iniziare comprando un corredo di luci che costa non meno di 600 euro, quando potrebbero allestire tranquillamente una sala di posa con meno di 300 euro.
    Tanto si sa che tutti i corsi che fate sono mirati non tanto ai professionisti (che, in quanto tali, non si sognano neanche un pò di spendere soldi per aggiornarsi), ma a quelli che aspirano a diventarlo.
    E allora, siate sinceri, dite le cose come stanno, guidate questi aspiranti verso soluzioni economiche e funzionali e vedrete che avrete successo.

  • Barbara
    Giu 20th, 2010
    Barbara says:

    Proprio la settimana scorsa ho fatto una riflessione “opposta” alla tua, in occasione di un lavoro. Mi sono resa conto di avere l’esigenza di disintossicarmi dalla tecnica e di seguire di più l’istinto. Parlo di illuminazione ovviamente. Compio quest’anno i 40 e vengo dalla vecchia scuola, 10×12, bank aerei etc. Però la schiavitù della perfezione ti può far perdere di vista la vera emozione di una foto fatta col cuore (o con le budella se volete). Perlomeno per me è stato così. Ma nonostante tutto, quando hai parlato di master in illuminazione… ho iniziato a muovermi sulla sedia, a sentire un formicolio… atc. ;-D
    Non vedo l’ora!!

  • Claudio Marino
    Giu 20th, 2010
    Claudio Marino says:

    Mi fa piacere che abbiate toccato un argomento così interessante. Non è vero che nessuno se ne occupa più, ci sono in giro dei workshop di still life (almeno qui a Napoli) dove la luce la fa assolutamente da padrona e dove ho imparato tante cose che difficilmente un altro fotografo mi avrebbe spiegato.
    E poi, in giro ci sono tanti accessori a bassissimo costo che gli amatori potrebbero comprare per allestire una mini sala di posa in casa.
    Lo so che un fotografo professionista storce il naso a sentire di accessori che arrivano da Hong Kong o Taiwan, però sarebbe carino una volta tanto spiegare ai fotografi che aspirano a diventare professionisti che non esiste solo il photoshop e di guidarli verso acquisti che non siano necessariamente di qualità ma che siano funzionali ad un’educazione fotografica che ancora oggi ha un senso.
    Io inorridisco quando i cosidetti professionisti consigliano a dei poveri cristi che non hanno un euro di iniziare comprando un corredo di luci che costa non meno di 600 euro, quando potrebbero allestire tranquillamente una sala di posa con meno di 300 euro.
    Tanto si sa che tutti i corsi che fate sono mirati non tanto ai professionisti (che, in quanto tali, non si sognano neanche un pò di spendere soldi per aggiornarsi), ma a quelli che aspirano a diventarlo.
    E allora, siate sinceri, dite le cose come stanno, guidate questi aspiranti verso soluzioni economiche e funzionali e vedrete che avrete successo.

  • Barbara
    Giu 20th, 2010
    Barbara says:

    Proprio la settimana scorsa ho fatto una riflessione “opposta” alla tua, in occasione di un lavoro. Mi sono resa conto di avere l’esigenza di disintossicarmi dalla tecnica e di seguire di più l’istinto. Parlo di illuminazione ovviamente. Compio quest’anno i 40 e vengo dalla vecchia scuola, 10×12, bank aerei etc. Però la schiavitù della perfezione ti può far perdere di vista la vera emozione di una foto fatta col cuore (o con le budella se volete). Perlomeno per me è stato così. Ma nonostante tutto, quando hai parlato di master in illuminazione… ho iniziato a muovermi sulla sedia, a sentire un formicolio… atc. ;-D
    Non vedo l’ora!!

  • Nicola Pinna
    Giu 20th, 2010
    Nicola Pinna says:

    La luce, la inseguo, ma non so se sarà mai mia amica,

    vedere le immagini di chi sa metterla come soggetto principale mi emoziona……

    spero che prima o poi qualcuno mi presenti …..

  • Nicola Pinna
    Giu 20th, 2010
    Nicola Pinna says:

    La luce, la inseguo, ma non so se sarà mai mia amica,

    vedere le immagini di chi sa metterla come soggetto principale mi emoziona……

    spero che prima o poi qualcuno mi presenti …..

