Jumper

Il Sabato del villaggio: quando l'attesa è importante viverla

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l’ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d’allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
ch’anco tardi a venir non ti sia grave.
(
Il Sabato del villaggio – Giacomo Leopardi)

A volte le date imposte sono delle prigioni: oggi è domenica – da pochi minuti, per chi scrive – ed è l’11 aprile. Domani, 12 aprile, verrà annunciato qualcosa di importante, ma oggi non possiamo parlarne: è questione di “embargo“, anche se si tratta di un “embargo che fa acqua da tutte le parti“, nel senso che in rete se ne parla da settimane, e fa davvero sorridere far finta di nulla. Ma qui siamo personcine serie, e quindi se firmiamo delle clausole le rispettiamo (anche quando non le firmiamo, basta la parola: sta di fatto, però, che le abbiamo proprio firmate per motivi che riguardano il grado di approfondimento che volevamo e dovevamo avere. Dovevamo sapere, molto prima e molto di più, e quindi ci siamo impegnati).

Domani ne parleremo, in modo approfondito, quindi domani riceverete un’aggiunta a questo SundayJumper, ma in realtà ci sarà anche più, ben di più che non un semplice “testo”. Il fatto è che oggi è domenica 11, e non lunedi 12… il che vuol dire che bisogna parlare di altro, e non è che non ci sarebbero argomenti: ce ne sono sempre tanti, da discutere con gli amici. Ma è come al lunedi mattina, al bar: non siamo tra quelli che amano il calcio, e quindi al lunedi mattina mi sembro scemo ad andare al bar dove tutti parlano di calcio. Negli altri giorni si può quasi parlare di tutto, al lunedi mattina se ti metti a parlare del futuro del mondo ti guardano come se tu fossi un beota: si parla, naturalmente, del Milan, dell’Inter, della Juve e dei fatti che hanno contraddistinto la giornata calcistica.

Al tempo stesso, mentre cercavamo un argomento che potesse rendere sensata la scelta della discussione, che potesse mettere da parte il discorso “del giorno”, mi è tornata in mente – che strana macchina è la mente umana – la poesia “Sabato del Villaggio” di Giacomo Leopardi. E’ una cosa curiosa, perché non amo molto la poesia (anche se poi, amando la parola scritta, non posso che non esserne attratto), ma specialmente perché ho studiato all’estero (in Brasile) e quindi ho perso molti degli anni che di solito si passano a scuola sulle poesie degli autori italiani. Di questa poesia, non ne ricordavo tanto le parole, che sono andato a recuperare, ma il senso che  – evidentemente – mi era rimasto nella mente, e quindi mi aveva colpito. Il senso della poesia portava a dire che il sabato, preludio al giorno di festa, è il momento più bello, tutto da gustare. Permette di fantasticare, di guardare con serenità al futuro. Quando si arriva alla domenica, si guarda già oltre, alla settimana di lavoro che sta “tornando”, e quindi si perde l’attimo, non si riesce a cogliere appieno. Siamo sempre un po’ così tutti, no? Non riusciamo a vivere l’attimo, che sfugge, che non riusciamo a goderlo nella sua completezza, perché siamo proiettati nel futuro. Siamo tutti un po’ (e noi ancor più colpevoli, lo ammettiamo) quei “garzoncelli scherzosi” della poesia, che hanno tanta fretta di raggiungere l’età adulta, di raggiungere il futuro, ed invece è importante goderci l’attesa del sabato, che sono poi – metaforicamente – i sogni della giovinezza.

Alle porte di un’evoluzione importante (perché sarà importante…), mi domando se ne siamo pronti, se dedichiamo all’attesa il giusto tempo, la giusta sensazione. Qualcuno potrà dire che un prodotto o una tecnologia (visto che si tratta di questo), non può essere sempre così importante da condizionare la nostra vita, personale o professionale. Certo, ci sono tanti dettagli, di pari o superiore importanza, ma ci sono anche momenti storici che influenzano il mondo che viviamo, le professioni, i mercati e che li viviamo da “domenica” e non da “sabato”: li diamo per scontati e guardiamo oltre. Ancor più quando le innovazioni sono “seriali”, e quindi sono caratterizzate da numeri progressivi: 1, 2, 3, 4…5. Dopo il 4 è ovvio che arriva il 5, spesso prima di quello che si attende, e poi – dopo il 5 – arriverà un 6, un 7… Si tende a minimizzare, addirittura a subire un fastidio. E non ci si ferma a guardare, si corre avanti, magari denunciando a gran voce l’intenzione di “fermarsi”, di attendere, di non voler subire le innovazioni, ma di controllarle. Quindi, oggi, quando non si può ancora dire nulla, ma anche domani  (quando invece anche noi, che siamo corretti nel seguire le date, se ne parla dopo le 17 ora italiana…), e anche nei prossimi giorni, il consiglio è quello di considerare un periodo di attento godimento di quello che sarà… andando oltre alla breve e disincantata analisi di nuove funzionalità o nuovi “effetti speciali”: secondo noi, questo “gradino” di innovazione sarà importante, perché ci metterà di fronte a dei fatti, che finora abbiamo solo percepito, discusso, sognato. E, quando bisogna passare dalla teoria ai fatti non basta “guardare oltre”, dobbiamo guardare dentro: dentro l’innovazione e dentro di noi.

Questo SundayJumper, quindi, non è vuoto come pensavamo, è un momento da condividere, e in qualche modo rispecchia lo spirito stesso del SundayJumper: quello di un’informazione che esce dalla cronaca, dallo stress delle giornate di “azione”, dalle corse: ci si ferma, si assaggiano e si affrontano tematiche da “domenica”, si guarda con maggiore serenità a quello che bisogna fare. Ci si ferma a pensare: domani parleremo di novità, cercheremo di collocare le novità in un contesto che in questi mesi abbiamo già digerito, visto che da mesi sono i nostri compagni di viaggio, li abbiamo usati prima di voi (ancora in versioni non definitive) non per morbosa curiosità, ma per produrre, per realizzare progetti. Ed è per questo che parliamo così, oggi, nella giornata della vigilia. Lo sapete che non siamo “giornalisti” che affrontano le novità con spirito consumistico, come un pasto da preparar veloce e farlo digerire ai lettori come un panino del fast food. Siamo persone che cercano di capire – quando ci sono vere innovazioni – come e cosa può cambiare, e per farlo non basta annusare, bisogna sporcarsi le mani, bisogna soffrire per capire, cercare di guardare oltre all’ovvio che esce da un comunicato stampa. Domani saremo al mattino alla conferenza di annuncio, ci diranno cose che vi racconteremo… ma prima di tutto vi racconteremo come la vediamo, e come l’abbiamo vista prima noi. Com’è stato il nostro “sabato”… un sabato bellissimo, di scoperte, di emozioni, di sogni che si realizzano. A domani… per ora, che sia ancora “sabato”, per voi.