Chi siamo? Come ci vedono gli altri? Il fotografo ha bisogno di un Curriculum Vitae?

Chi siamo? Come ci vedono gli altri? Il fotografo ha bisogno di un Curriculum Vitae?

Oggi ho un compito complicato, tra i tanti: devo mandare il mio curriculum per presentarmi ad un convegno di quelli importanti (e formali): dovrò parlare e vogliono dire al pubblico “chi sono“. Il mio problema è che alla veneranda età di 46 anni non ho un curriculum vitae (cv). Forse è dovuto al fatto che nella mia vita sono stato convocato a soli due colloqui di lavoro: uno per una rivista che si occupava di giochi su computer (volevano un redattore che sapeva “fare le foto degli schermi dei computer“, e questo lo sapevo fare, ma il problema è che alla domanda: lei conosce e gioca spesso sul computer?, la risposta è stata: no, per nulla… inutile dire che mi hanno segato!), la seconda volta mi hanno fatto quattro domande per capire se conoscevo un pochino il settore della fotografia, quando ho citato a memoria un paio di numeri di telefono dei principali distributori italiani mi hanno chiesto se potevo cominciare direttamente il giorno successivo (erano di “bocca buona“!). Successivamente, dopo questa esperienza durata 7 anni, mi sono messo in proprio, e non ho avuto mai più bisogno di scrivere qualcosa che non fossero “fatti“: sono quello che scrivo, che cerco di raccontare in giro, di produrre. Basta guardare questo sito, oppure una rivista che ho fatto o che sto facendo, partecipare ad un convegno o ad un corso che presento… nel bene (poco) e nel male (tanto) sono quello che faccio.

Se devo presentarmi, secondo me basterebbe la pagina di Linkedin, ma a volte la richiesta è più concreta: mi faccia avere il suo cv… e davvero non so bene cosa dire: per di più, la mia attività si evolve alla velocità della luce: ogni sei mesi c’è un “focus” che si modifica, che cresce, che va oltre. Difficile starci dietro! Ma non sono qui a parlare di me, ma perché questo pensiero si può rigirare sulla vostra, di attività, nell’ottica delle valutazioni che abbiamo fatto nelle ultime settimane, proseguendo nell’analis di marketing che – siamo sicuri – deve essere sempre di più alla base dell’evoluzione del mestiere dei fotografi (e di altri… ma in questa sede ci importa parlare dei fotografi, ovviamente).

I fotografi hanno un “problema simile” al mio, per certi versi molto più complesso: definire una “carriera” come quella del fotografo con dei “fatti” non è semplice, vero? Un cv di un fotografo in media potrebbe essere riassunto così:

“dall’anno XX faccio fotografie. Sono bravo”.

L’ultima frase è quella “debole”: chi lo dice che siamo “bravi“? In una carriera “normale“, si inizia con lo smistare la posta, poi si occupa una seggiolina fissa, poi si diventa responsabile di un reparto o di un progetto, poi dirigente, poi presidente… (bella carriera, no? ehehee…). I fotografi come mostrano la loro competenza, la loro crescita? Si può passare una vita a fare fotografie brutte e inutili, gli anni di mestiere non sono particolarmente importanti (quindi anche la prima parte della frase suona “debole”… come dire: inutile!).

Voi mi direte: i fotografi si valutano guardando le loro foto, non serve un CV: se si mostrano delle belle foto si guadagnano lavori, altrimenti no. Mmmm… siamo davvero sicuri? Sarebbe un discorso giusto, se i clienti (o potenziali tali) fossero davvero in grado di valutare ” la qualità”, e lo stesso vale per i fotografi: quanti sono i fotografi che reputano di essere bravi e poi forse non lo sono? Bisogna fare un passo difficile, importante, che vi permetterà di focalizzarvi sui passi che dovete seguire velocemente. Iniziate a definire voi stessi, a raccontarvi, ad indicare i momenti “importanti” della vostra carriera. Lo so, è dannatamente difficile, e non vale usare “poesia”: vi bocceremo ogni tentativo del tipo:

“La luce è la materia del sogno, la fotocamera è il pennello, io disegno con la luce la realtà con la visione dell’artista”

Aria fritta… non funziona, in questo caso! Fatti concreti: perché una persona deve scegliervi, tra mille altri fotografi? “Faccio vedere il mio portfolio”, continuerete a ribadirmi, un po’ piccati….

