Mario Testino e il battesimo Reale: riflessioni per fotografi

Mario Testino e il battesimo Reale: riflessioni per fotografi

In questi giorni, il settore dei fotografi si è scatenato, non gli sembrava possibile di poter criticare un grande nome della fotografia, in un territorio che è quello “di molti”. Nel dettaglio, si tratta del servizio delle foto del battesimo di Charlotte, la piccola della famiglia reale inglese, il fotografo scelto è stato Mario Testino, il fotografo che è da tanti anni uno dei punti di riferimento mondiali nel campo della fotografia di moda.

Come sono le foto? I fotografi, in giro per il mondo (e ancor più in Italia) hanno dichiarato: sono delle schifezze, roba da dilettanti. Non sembra vero (vero?) potersi sfogare: a “noi” che facciamo meraviglie “professionali” ci pagano una miseria e ci sostituiscono con i “selfies”, i Reali chiamano un maestro e ottengono un “risultato pessimo”. L’equazione/equivalenza porta ad un confortante risultato: “io = meglio di Mario Testino”. Purtroppo, per chi non è Mario Testino, non è così, e ci auguriamo che non sia troppo cocente la delusione.

[tweetthis twitter_handles=”@jumperbuzz”]“io = meglio di Mario Testino” come fotografo? Purtroppo, per chi non è Mario Testino, non è così[/tweetthis]

Prima di tutto, forse qualcuno si potrebbe chiedere (si è chiesto) che c’entra Mario Testino… fotografo peruviano che non è certo vicino al tipo di ripresa richiesto: altro che battesimi, di solito Mario viene chiamato quando serve trasgressione, quando si cerca un mood scanzonato, quando si vuole tirare fuori ben più che le “apparenze di facciata”. Purtroppo, molte persone non conoscono la storia, perché se la sono dimenticata, perché sono troppo giovani, perché preferiscono “parlare” prima che “studiare”. Mario Testino (purtroppo rientro nella categoria dei vecchi, non voglio certo prendermi dei meriti da “studioso”, anche se cerco di studiare e di verificare, prima di parlare) ha molto a che fare con la famiglia Reale, ed in particolare con la nonna della piccola Charlotte (fa molto “senso” chiamarla nonna): Diana, la mamma di William (e, appunto, nonna di Charlotte), è stata magistralmente fotografata da Mario Testino, questo lavoro è stato raccolto in un libro che vi consigliamo vivamente di avere nella vostra libreria, se siete davvero (o vi considerate tali) dei fotografi perché è un pezzo di storia, dove la Principessa è stata “raccontata” con una freschezza, fuori dagli schemi e dai luoghi comuni. Testino è stato – immagino, non ho trovato tracce “ufficiali” in relazione a questa scelta – chiamato per creare un collegamento tra passato e futuro, la “continuità” è un tema importante, per questa famiglia.

Le fotografie di Mario Testino del battesimo “Reale” sono banali?

Il risultato è “banale”? Si, e possiamo immaginare che fosse proprio quello che si voleva ottenere, quello che Mario Testino (e, probabilmente, anche la famiglia) volevano. Foto di una normale famiglia, una storia semplice, dove i ruoli ufficiali perdono importanza, dove i papà sono papà, le mamme… mamme, le (bis)nonne… vecchiette felici. Forse si voleva dire questo, e l’approccio (tipico nella fotografia professionale, specialmente nella fotografia sociale, personale e anche in un certo tipo di fotogiornalismo) che prevede di costruire troppo ci distoglie dall’unica cosa importante: la documentazione semplice della realtà. I fotografi, quelli “normali”, sono chiamati (o si arrogano il diritto di interpretare così il proprio ruolo, come se fossero dei super eroi) per costruire qualcosa di falso, di aggiuntivo, di potenziare le emozioni di qualcosa che, in assenza di questo elemento aggiuntivo, sarebbe banale e priva di interesse. Cosa si può aggiungere di speciale a quello che già è intrinsecamente presente in questa speciale famiglia? Le foto di Mario Testino non sono per nulla sofisticate, addirittura arrivano all’assenza di “intervento creativo o tecnico”, quasi delle “Polaroid” o degli scatti fatti con l’Instamatic; proprio per questo, hanno un gusto del valore del passato, quando le foto erano semplici ma vere, e visto che si scattavano in media 12 foto all’anno (non al minuto), il solo fatto di esistere, di essere state scattate e sviluppate, trasformava tutto in un evento.

