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Q&A: Conviene inserire un watermark nelle foto di Flickr?

Foto: http://www.istockphoto.com/user_view.php?id=1306270

La discussione è riesplosa in rete di recente, ma l’argomento è vecchio, ma non per questo – evidentemente – superato: quando è utile proteggere con un watermark le immagini che pubblichiamo su Internet? La prima risposta, che sembra anche la più ovvia, è: certamente si, il watermark è un modo per rendere più difficile, a volte impossibile “rubare” una fotografia e quindi ne impedisce un uso indebito: chi è interessato deve a quel punto contattare l’autore e chiederne una versione “pulita”, non prima di avere contrattato il giusto compenso.

Qual è l’altra faccia della medaglia? Evidente: un “tatuaggio” sgradevole sull’immagine ne toglie gran parte del suo “mood”, della sua emotività, del suo impatto  creativo. Se la nostra finalità, pubblicando sul web le nostre immagini (sul nostro sito oppure su un qualsiasi social network) è quella di creare attenzione e “amore” per il nostro lavoro, in un sol colpo stiamo buttando tutto al macero: nessuna foto è davvero così fantastica da superare tale mutilazione, specialmente quando questo segno è grande, centrale, invasivo. In molti non saranno d’accordo: prima di tutto dobbiamo proteggere il nostro lavoro, il resto è filosofia spicciola. Mi permetto di dissentire: si tratta di strategia, non di filosofia. Se creiamo una barriera così ostica e antipatica non solo allontaniamo la vista dalla bellezza del nostro lavoro (diamo per scontato che sia bello…), ma stiamo dicendo qualcosa di ancora più sgradevole, stiamo dichiarando “Non mi fido di te, brutto sporco ladro di foto…“. Sul web ci sono molti “ladri“, così come molte persone sensibili e interessanti, ma non piace a nessuno di sentirsi trattare “fino a prova contraria” come un potenziale ladro.

In particolare, se abbiamo deciso di usare, per nostra strategia di marketing, strumenti che non sono nati per questo scopo, e che tendiamo a considerare delle “furbate” a nostra disposizione, dobbiamo anche percepirne il valore, la filosofia (qui il termine ci sta) e l’approccio degli utenti. Un esempio classico è Flickr: il più ampio universo di fotografie che l’essere umano ha mai concepito e sviluppato. Su Flickr ci sono tante (tantissime) foto orribili, ma anche la più brutta foto dei piedi, dei fiorellini, del gatto è comunque una testimonianza della forza dell’immagine per comunicare e per amare il mondo: una bella dose di umiltà dovrebbe portare tutti ad apprezzare lo sforzo, perché da questo seme (la voglia di comunicare per immagini) poi nasce il mestiere di chi lo fa per professione. I fotografi professionisti non devono avere paura di “mischiarsicon tanti che sono semplicememente “persone che scattano foto“, con la propria compatta, col cellulare oppure anche con una fotocamera super costosa che alcuni professionisti nemmeno possono permettersi…

L’uso di Flickr da parte dei professionisti è consigliato non solo “per farne parte”, ma per usare la potenza dei social network per farsi conoscere, per promuovere il proprio lavoro; sarà più facile che Google intercetti una nostra pagina su Flickr (sempre che ci dedichiamo seriamente all’indicizzazione e usiamo i commenti e le “amicizie” per creare traffico, se non facciamo attività “social” non saremo “social” e quindi saremo invisibili), rispetto al nostro sito, magari in Flash, che vediamo solo noi, il nostro zio e la portinaia. Quello che però dobbiamo comprendere è lo spirito di Flickr, che non nasce, appunto, per lo scopo di “mettersi in mostra”, ma di condividere l’amore per la fotografia. Personalmente, sono iscritto ai social network dedicati all’immagine dall’estate del 2003 (ho motivi per ricordarlo), e ne ho ottenuto enormi elementi positivi (incredibili) sia dal punto di vista lavorativo, che da quello umano. Sono cresciuto, ho creato relazioni fortissime, ho trovato collaboratori e anche clienti. Il social network, se non usato con banale approccio e stupidità, funziona eccome. Bene, se usiamo Flickr, e sappiamo che questa è una strategia, non possiamo avere un atteggiamento egoistico, arrogante e da sfruttatore. Ancor peggio, non possiamo permetterci di dire a tutti gli utenti: “Hey tu, so che mi vuoi rubarmi le foto, quindi stai alla larga”, quello che otterremo sarà la totale indifferenza di chi vale davvero, e questo renderà inutile il nostro lavoro di “socializzazione”. Dobbiamo trattare le persone – tutte – da amici, da persone positive, dobbiamo aiutare a migliorare il loro “lavoro”, se siamo in grado dovremmo dare buoni consigli, segnalare apprezzamento quando vediamo foto di valore, e far nascere quel rapporto di amicizia, stima e complicità che ci si aspetta in una qualsiasi relazione “umana”.

