Obiettivi giocattolo, compatte che giocano a fare "le grandi", accessori super professionali per sviluppare un nuovo concetto di fotocamera da studio.

Obiettivi giocattolo, compatte che giocano a fare "le grandi", accessori super professionali per sviluppare un nuovo concetto di fotocamera da studio.

Per motivi che non sto a spiegarvi ora – ma che vi racconterò tra qualche tempo – sto occupandomi, tra le tante cose, anche di settori che non sarebbero propriamente vicini alle tematiche che trattiamo sul Sunday Jumper. Sempre di fotografia si tratta, ma con riferimento a settori meno specializzati, più.. orizzontali. Come ogni esperienza, se ne può trarre degli elementi utili, perché consentono di vedere le cose da un altro punto di vista.

L’argomento in questione è legato, alla fine, alla passione, che sembra assopita in molti (di noi, di voi…). Una volta c’era molta più ricerca, molta più sperimentazione, e maggiore scelta, nella scelta delle fotocamere, per esempio: c’era chi scattava con la Pentax 67 (mitica…) perché consentiva di ottenere dei colori (specialmente in esterni, i verdi dei prati oppure la carnagione….), altri che lavoravano con Leica, chi sceglieva per avere un flou davvero strepitoso un Imagon della Rodenstock, lo ricordate? Aveva dei forellini che fungevano da diaframma, regolando quindi la quantità di luce che entrava, ma al tempo stesso generava delle proiezioni parassite di luce che creavano un effetto decisamente particolare. E poi si lavorava in 35 mm, il medio formato, in grande formato… modelli diversi, funzionalità diverse… risultati diversi.

 

Oggi, la tecnologia che ci ha dato molto, ci ha anche limitato nella varietà: oggi sono poche le scelte per un professionista, e anche le scelte tra una marca e l’altra sembrano sempre più vicine ad una scelta “talebana”: “Io uso Nikon!”, oppure “Canon per la vita”, o poco altro. La rincorsa dell’elettronica e del digitale ha portato ad un livellamento verso l’altro, ad una maniacale ricerca della perfezione, e – purtroppo – anche ad una massificazione. Le foto vengono tutte fatte con lo stesso potenziale, e i risultati sono molto simili tra di loro. Si è dimenticato che la personalizzazione è un valore, che non tutti devono inseguire gli stessi concetti di “qualità”, che bisognerebbe tornare alla ricerca dell’accessorio particolare, della resa meno “ovvia”, della sperimentazione creativa. E, che per quanto possiamo amare Photoshop, Lightroom, Aperture e compagnia bella, che questa ricerca deve partire dallo scatto, e non solo dopo.


Qualcuno, a volte, ci chiede qualcosa, e ci fa piacere: significa che stiamo facendo dei pensieri comuni, noi e alcuni di voi. Ed è bello scoprire che la personalità a volte cerca di uscire. E’ il caso dell’amico Marco Nero, che ci ha invitato a provare insieme a lui – presso gli studi fotografici dello IED  – un apparecchio davvero interessante: si tratta della Cambo X2-PRO, che si adatta alle principali reflex digitali (Canon , Nikon, Fujifilm….) per consentire correzioni sul piano dell’ottica (basculaggi e decentramenti). Di questo test parleremo al nostro (vostro) ritorno dalle vacanze: fa parte del materiale che verrà proposto con l’introduzione del nuovo sito di Jumper, in fase di sviluppo e che comprenderà evoluzioni sul lato TV, su quello delle Reviews e sulle notizie.

All’estremo opposto di una proposta di alto livello come quella della Cambo X2- PRO, ci sono una miriade di ottiche giocattolo. Roba da riderci sopra…. fino al momento in cui si scopre che potrebbero essere degli ingredienti che, con un bassissimo costo, permettono di fare o di risolvere molte cose. Già, i “giocattoli” non sono cose serie…. i professionisti fanno le cose serie…. ma se poi, per tanti motivi, finiscono con il non avere le risorse (di soldi o di conoscenze), si finisce con il non fare nulla. Conoscete le “Lens in a Cap“? Sono prodotte dalla Loreo, alcune consentono di fare riprese macro (fino a 10x con un loupe aggiuntiva), altre di correggere situazioni complesse usando il controllo del decentramento. E, come dice il nome stesso, sembrano dei veri e propri “tappi” che si mettono al posto dell’obiettivo e che che sono spessi solo un paio di centimetri. Volendo, trasformano la vostra reflex in una compatta a fuoco fisso. Siete inorriditi all’idea?

