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Il Millennium Falcon non è una Fiat Punto… e allora perché pensiamo che il futuro possiamo raggiungerlo con un'utilitaria?

Il periodo è “in bilico”: che ci sia crisi, appare ovvio a tutti, la formula però è contrastante, si passa dalle dichiarazioni apocalittiche (“sarà una crisi terribile, il peggio deve ancora venire“), a quelle consolanti (“Bisogna essere ottimisti“). Non so quale sia la formula per uscire, o quantomeno per affrontare i momenti difficili, ognuno usa la strada che reputa migliore, oppure l’unica che riesce ad affrontare: chi lotta, chi ci ride sopra, chi si stressa, chi si chiude a riccio.

Quello che gli esperti non spiegano, è: “come siamo arrivati a questo punto?“. Premetto che da quando lavoro non ricordo un periodo “d’oro”, uno di quelli che poi qualcuno ricorda come “gli anni buoni”, e quindi credo che non sia facile distinguere i periodi delle vacche grasse da quelle magre… forse le vacche grasse non ci sono mai state, se non per pochi eletti (che continuano a vivere, con ogni probabilità, in questa situazione positiva). Tutto è partito dalla crisi dei mutui negli Usa? Difficile crederlo, no? Penso – ma forse mi sbaglio – che il tutto parta da una crisi delle idee. A volte le idee sono anche stupide, anche sopravvalutate (pensate alla “bolla speculativa” del web di prima generazione), altre sono una conseguenza evolutiva sulla quale poi si sviluppa un mercato che corre per dieci anni (la telefonia, la fotografia digitale), ma poi si satura, inevitabilmente. Ma le idee smuovono il mondo, e il mercato è parte del mondo, nel bene e nel male.

Le idee, oggi, non ci sono: non è alle porte una nuova rivoluzione, si cerca di portare la tecnologia a basso livello, perché l’innovazione non sta proponendo proprio nulla a livello più elevato. Mancando il sogno, l’idea, la voglia di raggiungere un nuovo mondo, ci si ferma, ed è la fine: si fermano i consumi (si consuma non certo per esigenza) e la macchina che nasce per triturare soldi, per macinare fatturato, perde l’efficienza, e si schianta contro il muro dell’indifferenza, portandosi dietro tutto, anche tutti coloro che lavorano per alimentare questa macchina: putroppo, i fotografi ne fanno parte. Siamo in un periodo così, opaco, grigio; se fosse più solare, più luminoso, più eccitante, si troverebbero le risorse per superare le difficoltà.

Dove le troviamo le idee? Forse nella fantascienza. In questi giorni, per l’ennesima volta, in edicola escono i film di Star Wars, da quelli storici (IV, V e VI) a quelli più nuovi, ovvero i primi tre film della saga (che sono usciti dopo). Ho pensato a questo film, e alla famosa astronave, il Millennium Falcon, quando ho visto oggi una foto della prima “uscita pubblica” della fotocamera RED. Sembra davvero un apparecchio da fantascienza, anche se ovviamente ricorda nell’impostazione di base una medio formato. Ma l’entusiasmo non è tanto per quello che può fare o potrebbe fare questo apparecchio, di cui abbiamo parlato diverse volte, ma in particolare in questo numero del SJ. Alla fine, quello che uscirà potrebbe essere meno “rivoluzionario” di quello che sembra a parole, e forse l’approccio tradizionale che conosciamo, e che è seguito dalle principali aziende del nostro settore, potrebbe anche risultare superiore o non inferiore. Quello che è entusiasmante, è però che ci sono centinaia di persone che stanno condividendo questo sognouna fotocamera di nuova generazione, di nuova concezione – con chi la sta disegnando. Trovo che la collaborazione in questi momenti sia più grande e più appassionante addirittura dei risultati che si ottengono: ci sono tante persone che ci credono, che danno la carica, che dicono: “ragazzi, andate avanti, siamo con voi“, oppure propongono idee e sogni da condividere. “Bella l’idea del monitor da 7 pollici sull’apparecchio…” oppure altri commenti, segnalazioni. Il clima è quello del “lavorare insieme“, e non quello della critica becera, che è frutto di frustrazione, di mancanza di condivisione degli ideali.

RED potrebbe essere un futuro per la fotografia, non è detto che sarà esattamente come lo stanno disegnando (lo abbiamo detto mille volte, non sono gli strumenti che influenzano il futuro, anche se aiutano a tracciarlo), ma è bello credere che uno sforzo del genere – tecnologico e di collaborazione aperta – possa dare dei frutti finora impensabili. Sembra anche a voi un’astronave come il Millennium Falcon? Fa niente, è bello pensare che potremmo volare per raggiungere il centro della Forza, no? Lottare contro il lato oscuro della Forza, e vincere, portando in salvo la Principessa Leyla, avendo dalla nostra parte i Maestri Jedi, e scoprire che alla fine anche i più cattivi non sono poi così cattivi, ma sono obbligati dagli eventi a vestire una maschera nera e un mantello cupo. Dobbiamo sognare un po’, e abbiamo bisogno di orientare i nostri sogni verso qualcosa che ci dia speranza. Spesso materializzare le idee, i sogni, le aspettative, è un’ottima partenza per superare le difficoltà. Se non sappiamo cosa farcene, neanche di un’astronave interstellare… dove possiamo andare? Rimaniamo fermi, aspettando che succeda qualcosa che, inevitabilmente, non arriverà mai.

Non vi promettiamo un’astronave, ma di condividere con voi i nostri e i vostri sogni. Cosa cercate? Cosa vorreste che possa succedere? Costruiamola, questa astronave, insieme. Ieri mi è arrivata una mail di un’amica fotografa, mi diceva di essere stata a vedere Cory Doctorow, mi ha segnato qualche dubbio e qualche sensazione. Io non potevo esserci, ma il concetto non era esserci o no: è che ormai siamo in una fase che ci impone di passare dalle parole ai fatti. Non entreremo nel futuro (che vuol dire: un nuovo ambito, dove le cose che non vanno bene oggi dovremmo riuscire a superarle) se non saremo noi i primi a cambiare qualcosa. Cory parla di un approccio legato a come l’informazione debba essere libera: non per filosofia, e basta, ma per dare vantaggi, prima di tutto per gli autori. Anche questa è una rivoluzione, pari o superiore a quella di RED: ne abbiamo parlato tante volte, ma chi ha fatto dei passi in avanti? Chi ha iniziato, per esempio, a distribuire le proprie immagini con licenza CC? Il futuro non è iscriversi a Facebook e usarlo, vi rendete conto che la vostra zia, quella che si occupava (e ancora, solo al pensiero, le vengono gli occhi lucidi) di cucito e ricamo, parla di e usa FB? Se vogliamo davvero essere innovatori, se davvero vogliamo un’astronave per superare questa crisi, non possiamo usare l’utilitaria della zia, e sperare di andar lontano.

Lasciate ad altri le false innovazioni, quelle che servono per far finta di guardare al futuro, invece che farlo. Settimana prossima annunceremo alcune iniziative che partono con questo spirito: andare oltre, e trovare un terreno e un percorso da fare insieme. Un “social network” dove le intenzioni sono definite, e gli obiettivi chiari: fare! Superare il presente/passato! Andare oltre! Non ne parleremo domenica prossima, ne parleremo prima. Parola di Luke Skywalker.