Oggi, le truppe dei fotografi entrano in campo con potenti mezzi, alterano la realtà, aggiungono filtri correttivi, costruiscono palazzi dove non c’è nulla, eliminano difetti e creano magie e “sogni”. In quella festa del battesimo di Charlotte, magia e sogni erano già presenti, l’unica magia che si poteva creare era la “normalità”, alla quale non siamo più abituati, che aborriamo per paura di avere una vita inutile e trasparente, perché pensiamo solo che sia importante apparire e non essere. Vogliamo i riflettori puntati, vogliamo sembrare più di quello che siamo; i Reali volevano essere meno… volevano solo essere “persone”.

[tweetthis twitter_handles=”@jumperbuzz”]Bisogna essere molto bravi, o coraggiosi (o pazzi) nello scegliere la strada della semplicità[/tweetthis]

Non saranno foto memorabili, quelle scattate da Testino al battesimo di Charlotte, sono solo foto vere: mostrano parenti felici, magari anche un po’ “stupidamente felici”, e in questo sembra di vivere una fiaba: quella che si chiama “verità”. Sono foto di quelle che oggi girano sul web ma che domani finiranno solo in un luogo, che è quello che è quello giusto e sensato: l’album di famiglia, a ricordare l’essenza di un momento di gioia. Non ci sono attori, non c’è scenografia costruita, non ci sono falsità. Troppe volte, sento parlare – come se fosse una scusante o una critica – di semplicità. Essere semplici è una delle cose più difficili al mondo, nel mondo attuale, perché bisogna cogliere solo le cose fondamentali, buttando via, escludendo tutto quello che eccede, che è “troppo”, che è “falso”. Bisogna essere molto bravi, o coraggiosi (o pazzi) nello scegliere questa strada, e forse il merito e l’insegnamento che Testino ha dato, in questo caso, deve far riflettere.

Comments (29)
Join the discussion
Read them all
  • ale
    Lug 12th, 2015
    ale says:

    Ciao Luca!
    come sempre sono fuori dal mondo e scopro di polemiche con forte ritardo.
    Senza voler giudicare le foto di Testino (faccio il fotografo di Matrimoni, mica il critico) sento però di voler affermare che ci sono moltissimi fotografi che raccontano gli eventi di famiglia così come sono, senza falsarli e senza trasformarli, in Italia ce ne sono molti e molto bravi.

    Proprio leggendo tempo fa il tuo articolo sull’importanza di essere dei buoni storyteller, ho iniziato un ragionamento di questo tipo (correggimi se sbaglio):
    Si può essere degli storyteller, narrare un matrimonio “amplificando” le emozioni (e tutto il resto, che però è stato esplicitato meglio da te in quell’articolo) oppure rifiutare in toto questa definizione e limitarsi ad un approccio documentaristico, dal mio punto di vista non c’è un giusto o un sbagliato, sono scelte diverse, entrambe rispettabili e che dovrebbero essere il più possibile riflesso dell’indole del fotografo piuttosto che un tentativo di vendersi meglio.

    Buona domenica!

    1. Luca Pianigiani Author
      Lug 12th, 2015
      Luca Pianigiani says:

      Confermo tutto quello che dici. Volevo fare notare che “in questo caso”, era pleonastico aggiungere, serviva solo… fare click perché tutto il resta c’era fin troppo. Secondo me è stata una scelta, coraggiosa, quella di Testino, che non ha certo bisogno di dimostrare di essere capace di fare foto….

  • Danil
    Lug 12th, 2015
    Danil says:

    Secondo me, la tua lettura della situazione, Luca, anche se di apprezzabile spessore interpretativo trascura un componente importante: la potenza dei media. Diciamo che l’evento non passa e non sarebbe passato a prescindere inosservato, ma se spinto da un passa voce come il fatto che Teatino abbia fatto foto “brutte”, acquista ancor più importanza e peso mediatico. Se pensi che tutti ne parlano, la risposta è abbastanza intuibile. No?

    1. Luca Pianigiani Author
      Lug 12th, 2015
      Luca Pianigiani says:

      Il concetto, Danilo, è che il “perché fare così” è evidentemente più importante, per questo fotografo, che non cedere al “fare bella figura”, nei confronti di chi? Dei fotografi che lo criticano? Suvvia, siamo su due pianeti diversi, e, ripeto, tutto si può dire meno che Testino non sia in grado di fare foto eccezionali. Quindi… la sua scelta è evidente: voleva fare foto “semplici”, i motivi credo siano vicini a quello che ho cercato di indicare (magari sbagliando). Tutto il resto è solo una discussione che rischia di cadere nel solito chiacchiericcio sulla scelta della fotocamera, se è meglio Canon o Nikon, se le foto hanno uno sfuocato plastico o meno…

