Al mercato della fotografia, un topolino mio padre comprò (e altre storie)

Al mercato della fotografia, un topolino mio padre comprò (e altre storie)

500px diventa cinese
Imani Clovis

La notizia, di qualche giorno fa, sembra essere passata inosservata. Quella che è forse la più larga community di fotografia, 500Px, è stata acquisita al 100% dai cinesi di Visual China Group (VCG), una società leader nel campo visual-content licensing and visual data technology con sede a Beijing. Abbiamo deciso di non tradurre la “definizione” di chi è VCG perché avremmo anticipato i concetti che vogliamo segnalare in questo articolo.

Qualcuno forse ricorderà che abbiamo parlato di Visual China Group poco più di un anno fa, quando la stessa compagnia ha acquisito Corbis (vi consigliamo di andare a rileggere per avere un quadro completo). All’epoca si parlava, e ha senso proseguire a farlo, sempre di più, di una omologazione dell’immagine, sempre più legata a centri distributivi globali, ai supermercati della comunicazione. Ma oggi, secondo noi, c’è di più su cui riflettere. Ma andiamo per gradi.

500px diventa cinese

L’interesse verso 500Px – che ha sede a Toronto, in Canada – era già stata manifestata da VCG già nel 2015 quando ha concesso un fondo di investimento pari a 13 milioni di dollari per sviluppare una joint venture per aprire la community verso il mercato cinese tramite il portale dedicato 500px.me. Ora, anche se non confermata, la cifra sborsata per la totale acquisizione sarebbe di 17 milioni di dollari, ed è interessante valutare la discrepanza tra le due cifre (hanno pagato tanto la joint venture per aprire il mercato cinese? Hanno pagato poco per il totale controllo? Hanno fatto un’acquisizione in due step senza dirlo, per un valore totale all’epoca già previsto di 30 milioni di dollari, una cifra bella tonda come una palla? Il mercato cinese vale da solo oltre il 40% del business mondiale? Non lo sapremo mai, anche perché questi sono conti della serva che non considerano altri elementi ed altri investimenti).

Qualcuno grida allo scandalo: un altro pezzo che finisce in Cina, che a dirla tutta non è poi un luogo dove la libertà dell’informazione e della democrazia sono al top, e la fotografia – prima di tutto – è un mezzo di informazione e addirittura di denuncia. Sarà un bene concentrare proprio sui server cinesi un valore di tali dimensioni? Probabilmente, questo rischio non è per il presente, e il futuro sarà tutto da disegnare, chissà se avremo modo di percepirlo, perché le rivoluzioni sono spesso più lente e gli step evolutivi non si notano così facilmente. Quello che però è forse più importante valutare è che sono tante le evoluzioni che riguardano le questioni più direttamente legate alla gestione dei dati, e le immagini sono anch’esse dati. Per fare un esempio, qualche giorno fa Apple si è dovuta piegare alle leggi cinesi che impongono di avere il controllo dei dati degli utenti cinesi su server locali gestiti e controllati a livello governativo. Cosa c’entra in tutto questo 500Px, la fotografia e l’acquisizione in questione? Con Apple e con iCloud, nulla, ma con i dati, tantissimo.

Abbiamo scritto che Visual China Group è definita (vi avevamo avvisato: non abbiamo copiato ed incollato il termine per pigrizia), una visual-content licensing and visual data technology company. Nel comunicato VCG, si dice:

“Come una delle principali società di licensing visual-content in tutto il mondo, VCG ha sempre manifestato grande passione per la comunità 500px”, ha detto Amy Yang, CEO di VCG (nel frattempo dimessosi). “Questa acquisizione è in linea con la strategia di VCG per costruire un ecosistema mondiale in grado di offrire immagini di alta qualità. Integrando il nostro sapere e le risorse sia di 500px.com e 500px.me, arricchiremo ulteriormente la nostra base di contenuti, le nostre competenze tecnologiche, la offerta di prodotti, per continuare a fornire il miglior servizio e l’esperienza per i nostri milioni di creativi visuali.”

Ma quali sono il “sapere” e le “competenze tecnologiche” di VCG? La gestione dei big data, l’Intelligenza Artificiale (AI), le tecnologie blockchain (ricordate che ne abbiamo parlato riguardo alle novità della criptovaluta di Kodak? Tutto torna, tutto si sta muovendo verso la stessa direzione). L’immagine, la fotografia in particolare, è il percorso più fluido, veloce e “umanamente naturale” per gestire, raccogliere e distribuire dati. Da oggi, VCG ha aggiunto al suo portafoglio13 milioni di fotografi professionisti e hobbisti provenienti da oltre 195 paesi che utilizzano la piattaforma di 500px, e siamo dell’idea che sia questo il principale business dell’operazione, più che il fatturato e l’economia che può derivare oggi dal business diretto di questa community. Chi dominerà la comunicazione per immagini, dominerà i dati in essi contenuti, e di conseguenza il mondo.

Lo sappiamo, chi sta leggendo potrà pensare che si tratta di fantapolitica e di visioni fantascientifiche che non arrivano a condizionare il nostro presente, la nostra vita, il nostro specifico futuro. Molti faranno spallucce, andranno oltre, forse non torneranno a trovarci. E chissà cosa faranno, oggi, una giornata dove in teoria (scusate il concetto di “teoria”) si gioca il futuro del nostro Paese, visto che è un giorno di elezioni. Forse ci basta essere “informati” in modo “approssimativo” oppure dovremmo preoccuparci di quello che scrive oggi Pierluca Santoro sulla newsletter – anch’essa domenicale come la nostra – di DataMediaHub che sinceramente vi consigliamo di seguire se siete interessati al mondo dell’informazione:

In questa campagna elettorale, contrariamente alle altre volte, i politici hanno scelto, deciso, di non incontrarsi mai tra loro. Una scelta molto chiara iniziata con “lo schiaffo” di Di Maio a Renzi per le regionali in Sicilia e proseguita sino al silenzio elettorale di ieri. Decisione che sia i giornali, siano questi nel formato cartaceo o online/digitale, che le televisioni, hanno supinamente rispettato proponendo interviste, incontri, approfondimenti, o presunti tali, e così via, in cui i rappresentanti delle diverse forze politiche hanno spesso addirittura evitato di incontrarsi nei camerini degli studi televisivi. Se, da un lato, si tratta dell’evidenza di quanto e come sia stato aspro il dibattito, dall’altro lato è un chiaro indicatore di come il giornalismo sia prone, supino alla politica. Se e quando, come in questo caso, il giornalismo diviene il cane da compagnia, invece di quello da guardia, del potere, perde buona parte del suo senso e valore. Non crediamo ci possano essere dubbi al riguardo.

Se facciamo spallucce su quello che riguarda direttamente l’uso della “nostra” fotografia, dei meccanismi economici, politici ed evolutivi che passano da questo nostro mondo, forse faremo lo stesso con gli appuntamenti di oggi… si farà spallucce alle elezioni, forse preferendo la nottata degli Oscar, o… il derby Milan-Inter (che però è stato posticipato per la triste notizia della morte del capitano della Fiorentina, Davide Astori).

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