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Claudio, come dimostri di non conoscere noi, il nostro lavoro e i professionisti che ci seguono. Al contrario di quello che dici i professionisti seri investono in formazione (se tu non lo fai, sei tu un’eccezione), la investono con noi perché credono in noi e ci conoscono da anni e hanno grandissima stima per il nostro lavoro e le
    persone che usiamo per fare formazione sono grandi (ripeto grandi!) fotografi che proprio per stima per noi amano collaborare con noi (e non con altri) su progetti di formazione. Prima
    di sentenziare, magari informati…
    Per quello che riguarda le soluzioni di “Taiwan” non ho problemi geografici, basta che siano prodotti di qualità, certificati CE e garantiti. Le sale di pose non hanno un prezzo fisso, ma
    per fare qualcosa di buoni servono approfondimenti che vanno ben oltre al tuo consiglio basato solo sul prezzo. È proprio quello che intendiamo fare e facciamo con le nostre iniziative: usare la testa e non puntare sulle banalità. Per fortuna abbiamo tantissime persone che lo capiscono bene… Vuoi capirlo anche tu? Seguici e lo scoprirai… Gratis, sul sito: mica ti stiamo chiedendo soldi ;-)

    Una curiosità, se hai fatto corsi di illuminazione non con fotografi, chi erano gli “insegnanti”? Forse dei panettieri?

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Claudio, come dimostri di non conoscere noi, il nostro lavoro e i professionisti che ci seguono. Al contrario di quello che dici i professionisti seri investono in formazione (se tu non lo fai, sei tu un’eccezione), la investono con noi perché credono in noi e ci conoscono da anni e hanno grandissima stima per il nostro lavoro e le
    persone che usiamo per fare formazione sono grandi (ripeto grandi!) fotografi che proprio per stima per noi amano collaborare con noi (e non con altri) su progetti di formazione. Prima
    di sentenziare, magari informati…
    Per quello che riguarda le soluzioni di “Taiwan” non ho problemi geografici, basta che siano prodotti di qualità, certificati CE e garantiti. Le sale di pose non hanno un prezzo fisso, ma
    per fare qualcosa di buoni servono approfondimenti che vanno ben oltre al tuo consiglio basato solo sul prezzo. È proprio quello che intendiamo fare e facciamo con le nostre iniziative: usare la testa e non puntare sulle banalità. Per fortuna abbiamo tantissime persone che lo capiscono bene… Vuoi capirlo anche tu? Seguici e lo scoprirai… Gratis, sul sito: mica ti stiamo chiedendo soldi ;-)

    Una curiosità, se hai fatto corsi di illuminazione non con fotografi, chi erano gli “insegnanti”? Forse dei panettieri?

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Barbara, anche io a volte voglio spogliarmi di tecnica. E tendo a usare mezzi poveri come
    l’iPhone per fare foto. Abbiamo bisogno di lavorare su tutti i fronti: tecnico ed emotivo, ma
    lo sai bene anche tu! Il problema è che nel lavoro a volte ci chiedono (quasi sempre?) di fare qualcosa di perfetto, e quando ci sono elementi complessi a volte serve trovare delle strade perfette dal punto di vista tecnico. Stiamo facendo una ricerca, insieme a voi, per capire dove approfondire… Questo è il dubbio. Pura tecnica? Quali settori? Oppure? Intanto partiamo con varie cose e poi cresciamo insieme…. :-)

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Barbara, anche io a volte voglio spogliarmi di tecnica. E tendo a usare mezzi poveri come
    l’iPhone per fare foto. Abbiamo bisogno di lavorare su tutti i fronti: tecnico ed emotivo, ma
    lo sai bene anche tu! Il problema è che nel lavoro a volte ci chiedono (quasi sempre?) di fare qualcosa di perfetto, e quando ci sono elementi complessi a volte serve trovare delle strade perfette dal punto di vista tecnico. Stiamo facendo una ricerca, insieme a voi, per capire dove approfondire… Questo è il dubbio. Pura tecnica? Quali settori? Oppure? Intanto partiamo con varie cose e poi cresciamo insieme…. :-)

  • Barbara
    Giu 20th, 2010
    Barbara says:

    Infatti, sono ben felice. Non volevo dire il contrario. E’ solo che “IO” ho dato più importanza alla tecnica che al resto, ma è una mia pecca. Come dicevo… non vedo l’ora :-D