      1. francesco
        Lug 12th, 2015
        francesco says:

        sul “voleva” non sono molto d’accordo, io penso che dietro ci sia una strategia comunicativa che vada oltre il fotografo, quando si parla di reali più importanti e conservatori del mondo. Sul fatto che lui abbia sposato e cavalcato o semplicemente succube della strategia è tutto da discutere. Comunque l’intento penso che sia riuscito in pieno, se ne parla e molto e guarda caso la discussione si sposta dai temi principali ed è questo che penso sia stato l’obiettivo principale della strategia. Comunque la riflessione è discutibile, e la incentrerei più che su Teatino sul Teatrino ;-)

  • giacomo ferrari
    Lug 12th, 2015
    giacomo ferrari says:

    Giustissimo, colto nel segno. Le cose semplici oggi sono le piu’ difficili da realizzare,
    in ogni ambito non solo nella foto di cerimonia. Aggiungo che Testino, è risaputamente un grande esperto di comunicazione e di social mkt, chiamato spesso da aziende per dire la sua, quindi credo la scelta di rappresentare l’ evento con questo stile non sia proprio casuale. Piu’ che argomento di critica, dovrebbe essere uno spunto alla categoria degli pseudo reporter-giornalisti-storyteller a tutti i costi, che hanno stancato!

  • marco
    Lug 12th, 2015
    marco says:

    Lo diceva anche Ovidio duemila anni fa. “La semplicità, è cosa rarissima ai nostri tempi”…figuriamoci in un mondo “digitale”…
    Molto spesso l’errore di chi giudica è di confondere la semplicità con l’assenza di creatività mentre semplificare e riuscire a cogliere spontaneamente (senza interventi ulteriori) ciò che necessita o che desideriamo è : arte .
    E’ la lezione dei grandi fotografi, di coloro che hanno fatto la storia di questo “mestiere”, a farci comprendere tutto ciò che di “essenziale” val la pena di scrivere con la luce, ad una velocità da reportage e secondo le indicazioni del committente quando si compone un servizio di cerimonia.
    Diceva Charles Bukowski :
    Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo.
    Ecco ciò che hanno voluto evitare i Reali e Mario Testino…

  • Barbara
    Lug 12th, 2015
    Barbara says:

    Sono pienamente d’accordo con te Luca. E direi che non c’è nulla da aggiungere. Ciao a tutti

  • Giuliano
    Lug 12th, 2015
    Giuliano says:

    Carissimo Luca
    mai come questa volta sono d’accordo, recuperare un’identità vera è molto più difficile che criticare a priori, mai come in questa epoca si sono persi i valori necessari per riconoscere un ruolo (fotografo professionista), sono chiamato a testimoniare un evento, dunque quello svolgo.
    Il futuro e quindi, il sopravvivere, è tornare all’essenzialità delle cose, naturalmente dopo aver dilatato la sfera culturale.

    p.s. sto facendo il possibile per stringerti la mano il 20 luglio a Milano.
    Giuliano

  • Domenico F
    Lug 12th, 2015
    Domenico F says:

    Bravo , semplicemente bravo: il tuo commento.

  • Simpatica signora! :)
    Lug 12th, 2015
    Simpatica signora! :) says:

    ….se ti dico che mi sono commossa assieme a mio marito nel leggere questo articolo non esagero per nulla, Luca.
    Hai centrato in pieno e lo hai fatto appunto con la verità e la semplicità di cui parli.
    Non solo i fotografi ma penso ogni categoria dovrebbe leggere questo articolo..
    Perché è scritto con una “semplice” intensità.
    Non voglio togliere e aggiungere nemmeno una parola a ciò che hai scritto,lo hai fatto troppo e Veramente bene tu.

  • Ennio Vicario
    Lug 12th, 2015
    Ennio Vicario says:

    Se sono piaciute al committente e le ha pagate, vanno bene. Il resto è rumore.

  • Gianluca
    Lug 12th, 2015
    Gianluca says:

    Ottimo articolo, anzi trovo che le foto Testino siano composte benissimo e al limite minimaliste e per questo molto pulite e semplici. Evidentemente la famiglia reale vuole dare un aspetto meno pomposo di un tempo… anche un’operazione come questa, non facile, necessita di grande bravura.

