Archivi digitali: cosa scompare, cosa riappare: il passato trova il suo futuro, se vale…

Archivi digitali: cosa scompare, cosa riappare: il passato trova il suo futuro, se vale…

Due storie si sono intrecciate in questi giorni e sono state le candidate ad essere protagoniste nel SundayJumper di questa domenica. E poi, come spesso accade, ci siamo accorti che si trattava di due sfaccettature che potevano essere mostrate insieme, per raccontare una sensazione che si è materializzata nella nostra mente: la ricerca, a volte, è proprio quella di mettere insieme i due tasselli, per avere un quadro più chiaro.

Il primo tassello di questo tema lo abbiamo trovato sfogliando le informazioni relative alle novità di Photoshop CS4 (a proposito: installato… a breve vi presenteremo qualcosa di molto interessante, in merito); tra le varie funzionalità, si segnala che (cito):

Il formato PhotoCD non è più sviluppato né supportato da Kodak. Il plug-in di importazione Kodak PhotoCD non è più incluso nel pacchetto di installazione di Photoshop CS4. Si consiglia di convertire i file PhotoCD in un altro formato (ad esempio, DNG o PSD). 
Finisce un’epoca, che il sottoscritto (come tanti altri) ha vissuto fin dalla nascita. Ero a Londra, nel 1992, una delle tre sedi che, in contemporanea mondiale, proponeva la “rivoluzione” della fotografia: un’idea geniale, e al tempo stesso priva di un fondamento pratico. La grande Kodak voleva gettare le basi verso il digitale, imponendo la sua strada: continuate a scattare su pellicola, e poi trasferite i vostri negativi su un bel CD con le immagini salvate e già disponibili in 5 formati diversi, in un’architettura piramidale: un solo file che consentiva l’accesso al numero di pixel necessari per ogni specifica applicazione, dall’icona, fino all’ingrandimento. Mi ricordo, in quella presentazione a Londra, il video che mostrava dei cassetti pieni di foto vecchie, che poi finivano nel Cd guadagnando una nuova vita “moderna”. Si mostrava la strada del futuro, e al tempo si preservava un presente fatto di un mercato di pellicole e dei laboratori.
Il gioco non ha mai funzionato del tutto, nemmeno quando poi è uscita la versione professionale, con un sesto formato in più, ad alta risoluzione, sebbene alcune realtà abbiano trovato delle interessanti nicchie di mercato, guadagnando grandi e importanti consensi. Il problema è stato duplice: la mancanza di interesse da parte di Kodak di sviluppare “realmente” l’evoluzione digitale (si voleva, al contrario, imporre delle strade obbligate, in un settore – quello digitale – che invece sin da subito ha vinto in tutte quelle forme “libere” e senza vincoli) e poi la mancanza di cultura verso il mondo dei computer e dell’evoluzione del desktop publishing: troppo tardi, e comunque non certo grazie a Kodak, ma ad alcune software houses indipendenti, è stato compreso che la soluzione “consumer” poteva in realtà essere eccezionalmente valida nell’ambito della realizzazione di riviste e stampati. Il treno, poi, è stato definitivamente perso quando, verso il 1995, sono esplose le fotocamere digitali che hanno di fatto reso incongruente un passaggio “Pellicola-CD”. La decisione di Adobe di togliere il supporto al formato PhotoCd da Photoshop mette una parola fine ad una storia già morta da più di dieci anni.
Per una storia che si chiude, e che è emblematica di una visione limitata (come ha fatto un’azienda così importante a guardare il futuro solo dal buco della serratura?), ne possiamo raccontare una che, invece, prende un passato scomparso, e la ripropone nel futuro con un impatto devastante. L’altro giorno, Google (sempre loro, i ragazzi terribili…) ha annunciato di avere messo a disposizione sul web l’archivio di Life, la leggendaria rivista che ha interrotto la sua pubblicazione, ma che rappresenta ancora la storia della fotografia. Dal 18 novembre, se si effettua una ricerca di qualsiasi keyword su Google (nella sezione immagini) inserendo anche la dicitura source:life, si otterranno come risultato tutte le immagini dell’archivio di Life attinenti alla keyword stessa. Un esempio? cercate Hollywood source:life, ed ecco quello che potrete ottenere:
Al momento, sono state inserite circa il 20% dell’intero archivio, ma tra pochi mesi avremo oltre 10 milioni di immagini on line, e moltissime (quasi tutte, in realtà) sono immagini inedite, mai viste. Tutte acquisite e disponibili alla risoluzione di 1280 pixel di base, quindi adeguate per una visione a pieno schermo. Per chi lo desidera, è possibile anche ordinare delle stampe fine art, ad un costo compreso tra i 79 dollari e 103 dollari, a seconda della dimensione (guardate qui sotto):
Per una storia che si chiude e che prometteva un futuro per la fotografia analogica nell’era digitale, quella del Kodak PhotoCD, ecco un futuro per un archivio storico, che il mondo analogico (quello della carta stampata) aveva messo in cantina. Il meccanismo di Google, però, non è da vedere nell’ottica di un “business” di stampe: questa è solo una chicca, il vero business, ancora una volta, è creare traffico per il motore di ricerca, che vive, si alimenta e crea fatturato sulla sua capacità di trarre profitto dal passaggio degli utenti. Nel primo caso, quello del PhotoCD, un’azienda tentava la strada (sbagliata) del vincolare gli utenti, di obbligarli a seguire la strada più interessante per l’azienda stessa; nel secondo caso, si lascia la libertà di fruire di contenuti di valore, gratuitamente. In queste due storie – volutamente legate al mondo della fotografia, quindi… facili da confrontare all’interno del nostro mondo  – c’è forse la chiave per capire come si evolve il mondo e il business, e di conseguenza, come dobbiamo muoverci, se vogliamo ottenere successo. La cultura digitale impone nuove formule, nuove mentalità, nuovi approcci: si, è dura… lo sappiamo. Ma non siete soli, in questo sforzo!
Luca Pianigiani
Comments (4)
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  • biglio
    Nov 23rd, 2008
    biglio says:

