Mobilità, movimento e immobilismo: le strategie per il successo

Mobilità, movimento e immobilismo: le strategie per il successo

E’ un periodo in cui, per vari motivi, siamo immersi in tematiche che sono legate al “movimento”. Si parte dalla questione personale che è assolutamente opposta al “movimento”, ovvero l’impossibilità di facile movimento: una stupida caduta, conseguente frattura alla caviglia, ingessatura ed effetti collaterali (punture in pancia, non sono piacevoli ma bisogna farle per evitare possibili trombosi, tendinite alla spalla per uso scorretto delle stampelle – nessuno fa corsi di formazione per imparare queste cose! – e pastiglie anti dolorifiche). Nulla di grave, se non che ci si accorge di quanto siamo dipendenti dal movimento indipendente, così come si riesce a capire solo quando si vive sulla propria pelle quanto il mondo sia difficile per chi ha problemi di movimento… è tanto banale dirlo quanto profondo sia capirlo perché una caduta così stupida cambia davvero molto della nostra vita e dovremmo pensarci, ed essere di supporto per chi questo “disagio” – qualsiasi “disagio” – se lo porta dietro da tanto, o da sempre.

Non voglio annoiarvi con fatti personali, usiamo le sensazioni personali per cercare di essere utili ad altri, a tanti che ci seguono. Ho imparato molto, in questo mese… ho capito che si può e si deve organizzare la vita in modo migliore del “correre” tutto il giorno. Non posso correre, e ho dedicato molto più tempo a fare lavori usando più tempo per la progettazione, ho seguito i processi di produzione con maggiore efficacia e puntualità, ho dedicato molto tempo (quello che di solito dedicavo al movimento) per sviluppare progetti e business… gli effetti sono che questo pensiero ha portato un sacco di lavoro nuovo e aperture di nuovi settori. Probabilmente questo gesso porterà una vitalità eccezionale per i prossimi mesi, e spero di avere imparato a dare priorità al tempo di “immobilità” quando, tra pochi giorni, tornerò ad essere “normale”. Già, perché le lezioni “obbligatorie” della vita si tendono a dimenticare quando si supera il periodo imposto. Il problema è che ci prendiamo in giro, sono il primo ad essere bravissimo a farlo: noi pensiamo sempre: mentre guidiamo, mentre camminiamo, sotto la doccia… ma non è così. Io scrivo mail ed articoli con il cellulare mentre cammino e corro per prendere la metropolitana. Lo posso dire, adesso: se ci dedichiamo il tempo giusto, nella posizione di lavoro ideale, concentrandoci al massimo su ogni singolo progetto e lavoro… i risultati sono superiori. Altra banalità, ma tanto so che le risposte sarebbero le stesse che avevo in bocca io: non ho tempo, inutile che mi fai la predica… devo correre e fare tante cose, se no non si procede. Bene, ok… non è vero, è una scusa che ci mettiamo in testa, il tempo si trova e si ottimizza, con risultati superiori e maggiore soddisfazione.

Ci sono altri motivi, però, per cui il tema del “movimento” e della “mobilità” mi hanno condizionato questo periodo: un paio di convegni dove mi hanno chiesto di parlare di “immagine in movimento” che mi ha permesso (proprio perché non “potevo muovermi”) di approfondire molti temi e c’è tanto da dire su quello che oggi è “video” e cosa è “movimento” nella comunicazione. Sempre perché dedichiamo poco tempo al fermarsi e pensare e progettare, si finisce col dare tutto per scontato, e non è così, si arriva solo alla superficie e non si va in profondità. Ho raccolto una cartella di idee legate al video così come bisogna intenderlo oggi e nel futuro e questo vuol dire tecnica, strategia, strumenti, progettualità… e sappiamo già che questo universo sarà sviluppato in iniziative che vi presenteremo tra poco. Torniamo alla base di un tema che ci è caro: oggi NON può esistere una separazione tra fotografia e video, sono la stessa cosa, quello che cambia sono i media di destinazione e il ruolo dell’utente: passivo, attivo o… interattivo. C’è da capire per quanto tempo il nostro utente è disposto a seguire il nostro messaggio, frazioni di secondo o secondi, o minuti, oppure ore. Sappiate che abbiamo un appuntamento già preso, non abbiamo la data, ma che sarà eccezionale come opportunità per aprire la mente, questo è sicuro.

Altro argomento che riguarda il “movimento” è legato al nostro muoverci in spazi non “fisici” (anche questo, in parte, è legato all’immobilismo del gesso, ma non solo: ci sono occasioni che arrivano e che non si possono tralasciare): parliamo della realtà virtuale (e le sue derivazioni, aumentata, mixed, eccetera): dopo due anni che ne parliamo, ne abbiamo fatto un corso di grande successo che se volete potete comprare come video (da qui) e che vi offre le basi della ripresa 360/VR, ora è tempo di passare allo stadio 2: nuovi sistemi di ripresa ma specialmente un mercato super maturo attende progetti, proposte e impegno. E – ve lo diciamo subito – muoversi in uno spazio virtuale è IL PROBLEMA (o l’opportunità), non certo solo la questione tecnica degli strumenti. Stiamo lavorandoci e ci sono davvero cose eccezionali da condividere. Ma andiamo oltre… altre occasioni, altri incontri, altri “puntini che si uniscono”… ci stanno facendo fare passi in avanti nei percorsi legati all’interazione fisica: spazi e messaggi che “cambiano” e “reagiscono” in funzione di quello che succede, dei movimenti che facciamo, del “chi siamo” o “quanti siamo” di fronte ad uno schermo. Sensori programmati che ci permettono di inventare nuove forme di comunicazione, che stupisce e coinvolge, avvolge. E poi ci sono tutte quelle azioni che “si muovono” indipendentemente da noi: lavorare per dare risposte ai clienti o ad un determinato target in automatico, non va bene per tutto e per tutti, ma permette al contrario di poter dedicare il tempo a quelle azioni e relazioni che davvero servono: stiamo parlando di sistemi tipo chatbot, che rispondono a domande che sono prevedibili e che offrono un contatto immediato, in tempo reale, anche con una forte e piacevole personalità (pensate ai sistemi come Siri di Apple o Assistant di Google). Ovviamente, serve impegno per creare i contenuti, e potrebbero essere usate anche per altre applicazioni (ne stiamo pensando alcune per chi lavora con l’immagine, e generano una “movimentazione” dell’informazione in un canale (quello della messaggistica, quindi Messanger, Whatsapp, Telegram o altre forse meno usate in Italia, come Kik).

Dobbiamo ripensare al come gestire, organizzare e far rendere il nostro tempo, se ci riusciamo ci sarà una rivoluzione economica in tutte le nostre realtà, che è opposta all’artigianato (investire tempo per fare)… il mondo è già pieno di qualsiasi cosa, forse non bisogna più “costruire nulla”… parlavo con un importante designer che ha una sua visione, legata ad una architettura che non costruisce fisicamente nulla… ci vorrebbe troppo tempo per sviluppare il pensiero, ma quello che vogliamo trasmettere è che la chiave del successo, della sostenibilità, ma anche della serenità è capire che non si vince solo correndo a testa bassa, ma usando il “movimento” nel modo giusto.

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