Internet of eyes: come cambierà il nostro mondo nei prossimi 5 anni?

Internet of eyes: come cambierà il nostro mondo nei prossimi 5 anni?

Internet of Eyes
Carl Cheng

 

I sistemi di ripresa (siano questi fotocamere o videocamere) sono al centro dell’evoluzione del business dei prossimi 5 anni: è la rivoluzione annunciata chiamata Internet of Eyes, forse meno chiacchierata di quella che viene chiamata “Internet of things”, l’internet delle cose: oggetti che svolgono una loro attività e servizio grazie alla connettività con la rete. Per fare esempi banali, i frigoriferi che si accorgono che manca il latte e lo ordinano al supermercato, il forno che viene acceso quando saliamo sul treno di ritorno e mandiamo un comando con lo smartphone per poter gustare le patate arrosto appena si arriva a casa, e mille altre cose. Il settore “dell’Internet degli occhi” è parte di questo mondo delle “cose connesse”, solo che la sua caratteristica è appunto avere “occhi” che possono vedere e tramite questa caratteristica consentire analisi, valutazioni, creare reazioni o servizi alla comunità, alle aziende, alle istituzioni, agli enti legati alla sicurezza. Si prevede che nel 2022 saranno almeno 45 miliardi (almeno) questi sistemi “visivi”, che possono “vedere” e catturare vari tipi di immagini: 2D, 3D e le seguenti “D” (4D, 6D…), 360, termiche, infrarosse, ultrasoniche, eccetera. La crescita, nei prossimi 5 anni, sarà del 212% , quindi passeremo dagli attuali 14 miliardi di “occhi” appunto alla cifra incredibile già citata di 45 miliardi di unità.

Ancora più interessante è sapere che, in questo quadro, cambiano gli equilibri del “dove sono inseriti” questi occhi: oggi, circa il 72% è rappresentato da smartphone, fotocamere e videocamere e sistemi foto/video posizionati su treppiede… quindi quelle che oggi definiremmo i normali strumenti di ripresa che conosciamo o che ci siamo abituati a definire tali (gli smartphone, fino a pochi anni fa, non erano considerati “degni” di tale nome). Nel 2022 il quadro cambierà, questa fascia scenderà in proporzione limitandosi al 59% (in realtà, non si ridurrà in numero assoluto, anzi crescerà moltissimo: oggi sono 10 miliardi, tra cinque anni saranno oltre 26 miliardi di unità) , ma crescerà in modo esponenziale l’ambito della Smart Home (che non è una voce ancora definita e che rappresenterà il 18% del totale), e poi crescerà molto l’inserimento di “occhi” nei sistemi di sicurezza (dal 3 all’8%), cresceranno dentro i robot e poi una voce “altro” , in totale 18% del peso totale, dimostra che saranno tantissimi i campi che forse nemmeno possiamo immaginare, che faranno tesoro di questa potenzialità. Uno tra tutti, i sistemi di guida autonoma (leggere: automobili del futuro) che saranno equipaggiate di tanti sensori visuali che permetteranno di analizzare, confrontare e reagire a qualsiasi situazione esterna. Le auto a guida autonoma genereranno incidenti perché commetteranno errori? Certamente sì, ma rispetto agli errori degli esseri umani saranno probabilmente molti meno.

Torniamo agli smartphone: è previsto che nel 2021 i modelli più evoluti saranno dotati da 6 a 13 sistemi di ripresa integrati tra loro (come al momento succede con le doppie fotocamere dei telefoni top di gamma), e queste soluzioni consentiranno non solo di aumentare in modo impressionante la qualità, ma specialmente la capacità di calcolo computazionale, aumentando “l’intelligenza” e l’analisi dei contenuti visivi per ottenere funzionalità che probabilmente nemmeno possiamo immaginare (o forse si). In tutto questo dobbiamo interrogarci davvero su come immaginiamo la fotografia e la produzione video. Serviranno ancora produttori di immagini, in un mondo dotato di 45 miliardi di sistemi che riprendono tutto, e fanno molto di più, perché si integreranno non solo a delle reti di comunicazione, ma specialmente diventeranno “dati visuali” sui quali si giocheranno i principali business globali?

Aa questo argomento – pensare al nostro ruolo di creatori di immagini nel prossimi 5 anni – abbiamo deciso di dedicare il secondo taccuino di Jumper, che uscirà entro gennaio 2018 e che sarà la seconda “beta” di questo progetto nato alla fine del 2017 (il primo numero  è qui … lo avete letto?), e che rappresenta la nostra “visione” un nuovo modo di pensare ad una “rivista di informazione”, che potrà esistere e proseguire solo se sarà evidente nei fatti che è considerata utile ed interessante. Il futuro, come sempre, è nelle mani di noi tutti, non arriva per caso, e ne siamo protagonisti. A breve partirà una campagna di abbonamento, se non volete essere impreparati al futuro, questo sarà uno step importante ;-)

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