  • Barbara
    Giu 20th, 2010
    Barbara says:

    Infatti, sono ben felice. Non volevo dire il contrario. E’ solo che “IO” ho dato più importanza alla tecnica che al resto, ma è una mia pecca. Come dicevo… non vedo l’ora :-D

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Barbara: una non toglie l’altra. Anzi! Un giorno faremo un camp dedicato al cazzeggio creativo. Che ne dici? Lo organizziamo insieme ? :-)

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Barbara: una non toglie l’altra. Anzi! Un giorno faremo un camp dedicato al cazzeggio creativo. Che ne dici? Lo organizziamo insieme ? :-)

  • alessandro bianchi
    Giu 20th, 2010
    alessandro bianchi says:

    Il mio pane quotidiano ê lo stll life, gioielli, vetri, cristalli e superfici che riflettono, che sono trasparenti ecc.
    Da 1 a 10 la luce quanto sarà importante per me?

  • alessandro bianchi
    Giu 20th, 2010
    alessandro bianchi says:

    Il mio pane quotidiano ê lo stll life, gioielli, vetri, cristalli e superfici che riflettono, che sono trasparenti ecc.
    Da 1 a 10 la luce quanto sarà importante per me?

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Alessandro… 100? ;-)

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Alessandro… 100? ;-)

  • alessandro bianchi
    Giu 20th, 2010
    alessandro bianchi says:

    Luca In alcuni casi anche di più…
    E poi vuoi mettere quanto tempo si risparmia in post produzione se si fa una luce con i controcazzi!

  • alessandro bianchi
    Giu 20th, 2010
    alessandro bianchi says:

    Luca In alcuni casi anche di più…
    E poi vuoi mettere quanto tempo si risparmia in post produzione se si fa una luce con i controcazzi!

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Alessandro: ho visto le tue foto di ricerca sul tuo sito, belle! Complimenti ;-)

  • Luca Pianigiani
    Giu 20th, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Alessandro: ho visto le tue foto di ricerca sul tuo sito, belle! Complimenti ;-)

  • Claudio Vignola
    Giu 21st, 2010
    Claudio Vignola says:

    Circa un mese e mezzo fa sono stato sul set del prossimo calendario Lavazza.
    Pur non potendovi dire nulla per ragioni che potete ben immaginare, vi assicuro che dopo una preparazione mostruosamente lunga per i set nel teatro di posa, le foto che uscivano dalla camera e comparivano in diretta sui monitor (si, parlo al plurale…) erano PERFETTE!!!
    Con una potenza di luce flash dell’ordine dei 20 KW tutto era disposto e quantificato allo stato dell’arte.
    Non un riflesso sbagliato, non una luce perfettibile.
    Quelle foto avranno visto PS solo per eventuali inserti non fattibili durante lo shooting.
    Non posso quindi che concordare con Alessandro.

  • Claudio Vignola
    Giu 21st, 2010
    Claudio Vignola says:

    Circa un mese e mezzo fa sono stato sul set del prossimo calendario Lavazza.
    Pur non potendovi dire nulla per ragioni che potete ben immaginare, vi assicuro che dopo una preparazione mostruosamente lunga per i set nel teatro di posa, le foto che uscivano dalla camera e comparivano in diretta sui monitor (si, parlo al plurale…) erano PERFETTE!!!
    Con una potenza di luce flash dell’ordine dei 20 KW tutto era disposto e quantificato allo stato dell’arte.
    Non un riflesso sbagliato, non una luce perfettibile.
    Quelle foto avranno visto PS solo per eventuali inserti non fattibili durante lo shooting.
    Non posso quindi che concordare con Alessandro.

  • Giacomo
    Giu 21st, 2010
    Giacomo says:

    Io mi sono iscritto da una decina di giorni e sono già molto soddisfatto dei contenuti senza sapere di questa “chiccha”. Inutile dire che il discorso luce mi interessa enormemente anche perchè online di gente che ti spiega photoshop più o meno bene se ne trova tanta mentre chi ti può spiegare l’illuminazione a livelli seri io per ora ho visto il solo strobist. Grazie Luca… non vedo l’ora di vedere questi nuovi video!

