Jumper

E allora, se deve essere video, che video sia (e se non ti interessa il video, leggi lo stesso!)

Il tormentone è nato con la presentazione della Nikon D90, e poi con la Canon EOS 5D Mark II. Poi sono arrivate le altre, e sempre più ce ne saranno: è probabile che tutte le reflex avranno, d’ora in poi, anche l’opzione video, che di fatto è nata ancor prima della presentazione di questa funzionalità al pubblico: da quando è stata inserita la possibilità del “liveview”, di fato avevamo in mano la possibilità di realizzare riprese video con una fotocamera DSLR, ma ci è “stato detto” solo successivamente.

Si tratta di un tormentone, perché la discussione si è spostata verso  – spesso capita nel nostro settore – la componente concettuale. Quelli a “favore”, quelli “contro”, quelli che dicevano: i fotografi non hanno bisogno del video, e quelli che dicevano: ormai la “fotografia è morta”. Insomma, ottime occasioni per riempire pagine cartacee di inchiostro, pagine web di bit, pagine di vita di rumore e di chiacchiericcio.

In varie situazioni, abbiamo cercato di dire che si trattava “solo” di una cosa in più, che poteva essere sfruttata o lasciata in un angolo, ma che si trattava di un segno dei tempi che andava compreso, e non solo bollato (come ci è capitato di leggere, anche in ambiti autorevoli) come “un gadget inutile per i fotografi, uno specchietto per le allodole inventato dai produttori di fotocamere. Sarà anche un “modo per far parlare di sè”, per attrarre nuovi clienti, per convincere ad un “cambio di fotocamera”… ma ci sono motivazioni più profonde, e questo dovrebbe essere percepito dai fotografi. Da tutti i fotografi professionisti (e dai dilettanti, ma qui, come ben sappiamo tutti, si parla di professione e di opportunità professionali).

Partiamo sempre da YouTube, perché – nel bene o nel male – è questa la partenza di tutto questo fenomeno. Una statistica segnala che ogni minuto (ogni dannato minuto) vengono uploadate 20 ore di filmati. Tra poco, ogni minuto verrà caricata un’intera giornata di video, 24 ore in un minuto, e non ci vorrà molto se pensate che solo a gennaio 2009 il valore era fermo a 15 ore, in sei mesi si sono aggiunte 5 ore/minuto, per la fine del 2009 raggiungeremo senz’altro questo traguardo che è solo psicologico. E’ ovvio, lo sappiamo tutti, i video su YouTube fanno quasi tutti schifo, che non è certo un parametro di qualità, ma evidenzia che siamo ormai tutti condizionati da un “modo di vedere” che prevede il movimento, che richiede ritmo, che ci porta alla fotografia “fissa” come ad una selezione di una scena in movimento (è, di fatto, è sempre stato così: abbiamo congelato una situazione che nasce in movimento: anche quando il soggetto è fermo, come nello still-life o nel paesaggio, siamo noi che ci muoviamo attorno alla scena, fino a quando non troviamo l’angolo giusto).

Ma di questo abbiamo già parlato, le motivazioni che ci portano a “riparlare” di video con le nuove fotocamere reflex (senza considerare che da poche settimane ho tra le mani una mini compatta che riprende video HD con una qualità impressionante, che dispone di uscita HDMI e che costa meno di qualsiasi videocamera amatoriale che HD non è e che con una scheda SD da 16 GB, ormai si acquistano a poche decine di euro, si possono riprendere ore di filmati HD che non devono essere acquisiti, sono già disponibili come file digitale). I motivi sono, nell’ordine:

1) Canon ha appena annunciato (e dovrebbe essere disponibile tra qualche giorno) un firmware per consentire la gestione dell’esposizione manuale in modalità video con la Canon EOS 5D Mark II, una richiesta fatta a gran voce da parte degli utenti più smaliziati

2) Interrogata a proposito dello stesso argomento (esposizione manuale in modalità video), Nikon ha dichiarato che… ci sta lavorando, quindi questo porta a sperare che presto questa opzione sarà disponibile anche su questo versante (e questo ci rende felici)

3) In queste settimane, l’uso di “frame” ad alta risoluzione è uscita di nuovo alla ribalta: una copertina di Esquire – qui  a destra – , con la “nostra” Megan Gale (quella che una volta dalle nostre parte rispondeva sempre al telefono, nelle pubblicità della Vodafone) che è derivata da una ripresa video realizzata con una RED, la qualità è senza compromessi.