  • Donato Di Bello
    Lug 12th, 2015
    Donato Di Bello says:

    È destino delle fotografie essere giudicate. Da chiunque. In questo caso, non è per me interessante discutere sulla legittimità della critica. È, per me, interessante riflettere su alcune parole dette da Pianigiani.
    Forse (Testino) è stato chiamato perché ha già ritratto la nonna, forse. Forse l’autore voleva proprio quel risultato banale, forse. Quindi Pianigiani ipotizza questa volontà.
    Lo scritto prosegue e definisce la foto del passato, semplice, e per questo vera.
    Quindi se è semplice è vera. Cosa sia il semplice e cosa la verità, nello scenario fotografico, però va spiegato, altrimenti si lascia al lettore la parte più difficile: interpretare il significato vero delle parole. Pianigiani è persona troppo accorta e lo sa.
    Tornando alle foto (che non ho visto), si racconta di una donna dell’alta borghesia milanese di fronte alla prima mostra dei tagli di Lucio Fontana, lei lo espresse in dialetto meneghino: “questa roba l’avrei fatta anch’io”.
    Un caro saluto a tutti.

  • Federico
    Lug 13th, 2015
    Federico says:

    Grazie Luca come sempre un attenta analisi ed una grande risposta di professionalità

  • Vittore Buzzi
    Lug 13th, 2015
    Vittore Buzzi says:

    Riflessione interessante a cui mi sento molto vicino (non criticare Testino) ma lasciare le cose più semplici possibili, più genuine, pur essendo conscio che la fotografia non è la realtà.

    1. Francesco Menzera
      Lug 13th, 2015
      Francesco Menzera says:

      Giustissima considerazione, la fotografia non è la realtà… bensì la realtà vista con gli occhi del fotografo!

  • Felice Soriente
    Lug 13th, 2015
    Felice Soriente says:

    complimenti Luca, articolo bellissimo che tutti dovrebbero leggere, perché molti sono lontanissimi da queste idee.

  • Francesco Menzera
    Lug 13th, 2015
    Francesco Menzera says:

    La semplicità è sempre più difficile da ricercare nel lavoro di un fotografo e Testino c’è riuscito benissimo!
    Ottima chiave di lettura Luca! :)

  • Sandro Bedessi
    Lug 13th, 2015
    Sandro Bedessi says:

    Mah la morale da tirare fuori da questa storia secondo me è che anche i reali fanno proprio come i normali cittadini …si rivolgono all’amico per farsi fare le foto e le foto(che io non ho visto …anzi le vorrei vedere) sono delle ciofeche, non si tratta di semplicità ma di banalità di comportamento che praticamente , mi dispiace per loro, abbassa al solito livello del provinciale gli stessi reali, per me è così e io tuttavia pur non essendo vecchio tutta questa storia della semplicità nella fotografia e nel raccontare storie non mi sento di assurgerla a nobile arte. Non si deve rimanere ancorati a concetti vecchi della fotografia ma dispiace dirlo ad altri per me un livello tecnico minimo ci vuole.. e poi viene la ricerca, la creatività, lo story telling ecc

    1. Luca Pianigiani Author
      Lug 13th, 2015
      Luca Pianigiani says:

      Ok, allora invece che chiedere all’amico che “fa delle foto con la reflex” (Mario Testino, riconosciuto come uno dei grandi fotografi contemporanei), che non è “buono a fare le foto”… chiediamo ad un “serio professionista” che – lui si – conosce un livello tecnico minimo (Testino mica la conosce), magari perché ha la tessera che gli ha dato il workshop “dei seri fotografi professionisti” (e quindi, mica che “fanno le ciofeche”. Gireremo queste informazioni alla famiglia Reale, così al prossimo battesimo sapranno come si fa a vivere… e a non essere provinciali (poverini, mica che capiscono… purtroppo non hanno la cultura per capire). Basta, d’altronde, vedere i siti della maggior parte dei fotografi professionisti italiani per vedere quanta qualità professionale si può percepire all’istante.

  • sergio mantello
    Lug 13th, 2015
    sergio mantello says:

    Ciao Luca, il mio modesto parere è che dopo molti anni di professione negli ultimi anni mi sono reso conto che la semplicità a volte è più difficile da realizzare che non mille cose. Io faccio still life in prevalenza e mi è capitato di vedere foto “troppo piene di cose” che vanno fuori da una lettura immediata del prodotto. Penso che fare fotografia sia prima di tutto sapere quello che si fa in termini di comunicazione, se Testino ha fatto il servizio lo ha fatto così è perché sapeva esattamente qual era la finalizzazione dello stesso. Perché noi fotografi dovremmo scandalizzarci ? bisogna credere sempre in quello che si fa…essere criticati poi se sei qualcuno è molto facile.
    Professionalità non vuol dire avere la migliore attrezzatura ma la testa che funziona e il cervello acceso.