Avreste ragione, ma solo dopo aver verificato la qualità ottenibile, perché di sicuro essa è molto inferiore a quella di un obiettivo professionale, ma al tempo stesso potrebbe anche donare una resa così particolare all’immagine da risultare utile sia dal punto di vista della creatività che da quella del portafoglio. E, comunque, vale la pena l’investimento: costano tra i 15 e i 21 dollari… che con la moneta americana così debole, sta a significare che costano meno di una pizza e una birra. Si possono comprare sul loro sito, oppure su ebay… che è un pozzo di potenzialità infinita per questa “ricerca” di ingredimenti creativi.

Delle Lensbababies avevamo parlato qualche anno fa, prima che venissero importate in Italia. Sono dei “giocattoli” davvero interessanti, per assurdo potrebbero essere anche la versione “povera” della Cambo, anche se lo diciamo con un sorriso (un sorriso che, monnalisamente, potrebbe essere interpretato in vari modi): il loro corpo “morbido” è di fatto una risposta a chi desidera modificare la posizione del piano dell’ottica rispetto a quello della “pellicola” (o del sensore… andrebbe detto). I risultati possono essere correttivi, per aumentare la capacità di messa a fuoco, oppure all’opposto, di stravolgerla e di ridurla a scopo creativo.

Canon PowerShot G9

 

Ma, quello che ci sta affascinando, sono tutti gli accessori che sono stati creati o adattati ad una fotocamera “consumer”, ad una compatta che però ha guadagnato i galloni di compagna fidata di moltissimi professionisti in tutto il mondo: si tratta della Canon Powershot G9 (e della sua sorellina precedente, la G7). Aggiuntivi ottici, convertitori macro, accessori di vario genere (guardate il sito Lensmate oppure  quello di  Richard Franiec). Ma la cosa che davvero appare come la più “cool” in assoluto è un mirino ottico che possa sopperire a quello interno, che davvero è poco efficiente. Lo potete vedere qui:  e poi potete leggere, se lo volete, l’ampia discussione su Flickr di utenti che l’hanno provato. Se vi rimarranno i dubbi del perché aggiungere così tanti accessori ad una compatta che ha come vantaggio primario quello di essere piccola (e con tutte queste “aggiunte” diventa più imgombrante), ma specialmente perché guardare in un mirino ottico l’immagine che si può vedere tranquillamente sul meraviglioso display LCD da 3″? Ma a questo ci sono risposte abbastanza ovvie: la prima è che il display sempre acceso azzera le batterie in poco tempo, ma la seconda è che con questo mirino la G9 diventa un oggetto estremamente originale, che ci permette di essere unici, di pensare in modo diverso, di conseguenza anche di fare foto diverse. E, se pensate che questo accessorio, forse un po’ feticista, abbia costi folli, sappiate che ve la potete cavare con una trentina di Euro: abbordabile, no?

Il succo di questo discorso è che anche nel gioco si può trovare qualcosa di molto serio. Che se non torniamo subito ad avere voglia di riscoprire entusiasmi, allora sarà davvero difficile uscire dal periodo difficile.  Dedicheremo dello spazio a questi stimoli, sia quelli seri come la Cambo X2Pro sia quelli “stupidi” come le Lens in a Cap, le Lensbabies o anche agli accessori per le compatte “super”…. (non solo Canon, oppure la pur costosissima – causa sensore di grandi dimensioni – Sigma DC1 oppure c’è persino un rumors di una Nikon P6000…).  Nella speranza che si possano individuare nuove strade, e nuove idee, meno ancorate al passato e più fresche… col caldo che fa, ce ne è bisogno!

Buona domenica, a settimana prossima, con i saluti per le vacanze.

Luca Pianigiani

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