Per questo motivo, sconsigliamo di usare eccessive e antipatiche protezioni come evidenti watermark: magari fatene uno piccolino, con il semplice nome, in un angolino, per non disturbare l’opera e come semplice “firma”, non come “difesa”. Chi vuole rubarvi le foto forse verrà allontanato da un marchio che richiede troppo tempo da eliminare con Photoshop, ma al tempo stesso allontaniamo tutti… allora a cosa serve esserci, sul web e su Flickr? Lo so, ci sono rischi, anni fa (era il 2007) ne abbiamo parlato per esempio con un’amica, Zemotion (la fotografa secondo noi più brava al mondo, a parità d’età), che è stata vittima di un furto di una sua immagine presa da DeviantART (altro sito, meno conosciuto di Flickr, ma estremamente interessante… anche se un po’ decaduto negli ultimi anni): una foto è stata presa e pubblicata su un giornale in una pubblicità. Lei si è arrabbiata moltissimo (comprensibile), ma il senso del discorso è: il suo uso dei social network le ha creato questo danno, è vero, ma l’ha fatta conoscere nel mondo… aveva poco più di 18 anni e la qualità del suo lavoro ha girato il mondo, e lei ora è una fotografa affermata. Senza Internet, senza essersi sottoposta al “rischio” del web, in pochi l’avrebbero scoperta. Le hanno rubato un’immagine (probabilmente anche di più), ma lei ora vive di fotografia e ha i riflettori puntati, gira il mondo, è diventata testimonial di importanti aziende, lavora per multinazionali. Lei è bravissima (andate a vedere il suo sito), ma il web l’ha aiutata. Molto… E lei continua ad essere presente: con un blog, continuando a pubblicare le foto su Flickr… potrebbe farne a meno, ormai, ma non lo faceva agli inizi come “strategia di marketing”, ma come approccio, come modo di vivere. Era vera, desiderosa di contattare persone, di incontrare gente, di crescere. C’è da imparare: ci preoccupiamo un po’ di tante strategie, di un approccio che porta a credere che tutto sia “un trucco da scoprire“, di “ricette di successo“. Si può trattare la fotografia come un banale prodotto da vendere, e si possono usare tutte le strategie di marketing che si vuole… sono utili, ma al primo posto c’è la capacità di far amare ed emozionare con il proprio lavoro, e questo non è un trucco. Il nostro lavoro va protetto, è vero, ma con eleganza e con raffinatezza, la cultura digitale non va presa tanto al chilo, bisogna essere raffinati e sensibili.

Se proprio volete proteggere le vostre immagini, tutelarvi, monitorare eventuali abusi, ci sono molte soluzioni e tecnologie, ne parleremo. Per ora volevamo non puntare sulla tecnologia (che c’è… ed è potente), ma su un approccio molto più importante: il come ci posizioniamo nel mondo digitale, e come trarne un vero vantaggio. Ci sarebbe da dire altro, per esempio sull’uso intelligente delle licenze d’uso, dove la raffinata intelligenza della soluzione della CreativeCommons, di cui abbiamo parlato spesso e che torneremo ad affrontare. Magari in questo spazio di Q&A. A proposito: se avete delle domande da porre (che non siano del tipo: meglio Canon o Nikon… ma che affrontino tematiche serie del mercato e della professione, mandate una mail qui! Vi risponderemo appena possibile!)