    1. Luca Pianigiani Author
      Lug 13th, 2015
      Luca Pianigiani says:

      Proprio così; Sergio. E grazie per il tuo contributo ;-)

  • Giorgio Fainello
    Lug 13th, 2015
    Giorgio Fainello says:

    Luca arrivo un po lungo nel commentare la tua riflessione molto acuta, sempre molto attuale e particolarmente profonda, prima di tutto grazie di averla condivisa. La polemica apparsa sui tabloid britannici e’ sterile come del resto la totalità degli articoli sui tabloid che si inventano inutili argomentazioni prive di senso logico e compiuto. Ma del resto devono pur vendere e fare “scalpore” anche sull’aria fritta, adescando un pubblico pronto a scuotersi (appena appena, mai troppo) non notizie che non hanno valenza alcuna.
    Ma questo dei contenuti dei tabloid d’oltre Manica e’ un altro tema.
    quello che ho trovato MOLTO interessante e’ stato lo spunto della tua riflessione che va molto in profondità e a dire la verità potrebbe essere oggetto di una riflessione per tutti coloro che hanno voglia di comprendere. Mi trovi profondamente in armonia ed accordo nel leggere che ci vuole un po di pazzia nello scegliere la strada della semplicità che e’ esattamente controcorrente alla attuale diffusa mentalità che ci vuole falsi / strutturati / inutilmente finti. Grazie per la visione che non e’ solo un tema attualissimo legato al mondo della ipocrisia fotografica, ma al vivere oggi, ugualmente spesso artefatto e inutilmente ipocrita. faro’ circolare il tuo articolo in varie sedi di amici che non si occupano di fotografia, ma saranno sicuramente attratti dalla profondita’ del messaggio su cui riflettere. ottimo lavoro!

    1. Luca Pianigiani Author
      Lug 13th, 2015
      Luca Pianigiani says:

      Grazie, Giorgio. Potrei aggiungere la frase finale di uno spot a me molto caro che diceva:

      “solo coloro che sono così pazzi da voler cambiare il mondo, poi lo cambiano davvero”.

      Se essere pazzi significa cercare e proporre semplicità ed essenzialità, guardando dentro le cose e non solo fuori… allora spero di impazzire presto (ma forse, pazzo, lo sono già).

  • Marzia
    Lug 13th, 2015
    Marzia says:

    Qui in Italia anche io ho visto le conversaazioni di fotografi che si lamentano della “pedestrianità” di queste foto di Testino. Sul Guardian però si lamentano di come siano eccessivamente patinate e quindi false: insomma, agli antipodi. Divertente.

  • roberto
    Lug 13th, 2015
    roberto says:

    di solito, qui, leggo, non scrivo (non sono bravo come luca) ma vista l’ultima sua risposta, lo faccio per concordare, oltre che con tutto quanto scritto prima, anche con quanto appena aggiunto! testino non ha certo bisogno di avvocati, il suo lavoro parla. per quanto riguarda le foto io, invece, le ho viste e, non le trovo banali: forse classiche, ma ineccepibili (e comunque questa valutazione vale tanto quanto quelle che dicono tutt’altro): ma appena viste (le quattro foto in questione) ho pensato: “ma che bravo e’ uno che va li’, scatta solo quattro foto e vanno tutte bene, le pubblicano tutte ed il committente e’ (almeno sembra, contento)”…..fuor di metafora: quelle sono le “ufficiali” scelte, ma secondo voi, visto il personaggio e la confidenza, altre foto “a modo suo” le avra’ certamente fatte comunque, solo che resteranno private, almeno per un bel po’ di anni, per cui faccio una “semplice” scommessa: fra un bel po’ di tempo, quando i “ritratti” piu’ giovani saranno vecchietti, qualcuno tirera’ fuori quelle foto dal cassetto e allora vedremo (o forse vedrete….)…. “comunque l’articolo di luca e’ cosi’ “semplice” che avrei potuto scriverlo anche io” ;-)~ (magari!!!!) mandi

  • Chiara
    Lug 13th, 2015
    Chiara says:

    Chapeau, al tuo articolo e alle foto di Testino!

  • Igor
    Lug 15th, 2015
    Igor says:

    Bel discorso e condivisibile Luca.
    Quì un’osservazione che probabilmente non c’entra molto, ma… la terza foto quella della mamma con la bambina con sfondo delle porte: non vi pare un fotomontaggio?

Comments are closed.

 
Hide Comments
Go to top
Back

This is a unique website which will require a more modern browser to work!

Please upgrade today!

Share