  • Giacomo
    Giu 21st, 2010
    Giacomo says:

    Io mi sono iscritto da una decina di giorni e sono già molto soddisfatto dei contenuti senza sapere di questa “chiccha”. Inutile dire che il discorso luce mi interessa enormemente anche perchè online di gente che ti spiega photoshop più o meno bene se ne trova tanta mentre chi ti può spiegare l’illuminazione a livelli seri io per ora ho visto il solo strobist. Grazie Luca… non vedo l’ora di vedere questi nuovi video!

  • Simone
    Giu 21st, 2010
    Simone says:

    Ciao Luca.
    Tempo fa ti chiesi un’opinione su un obiettivo 28 mm della Canon (e non mi hai mai rispostoooooo…ma non importa, alla fine l’ho preso..), ed oggi leggo questo tuo passaggio:

    “oggi se chiediamo ad un giovane che sta affacciandosi alla professione fotografica quali sono i suoi sogni di attrezzatura, ovviamente non dirà “un banco ottico”, e punterà su una Canon 5D Mark II o su una Nikon D3s (solo per citarne due), e poi vorrà un computer potente, Photoshop CS5. La luce non sembra essere nelle priorità, al limite c’è il flash della fotocamera (ma non nelle reflex professionali) o se ne compra uno”.

    Ecco. Io ieri ho venduto il penultimo “pezzo” del mio corredo fotografico…perchè anche io son squattrinato (mi iscriverei al premium se avessi la possibilità) proprio per prendere un banco ottico un pò “più meglio”.
    Uso un Cambo SC-2 e vorrei prendere un Arca-Swiss F.

    Bene, ti scrivo ciò proprio per dirti che ci son sempre delle eccezioni. E per chiederti se ci sarà mai la possibilità di vedere delle lezioni su 4×5″-scansione-stampa.
    Io non son un professionista e probabilmente mai lo sarò, però so che voi di Jumper siete “avanti” anche in cose apparentemente retrò.

    Magari sbaglio tutto però, noi squattrinati, non abbiamo la possibilità di prendere un dorso digitale ecc ecc ecc, quindi ben vengano le lezioni sulla luce.

    Robert Adams dice che, nelle foto “contemporanee” c’è una luce non reale. E’ l’unico motivo per cui lui usa ancora la pellicola. Ma io penso che sia solo un problema di “ignoranza” sull’argomento luce.

    Un saluto…e continuate così!!!

  • Simone
    Giu 21st, 2010
    Simone says:

    Ciao Luca.
    Tempo fa ti chiesi un’opinione su un obiettivo 28 mm della Canon (e non mi hai mai rispostoooooo…ma non importa, alla fine l’ho preso..), ed oggi leggo questo tuo passaggio:

    “oggi se chiediamo ad un giovane che sta affacciandosi alla professione fotografica quali sono i suoi sogni di attrezzatura, ovviamente non dirà “un banco ottico”, e punterà su una Canon 5D Mark II o su una Nikon D3s (solo per citarne due), e poi vorrà un computer potente, Photoshop CS5. La luce non sembra essere nelle priorità, al limite c’è il flash della fotocamera (ma non nelle reflex professionali) o se ne compra uno”.

    Ecco. Io ieri ho venduto il penultimo “pezzo” del mio corredo fotografico…perchè anche io son squattrinato (mi iscriverei al premium se avessi la possibilità) proprio per prendere un banco ottico un pò “più meglio”.
    Uso un Cambo SC-2 e vorrei prendere un Arca-Swiss F.

    Bene, ti scrivo ciò proprio per dirti che ci son sempre delle eccezioni. E per chiederti se ci sarà mai la possibilità di vedere delle lezioni su 4×5″-scansione-stampa.
    Io non son un professionista e probabilmente mai lo sarò, però so che voi di Jumper siete “avanti” anche in cose apparentemente retrò.

    Magari sbaglio tutto però, noi squattrinati, non abbiamo la possibilità di prendere un dorso digitale ecc ecc ecc, quindi ben vengano le lezioni sulla luce.

    Robert Adams dice che, nelle foto “contemporanee” c’è una luce non reale. E’ l’unico motivo per cui lui usa ancora la pellicola. Ma io penso che sia solo un problema di “ignoranza” sull’argomento luce.

    Un saluto…e continuate così!!!

