La storia di Guido (Harari) e di Kate (Bush), e il futuro dei libri fotografici

La storia di Guido (Harari) e di Kate (Bush), e il futuro dei libri fotografici

La fotografia è un bene ancora vendibile? L’argomento è stato spesso dibattuto, nelle pagine di questo sito e in tutte le occasioni di dialogo, in giro per l’Italia. Se siete in tensione, in attesa di una risposta, beh si… affermativo: la fotografia è ancora un bene vendibile. Certo che non si può pensare di “venderlo” come una volta.

Il vero problema è che oggi non ci sono (quasi più) i canali di vendita tradizionali di una volta, e questo significa che bisogna trovarne di nuovi, e non cambia se siamo perfetti sconosciuti o grandi nomi.

Proprio ieri sera mi è arrivato un comunicato che parla di un prodotto “fotografico” davvero eccezionale, e la modalità di vendita è diversa rispetto a quello che si potrebbe ipotizzare da una “eccezionalità” del genere. Gli ingredienti di questa incredibile storia fotografica – che da soli sarebbero stati sufficienti per poter creare un prodotto sicuramente vendibile con i tradizionali (e scomparsi) canali – sono i seguenti:

  • Uno dei nomi più importanti della fotografia italiana degli ultimi decenni (Guido Harari)
  • La storia in fotografia di una delle artiste della musica più affascinanti, profonde, amate: Kate Bush
  • Un volume di pregio, di quelli che non si possono non avere, se si ama la fotografia, la musica, la cultura del bello.

Lo ammetto, è un mix al quale sono molto sensibile: ho amato sempre il mondo della fotografia nel settore della musica, ed ho amato il lavoro di Harari da sempre e ho amato e amo alla follia tutto di Kate Bush: il suo disco di esordio (The Kick Inside) è stato il primo disco che ho comprato con i miei soldi, era il 1978 e io avevo 13 anni. Ovvio, prima di questo avevo altri “miei dischi”, ma regalati da qualcuno, e poi c’era la collezione di dischi dei miei genitori, migliaia di LP che ascoltavo (Jazz e musica brasiliana, principalmente), ma il disco di Kate Bush è stato il primo che ho davvero comprato io, con i miei risparmi della paghetta. Questo disco conteneva il brano che per eccellenza la può ricordare a tutti, Wuthering Heights (Cime tempestose), che ancora oggi è al primo posto nei suoi brani su Spotify, con oltre 15 milioni di ascolti. Ricordo ancora di avere letto, sui giornaletti dell’epoca che parlavano di musica, una sua intervista che finiva con il giornalista che chiedeva:

“Quale sarà il tuo prossimo brano, di cosa parlerà?”

“Non lo so, forse troverò l’ispirazione nel prossimo libro che leggerò”

Avevo una personale lista di persone/artiste/cantanti che avevo deciso che avrei voluto fotografare, Kate Bush era al primo posto (c’erano anche Alice, Nastassja Kinski ed altre…), ma la sana invidia per l’opportunità che aveva Harari di fotografarla era comunque mitigata dall’ammirazione per la qualità del risultato. La collaborazione artistica tra Kate e Guido è durata tanto, dal 1982 al 1993 (che, per coincidenza, sono anche gli anni che mi hanno visto più impegnato a “voler essere fotografo”… poi l’attività giornalistica, consulenziale e di ricerca verso il digitale mi ha preso completamente e mi ha portato dove sono ora, nel bene o nel male).

Racconto tutto questo non per parlare della mia storia, o del quanto questo volume per me rappresenta molto, ma per far capire il valore del progetto (non so se riuscirò a permettermi la versione super lusso, ma di sicuro acquisterò quella “normale”) e per collegarlo al passato al presente del mestiere di fotografo. Venti anni fa, un evento di questo tipo avrebbe avuto la coda di editori pronti ad accaparrarsi questo vantaggio. Dieci anni fa, il prodotto avrebbe comunque trovato (con qualche difficoltà in più e assenza di coda) un partner. Oggi il meccanismo deve essere spostato completamente verso gli utenti finali, verso l’acquirente che può rendere “reale” un progetto nell’unico modo possibile: pagare la propria copia in anticipo, per poter garantire/permettere di supportare la produzione. E’ l’era del crowdsourcing (settore dominato da Kickstarter, da Indiegogo e da altri servizi online), che è poi un meraviglioso strumento che non deve essere interpretato come un meccanismo al quale rivolgersi in mancanza di “successo tradizionale” (leggi: qualcuno che investa nel progetto), ma anzi nel miglior meccanismo di creazione di un progetto che davvero ha la forza vitale per prendere luce, perché desiderato davvero da un pubblico. E’ l’opposto del marketing che cerca di vendere, a posteriori, un prodotto, è addirittura “ecologico”: si produce se qualcuno lo ha comprato, non c’è un magazzino che si deve svuotare, e magari poi rimane pieno.