    Bene identifica l’argomento la realtà: le ultime generazioni di fotografi sono sempre in netto ritardo sui tempi… ci avevate mai pensato? per fortuna ci sono dei “ragazzi terribili ” che fanno la nostra parte…

  • biglio
    Nov 23rd, 2008
    biglio says:

    Bene identifica l’argomento la realtà: le ultime generazioni di fotografi sono sempre in netto ritardo sui tempi… ci avevate mai pensato? per fortuna ci sono dei “ragazzi terribili ” che fanno la nostra parte…

  • eugenio d'orio
    Nov 26th, 2008
    eugenio d’orio says:

    ciao Luca,
    questo sunday mi ha fatto riflettere sul cocetto di libertà e “costrizione”.
    bazzicavo il “click create and print” si epson/apple/nikon, ed ho notato una politica analoga attuata da epson con Digigraphie, non so se la conosci, ma mi sembrava una costrizione bella e buona per un fine che,perdonami, non ho compreso se non quello di usare stampante inchiostri e carte epson, cosa ne pensi?
    approfitto per ringraziarti delle newsletter che considero dei corsi d’aggiornamento on line (almeno per me).
    ciao

  • eugenio d'orio
    Nov 26th, 2008
    eugenio d’orio says:

    ciao Luca,
    questo sunday mi ha fatto riflettere sul cocetto di libertà e “costrizione”.
    bazzicavo il “click create and print” si epson/apple/nikon, ed ho notato una politica analoga attuata da epson con Digigraphie, non so se la conosci, ma mi sembrava una costrizione bella e buona per un fine che,perdonami, non ho compreso se non quello di usare stampante inchiostri e carte epson, cosa ne pensi?
    approfitto per ringraziarti delle newsletter che considero dei corsi d’aggiornamento on line (almeno per me).
    ciao

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