  • Luca Pianigiani
    Giu 21st, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Perdono se ho mancato la risposta… com’è l’obiettivo in questione, visto che l’hai preso?
    L’argomento banco ottico (ma direi “movimenti di macchina”, fatti con la macchina e non con photoshop), è molto vicino al nostro modo di pensare. Penso a tutte le Sinar (Cambo, Toyo, non è questione di marca, ovviamente) che si stanno “buttando via” e a quanto valore hanno, sia dal punto di vista formativo che creativo e si… mi viene voglia di fare qualcosa. Di conseguenza, entra l’argomento recupero pellicole, sviluppi e scansione… Vediamo, Premium cresce e si sviluppa in funzione delle esigenze e dei sogni degli utenti che ne fanno parte… quindi vediamo se ci sono altre richieste e ci proviamo ;-))

    Grazie del tuo commento e del supporto.

    1. Simone
      Giu 21st, 2010
      Simone says:

      Ti dirò, l’obiettivo è molto luminoso e fa pochissime aberrazioni cromatiche anche in condizioni estreme. L’unica cosa di cui non son convinto è il prezzo. E su questo ti chiedo un parere: è possibile che debba pagare un obiettivo un prezzo elevato (sempre relativamente alle mie possibilità economiche) per il motore USM (che tra l’altro non ho quasi mai usato visto che ho quasi sempre messo a fuoco manualmente), ma che lenti non eccelse? Quanto incide, secondo te, la parte motore rispetto all’ottica?

      Vedi, l’obiettivo che vorrei io per il banco è un Schneider Symmar 150 APO L e li è tutto lente e otturatore. Ma un obiettivo “lusso” di una reflex (digitale o no, ma con l’autofocus) li vale tutti i soldi che costa?

      Saluti.

  • Luca Pianigiani
    Giu 21st, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Perdono se ho mancato la risposta… com’è l’obiettivo in questione, visto che l’hai preso?
    L’argomento banco ottico (ma direi “movimenti di macchina”, fatti con la macchina e non con photoshop), è molto vicino al nostro modo di pensare. Penso a tutte le Sinar (Cambo, Toyo, non è questione di marca, ovviamente) che si stanno “buttando via” e a quanto valore hanno, sia dal punto di vista formativo che creativo e si… mi viene voglia di fare qualcosa. Di conseguenza, entra l’argomento recupero pellicole, sviluppi e scansione… Vediamo, Premium cresce e si sviluppa in funzione delle esigenze e dei sogni degli utenti che ne fanno parte… quindi vediamo se ci sono altre richieste e ci proviamo ;-))

    Grazie del tuo commento e del supporto.

    1. Simone
      Giu 21st, 2010
      Simone says:

      Ti dirò, l’obiettivo è molto luminoso e fa pochissime aberrazioni cromatiche anche in condizioni estreme. L’unica cosa di cui non son convinto è il prezzo. E su questo ti chiedo un parere: è possibile che debba pagare un obiettivo un prezzo elevato (sempre relativamente alle mie possibilità economiche) per il motore USM (che tra l’altro non ho quasi mai usato visto che ho quasi sempre messo a fuoco manualmente), ma che lenti non eccelse? Quanto incide, secondo te, la parte motore rispetto all’ottica?

      Vedi, l’obiettivo che vorrei io per il banco è un Schneider Symmar 150 APO L e li è tutto lente e otturatore. Ma un obiettivo “lusso” di una reflex (digitale o no, ma con l’autofocus) li vale tutti i soldi che costa?

      Saluti.

  • Gian Paolo Serna
    Giu 21st, 2010
    Gian Paolo Serna says:

    Ciao Luca, credo che dei corsi riguardanti l’illuminazione siano assolutamente fondamentali, oggi più che mai.
    Compio 43 anni e fotografo da 30, vengo dalla scuola di pensiero che tutto ciò che in ripresa si può fare va fatto, questo ho imparato a scuola e per quanto possa essere interessante la post produzione se risparmio qualche ora davanti al computer non mi dispiace….ed i miei occhi ringraziano…una luce corretta costituisce oggi come da sempre la base di partenza, certo i tempi sono cambiati, i mezzi sono diversi , devo ad esempio lavorare con 4 parchi luce differenti….elinchrom da studio con generatori e monotorce, ranger quadra per gli esterni e Nikon CLS per i viaggi rapidi….oltre ad un parco luce continua piuttosto nutrito, insomma…c’è da perdersi…
    Bisogna appunto distinguere tra emozione e tecnica, oggi sbagliamo apposta delle immagini per renderle meno fredde e meccaniche (l’altro giorno mi son divertito come un pazzo con l’applicazione Poladroid ad esempio…), ma quando un mio cliente mi richiede la macchina perfetta non ci sono santi, devi essere in grado di farla e solo se conosci la luce puoi….certo…non mi diverto ad esempio a montare un butterfly da 6mt x 6mt e 20.000 e passa watt di luce continua ma “devo”, ci sono esigenze commerciali imprescindibili.
    Ultimo aspetto importantissimo….quello che ci distingue dai normali fotoamatori e ci permette di lavorare è proprio il gusto e la capacità di dominare la luce….nei corsi me lo chiedono sempre….amplifichiamo allora le distanze, ben venga questo corso.