Il fatto che non ci sono più editori, ma questo non significa che non ci siano utenti di libri, anche di fotografia. Purtroppo non ci sono (quasi) più librerie, non c’è il tempo per passeggiare per le vie del centro per sbirciare in quei mondi che ci permettevano di fare scoperte emozionanti, la comunicazione si rivolge solo ai beni di massa, si esclude il rapporto emozionale tra chi sogna e progetta e chi sogna e che li acquista. Ma la rete permette di creare piccoli miracoli.

(nel frattempo, sto ascoltando uno dei brani che sono meno conosciuti di Kate Bush,

ma dove la poesia della sua musica e della sua voce raggiungono forse uno dei livelli più intensi).

Per avere informazioni su questo progetto, che si chiama “The Kate Inside. Guido Harari”, potete dare un’occhiata qui. Il 26 settembre (durante la Kate Bush Convention a Birmingham) verrà lanciato il progetto ufficialmente (quindi ci saranno maggiori dettagli ed informazioni). Vi anticipiamo comunque alcuni “dati”:

1) Il libro con copertina cartonata ha 240 pagine e delle misure davvero eccezionali (29x39cm, 11”x23” ca). E’ stampato su carta 170g da Grafiche Milani, maestri stampatori di Milano.

2) L’edizione Deluxe è limitata alle prime 350 copie, tutte personalmente firmate sia da Guido che dal leggendario mentore di Kate, Lindsay Kemp, il quale ha anche scritto una speciale prefazione.

3) Contenuta in un cofanetto cartonato a scivolo, la Deluxe avrà una copertina in pelle piena e un certo numero di pagine extra. Comprenderà anche una stampa fine art firmata e numerata (24x30cm, 10”x11”) disponibile esclusivamente in questa edizione e anche un set di 8 riproduzioni di Polaroid (10x15cm/3”x5”, non firmate e non numerate). Si tratta delle stesse Polaroid usate da Guido e Kate durante i servizi del 1985 e del 1989, mai pubblicate prima. Le Polaroid saranno disponibili esclusivamente come parte della Deluxe.

4) Il costo, scontato del 25% per l’edizione standard è di 90 euro (2650 copie), 390 Euro per quella Deluxe (solo 350 copie).

Quando si parla di soluzioni come queste, molti si emozionano (ed è un bene) e credono di avere scoperto “il trucco” (ed è un male). Facendo così, si opera con la stessa logica del marketing becero, a caccia di meccanismi simili a quelli che hanno avuto successo. Le possibilità sono enormi, per tutti, vuol dire che tutti ci provano. Venire fuori, in questo magma di offerta, è quasi impossibile. I “trucchi” non esistono, esiste la creazione di una relazione con le persone, vera e intensa. Serve lavorare su valori veri, intensi: guardate la storia di Harari, quella di Kate Bush… e solo se capite quanto è straordinaria potrete capire quanto straordinario deve essere il vostro progetto. Perché siamo sicuri che questo libro riuscirà ad uscire dal magma, che se ne parlerà in tutto il mondo, che ci sarà una rincorsa per accaparrarsi l’esclusività di una copia. Ma quale è il valore del vostro progetto? Attenzione: non servono necessariamente “materie prime” così forti, ma se non le abbiamo, dobbiamo puntare sui contenuti, sulla forza che possono rappresentare.

La fotografia è vendibile, purché faccia parte di un progetto, che disponga di un contenitore prezioso (che si desidera possedere), che possa raccontare un progetto o una storia che le persone hanno voglia di ascoltare. Ci sono molte sfumature, in tutto questo, che possono per esempio portare verso la pubblicazione di libri destinati a media digitali (computer, tablet, smartphone), stampa digitale (si stampa quello che si vende, senza avere magazzino), o altro ancora. Nel nostro piccolo, stiamo seguendo strade decisamente rivoluzionarie con la prossima uscita di JPM8, costruita attorno a strategie editoriali tutte nuove ma che, ancora una volta, puntano sul valore del contenuto, prima di tutto.

E’ una bella stagione, per chi ha idee e belle storie di valore da raccontare, anche sotto forma di fotografie… Iniziate a comprenderlo, magari prenotando questo volume… andrà a ruba.

Comment (1)
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  • Guido Harari
    Set 28th, 2015
    Guido Harari says:

    Grazie Luca!!!

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