4) Sempre più si stanno facendo esperienze di questo tipo, questa qui sotto è un’immagine che potrebbe essere riprodotta a doppia pagina, “scattata” da Greg Williams con una RED 4K. Cliccate e guardate, magari scaricando l’immagine e osservandola con Photoshop, la resa specialmente nelle aree a fuoco, oltre a valutare la bellezza dello sfuocato e anche della grana. Non si tratta, ovviamente, di una ripresa che mette in evidenza il dettaglio, non è uno still life, è la resa emozionale che conta, in questo caso.


A questo punto, però, dobbiamo fare un pensiero serio: non possiamo pensare di entrare nel mondo del video solo perché qualcuno (grazie Canon, grazie Nikon) ci ha reso possibile questa potenzialità, non possiamo credere che diventeremo cineasti, registi e esperti di video solo perché adesso abbiamo un tasto da premere. Se no… davvero possiamo pensare che solo la tecnologia sia importante, in questo mestiere. Al di là della cultura del cinema e del video – che non si può sintetizzare in poche parole, ma non basta una vita – ci sono alcuni elementi che sono importanti da considerare: usare una fotocamera per fare video impone una serie di considerazioni, che vanno dal modo di “muovere” la camera (glom… è vero: il video è movimento: se mettete la macchina su un treppiede e fate solo zoomate, non state facendo video, ma masturbazione!). La stessa impugnatura della reflex non è adeguata al movimento, ma… alla stabilità. Per questo ci sono soluzioni – da poche centinaia di euro a diverse migliaia di dollari, che consentono di ovviare questa problematica: date un’occhiata qui, e poi qui… e poi qui… e poi…dove volete, perché ogni giorno nascono nuove proposte. Ci sono proposte anche di Manfrotto, non ancora dedicate (hey, ragazzi… dai! attendiamo le vostre idee, che ci piacciono sempre molto!).

C’è un elemento in più: oltre al movimento, c’è il suono. L’audio è responsabile per almeno il 30% (forse di più) del risultato di un video, e audio vuol dire ovviamente musica, ma anche registrazione della voce, in ripresa. Le DSLR dispongono di un microfono incorporato, ma alcune consentono anche di attaccare un microfono esterno. Date un’occhiata (più che altro, ascoltate) a questo video, per capire la differenza:

Quick Sound Test from Exposedlight on Vimeo.

Abbiamo reso l’idea, della differenza? Impressionante, vero? Bene, sappiate che il microfono più bello tra i tre provati in questo video costa un centinaio di euro, si fissa sulla slitta della reflex come un flash … e il gioco è fatto. Ci sono anche soluzioni più costose ed evolute, se volete potete gustarvi un altro video (che linkiamo, non inseriamo in questo caso, lo trovate qui), ma già un “microfonino” come quello della RØDE è un buon risultato.

Il video non è “un’opportunità”, è una strada diversa di fotografare. Possiamo prendere frames, come abbiamo visto (non solo con le RED), possiamo creare backstages che arricchiscono le riprese fotografiche, possiamo creare produzioni di basso costo ma di alto valore, possiamo potenziare le nostre fotocamere con soluzioni che le rendono macchine da presa (valutate le parole che ho usato… non videocamere: macchine da presa) di altissimo livello, che riportano (o portano) in mano ai fotografi il linguaggio della cinematografia, aprono nuove prospettive anche nell’uso della luce, grazie alla possibilità – grazie ai nuovi firmware che consentiranno di lavorare ad altissime sensibilità ISO.

Siamo di fronte ad una vera rivoluzione della comunicazione, che ci viene messa sul tavolo, praticamente gratis (nel senso, che comprando una nuova reflex ce l’abbiamo dentro…) e che strizza l’occhio ai fotografi, ci sta dicendo… occupatevene voi, prima che ci pensi qualcun altro. L’altro giorno, la direttrice di un’importante rivista di moda, ci diceva: vogliamo fotografi che possano fare, “con queste macchine nuove”, sia foto che video, perché il futuro dell’editoria ha bisogno di contributi video. Non so voi, ma noi ci crediamo… E non vale il discorso che bisognerebbe avere funzioni video migliori sulle reflex, possiamo parlarci ore (mmm… mi sa che un JumperCamp ce lo facciamo!) parlando di come la risoluzione (troppo alta) della fotocamera viene scalata nel video, che si potrebbe fare di meglio, si potrebbe parlare di rapporto dimensionale del sensore (si discute che forse il formato dell’APS-C sia meglio rispetto al full frame, parlando di resa cinematografica… ma ne parliamo). Quello che però bisogna fare, non è parlare… per parlare c’è tempo, per agire i tempi sono maturi, super maturi.