    Ciao

  • Gian Paolo Serna
    Giu 21st, 2010
    Gian Paolo Serna says:

    Ciao Luca, credo che dei corsi riguardanti l’illuminazione siano assolutamente fondamentali, oggi più che mai.
    Compio 43 anni e fotografo da 30, vengo dalla scuola di pensiero che tutto ciò che in ripresa si può fare va fatto, questo ho imparato a scuola e per quanto possa essere interessante la post produzione se risparmio qualche ora davanti al computer non mi dispiace….ed i miei occhi ringraziano…una luce corretta costituisce oggi come da sempre la base di partenza, certo i tempi sono cambiati, i mezzi sono diversi , devo ad esempio lavorare con 4 parchi luce differenti….elinchrom da studio con generatori e monotorce, ranger quadra per gli esterni e Nikon CLS per i viaggi rapidi….oltre ad un parco luce continua piuttosto nutrito, insomma…c’è da perdersi…
    Bisogna appunto distinguere tra emozione e tecnica, oggi sbagliamo apposta delle immagini per renderle meno fredde e meccaniche (l’altro giorno mi son divertito come un pazzo con l’applicazione Poladroid ad esempio…), ma quando un mio cliente mi richiede la macchina perfetta non ci sono santi, devi essere in grado di farla e solo se conosci la luce puoi….certo…non mi diverto ad esempio a montare un butterfly da 6mt x 6mt e 20.000 e passa watt di luce continua ma “devo”, ci sono esigenze commerciali imprescindibili.
    Ultimo aspetto importantissimo….quello che ci distingue dai normali fotoamatori e ci permette di lavorare è proprio il gusto e la capacità di dominare la luce….nei corsi me lo chiedono sempre….amplifichiamo allora le distanze, ben venga questo corso.

    Ciao

  • Luca Pianigiani
    Giu 21st, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Stai parlando di due universi completamente diversi e difficilmente confrontabili. Gli obiettivi per le reflex sono molto nitidi, e sono costruiti per lavorare con le complesse funzionalità delle reflex (in primis, messa a fuoco automatica). Per molto nitidi intendo che – visto che nascono prevedendo forti ingrandimenti dell’immagine, visto che la cattura avviene su un formato piccolo – il loro potere risolvente è davvero eccezionale, per prevedere forti ingrandimenti (10x, 20x eccetera). Gli obiettivi “da banco ottico”, nascono con una costruzione più “semplice”, non hanno sistema di messa a fuoco (nè automatico e nemmeno manuale… si mette a fuoco spostando le standarde), e specialmente nascono per coprire un ampio formato e anche i vari decentramenti e basculaggi. Sono in teoria meno “risoluti”, di solito, ma il minore fattore di ingradimento dato dal grande formato ci regalano una nitidezza finale eccezionale. Per contro, le ottiche per banco ottico sono poco luminose, e specialmente vanno usate a diaframmi chiusi (lo standard è f/22).
    Una buona alternativa è comprare ottiche fisse e manuali (Zeiss per esempio, ma anche ottiche di nome meno prestigioso, ma di buona fattura) che si adattano all’attacco Canon in modo semplice, con anelli da poche decine di euro. Perdi automatismi AE e AF, ma… per esempio nel video si usano tantissimo, proprio perché queste funzionalità non servono. Valuta ;-)

  • Luca Pianigiani
    Giu 21st, 2010
    Luca Pianigiani says:

    Stai parlando di due universi completamente diversi e difficilmente confrontabili. Gli obiettivi per le reflex sono molto nitidi, e sono costruiti per lavorare con le complesse funzionalità delle reflex (in primis, messa a fuoco automatica). Per molto nitidi intendo che – visto che nascono prevedendo forti ingrandimenti dell’immagine, visto che la cattura avviene su un formato piccolo – il loro potere risolvente è davvero eccezionale, per prevedere forti ingrandimenti (10x, 20x eccetera). Gli obiettivi “da banco ottico”, nascono con una costruzione più “semplice”, non hanno sistema di messa a fuoco (nè automatico e nemmeno manuale… si mette a fuoco spostando le standarde), e specialmente nascono per coprire un ampio formato e anche i vari decentramenti e basculaggi. Sono in teoria meno “risoluti”, di solito, ma il minore fattore di ingradimento dato dal grande formato ci regalano una nitidezza finale eccezionale. Per contro, le ottiche per banco ottico sono poco luminose, e specialmente vanno usate a diaframmi chiusi (lo standard è f/22).
    Una buona alternativa è comprare ottiche fisse e manuali (Zeiss per esempio, ma anche ottiche di nome meno prestigioso, ma di buona fattura) che si adattano all’attacco Canon in modo semplice, con anelli da poche decine di euro. Perdi automatismi AE e AF, ma… per esempio nel video si usano tantissimo, proprio perché queste funzionalità non servono. Valuta ;-)

  • alessandro bianchi
    Giu 21st, 2010
    alessandro bianchi says:

    Luca ti ringrazio per i complimenti, fanno sempre piacere, ma se a farli sei tu il piacere aumenta notevolmente!

  • alessandro bianchi
    Giu 21st, 2010
    alessandro bianchi says:

    Luca ti ringrazio per i complimenti, fanno sempre piacere, ma se a farli sei tu il piacere aumenta notevolmente!

  • elisa
    Giu 21st, 2010
    elisa says:

    Ecco qui la seconda eccezione, che pur usando una digitale usa anche la pellicola e si sforza di trovare e capire la luce. Photoshop non manca, ma certo non è per me di fondamentale utilizzo. Cerco di lasciare alla foto la sua luce e i suoi contrasti. Perché il momento era così non alterato dalle curve di un programma.
    Sarei molto interessata anch’io alle lezioni sulla luce.. pensateci. Forse gli interessati sono più di quanto si pensi.

  • elisa
    Giu 21st, 2010
    elisa says:

    Ecco qui la seconda eccezione, che pur usando una digitale usa anche la pellicola e si sforza di trovare e capire la luce. Photoshop non manca, ma certo non è per me di fondamentale utilizzo. Cerco di lasciare alla foto la sua luce e i suoi contrasti. Perché il momento era così non alterato dalle curve di un programma.
    Sarei molto interessata anch’io alle lezioni sulla luce.. pensateci. Forse gli interessati sono più di quanto si pensi.

  • ginobegotti
    Giu 21st, 2010
    ginobegotti says:

    primi anni sessanta…mi estasiava la bellezza di quella luce sulle persone pubblicate dal daily telegraph e delle fotografie della london express news features di fleet street, lasciai l’agenzia di milano, andandomene apposta a londra per lungo tempo…va bene se fotografai i Beatles…ma la luce con quella tinta sul biancoonero con quelle ombre morbide?…beh…veniva da quel cielo a nord del mondo, più nuvoloso che con il sole, più chiaro quando c’erano le nuvole portate da quel vento atlantico…

  • ginobegotti
    Giu 21st, 2010
    ginobegotti says:

    primi anni sessanta…mi estasiava la bellezza di quella luce sulle persone pubblicate dal daily telegraph e delle fotografie della london express news features di fleet street, lasciai l’agenzia di milano, andandomene apposta a londra per lungo tempo…va bene se fotografai i Beatles…ma la luce con quella tinta sul biancoonero con quelle ombre morbide?…beh…veniva da quel cielo a nord del mondo, più nuvoloso che con il sole, più chiaro quando c’erano le nuvole portate da quel vento atlantico…

  • Barbara
    Giu 21st, 2010
    Barbara says:

    evviva il cazzeggio creativo!! io ci sto, quando vuoi! :-D

  • Barbara
    Giu 21st, 2010
    Barbara says:

    evviva il cazzeggio creativo!! io ci sto, quando vuoi! :-D

  • ROBERTO MANIEZZO
    Giu 21st, 2010
    ROBERTO MANIEZZO says:

    Finalmente !

  • ROBERTO MANIEZZO
    Giu 21st, 2010
    ROBERTO MANIEZZO says:

    Finalmente !

  • STEFANO DALL'ASTA
    Giu 23rd, 2010
    STEFANO DALL’ASTA says:

    Caro Luca,
    sono piacevolmente sorpreso da questo SJ. Sorpreso perchè (e non so precisamente il perchè…) non mi aspettavo di trovare in queste pagine un argomento come la luce. Il motivo della mia sorpresa sta forse nel fatto che di luce non ne parla più nessuno; che gli unici argomenti interessanti riguardino esclusivamente quello che succede dopo lo scatto.
    Sono passato tra i professionisti da pochi anni e sto facendo una gran gavetta presso uno studio della vecchia guardia. Anche qui vale la regola che tutto ciò che si può ottenere in ripresa va fatto. Sicuramente un’ottima esperienza, ma occasioni formative che riguardino questo argomento, nemmeno l’ombra…
    Ben venga quindi la tua iniziativa che, se mantiene gli standard di qualità sostanziale che fino ad ora hai saputo garantire, io sicuramente parteciperò!

  • STEFANO DALL'ASTA
    Giu 23rd, 2010
    STEFANO DALL’ASTA says:

    Caro Luca,
    sono piacevolmente sorpreso da questo SJ. Sorpreso perchè (e non so precisamente il perchè…) non mi aspettavo di trovare in queste pagine un argomento come la luce. Il motivo della mia sorpresa sta forse nel fatto che di luce non ne parla più nessuno; che gli unici argomenti interessanti riguardino esclusivamente quello che succede dopo lo scatto.
    Sono passato tra i professionisti da pochi anni e sto facendo una gran gavetta presso uno studio della vecchia guardia. Anche qui vale la regola che tutto ciò che si può ottenere in ripresa va fatto. Sicuramente un’ottima esperienza, ma occasioni formative che riguardino questo argomento, nemmeno l’ombra…
    Ben venga quindi la tua iniziativa che, se mantiene gli standard di qualità sostanziale che fino ad ora hai saputo garantire, io sicuramente parteciperò!

  • Massimiliano
    Giu 23rd, 2010
    Massimiliano says:

    Mi sono iscritto a Jumper Premium da pochi giorni e credo di aver fatto una buona cosa, i contenuti che ho potuto visualizzare sono estremamente interessanti e colgono la vera essenza di ciò che un fotografo professionista cerca. Complimenti davvero per l’iniziativa, finora la scommessa è stata vinta sia da me sia da voi. Quando ho letto che pubblicherete una sezione relativa all’illuminazione in studio sono quasi saltato sulla sedia e ora sono davvero impaziente. Condivido ciò che Luca ha scritto nel suo articolo e aggiungerei che l’argomento è di estrema importanza per chi come me ha a che fare sempre più spesso con foto ad oggetti che sembrano fatti apposta per mettere in difficoltà il povero fotografo. Dunque ben venga che trattiate l’argomento e come utente di Jumper Premium vi dico che sono fortemente interessato ad approfondire “davvero” la luce. :-)
    Grazie e complimenti ancora.

  • Massimiliano
    Giu 23rd, 2010
    Massimiliano says:

    Mi sono iscritto a Jumper Premium da pochi giorni e credo di aver fatto una buona cosa, i contenuti che ho potuto visualizzare sono estremamente interessanti e colgono la vera essenza di ciò che un fotografo professionista cerca. Complimenti davvero per l’iniziativa, finora la scommessa è stata vinta sia da me sia da voi. Quando ho letto che pubblicherete una sezione relativa all’illuminazione in studio sono quasi saltato sulla sedia e ora sono davvero impaziente. Condivido ciò che Luca ha scritto nel suo articolo e aggiungerei che l’argomento è di estrema importanza per chi come me ha a che fare sempre più spesso con foto ad oggetti che sembrano fatti apposta per mettere in difficoltà il povero fotografo. Dunque ben venga che trattiate l’argomento e come utente di Jumper Premium vi dico che sono fortemente interessato ad approfondire “davvero” la luce. :-)
    Grazie e complimenti ancora.

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