Ok, volete usare le foto, anche se vi continuiamo a dire che solo in certi casi questa è una strategia vincente (dovete trovare clienti competenti e sensibili, che abbiano tempo da dedicarvi, e poi dovete avere delle immagini davvero sensazionali…). Voglio ascoltarvi, ma attenzione: anche questa non è una strada facile. Volete descrivervi con qualche immagine? Bene: quante? Quali? Non si può raccontare una professionalità con poche immagini, tantomeno con una sola… ma le persone non leggono un libro, leggono un CV per valutare l’esperienza di un professionista. Come le scegliete, queste foto? Finora sono state scelte in funzione del gusto, di una cronologia, di una presentazione di competenze settoriali. Oppure di “complessità” fuori dal comune, per creare stupore. Prima di scegliere, o prima di tornare a guardare il vostro sito o il vostro portfolio, analizzate con me qualche problematica:

1) Devo mostrare di essere più “bravo” di qualsiasi altro? Se lo sono, e voglio usare questo come biglietto da visita, allora devo scegliere le foto più complesse e sperare che il mio pubblico possa comprenderle. E che sia davvero percepibile, questo livello elevato.

2) Forse la vera competenza di un fotografo (specialmente al giorno d’oggi, dove Photoshop tende a risolvere molti problemi in passato affrontabili solo da pochi professionisti super specializzati) non è quella di “fare una fotografia “impossibile”, ma di essere capace di ottimizzare il flusso del lavoro, per ottenere il massimo, con la massima fluidità e piacevolezza. In questo caso, siamo sicuri che una foto può “raccontare” questa capacità di “saper lavorare”? A volte (molte volte) la differenza tra un professionista e l’altro non è visibile nel risultato finale ma nella fase di produzione. Non ci conviene allora raccontare questo flusso? Magari con un video di backstage, con dei commenti dei clienti, con degli step che mostrano da dove si è partiti e dove si è arrivati?

3) Vogliamo trovare lavoro che ci permetta di esprimerci per quello che è la nostra specificità creativa oppure stiamo cercando genericamente “lavoro”? Di questi tempi, forse, è più facile che si stia cercando la seconda strada (qualsiasi cosa, basta che mi permetta di pagare il mutuo e le bollette), ma questa è una strategia che deve essere evidente. Non possiamo scegliere di mostrarci per quello che “vogliamo essere” se poi siamo disposti ad essere “chiunque tu cliente vorrai”. E viceversa, ovviamente. Non funziona la strada del “metto un po’ di tutto”: lavoretti, lavoroni e ricerca. Stiamo facendo confusione, non riusciamo ad essere né carne, né pesce. E i potenziali clienti percepiranno che non siete “quelli che fanno per loro”, perché nessuno ha bisogno di “qualcosa di non definito”.

4) Facciamo siti “belli” (a volte – spesso – senza riuscirci), per soddisfare la nostra esigenza di avere una bella cornice, ma siamo sicuri che facciamo un favore a chi ci viene a trovare? In pochi hanno la voglia di perdersi in dissertazioni artistiche e creative. Quelli che sono interessati, non si acconteranno certo di qualche splash page in Flash con quattro immagini messe in sequenza. Anche perché molto probabilmente ci passeranno con un iPad o un iPhone e quindi Flash non lo vedranno… E, in ogni caso, non avranno tempo e voglia di scendere nel dettaglio: perché quella foto che avete pubblicato (delegando ad essa la nostra “carta vincente”) dovrebbe interessargli? Dovremmo imparare a creare delle informazioni accanto alle foto, per fare in modo di poterne percepire quello che volevate esprimere. Per chi dirà… “Le foto non hanno bisogno di commenti”, rispondo: vero, se sono così forti da non averne bisogno. Possiamo dire così per 1000 foto nella storia? Le altre forse hanno bisogno di un “aiutino”.

5) Una volta che abbiamo fatto la scelta, come facciamo la “scelta successiva”? Lasciamo il sito fermo per due anni? Così tutti coloro che, per caso, dovessero tornare vi troverebbero sempre al punto di partenza, senza nessuna evoluzione…. che cosa triste!

Come vedete, la scelta di puntare sulle fotografie non è facile. Abbiamo sempre pensato che bastassero, ma le abbiamo scelte quasi sempre (non sempre… ci sono ovviamente professionisti che questa analisi l’hanno fatta e benissimo) ad istinto, con una logica che arrivava dalla pancia. E, quasi sempre, la scelta è stata fatta dallo stesso fotografo: uno sbaglio enorme! L’autore non può essere un buon critico del proprio lavoro, magari si intestardisce su delle foto che lui ama, ma che non dicono nulla a qualcun altro, mentre invece spesso ne tralascia altre che sono più interessanti. Avete bisogno di un occhio esterno: o ne avete uno di davvero affidabile, oppure fare fare l’analisi a molte persone e traetene il giusto risultato.

Prima però di pensare alle foto (vi abbiamo ascoltato, abbiamo detto: ok, puntate sull’immagine: ora ci ascoltate voi), dovete pensare alla vostra strategia: chi siete, chi siete stati, dove siete arrivati, dove volete arrivare. Questo non si fa con le immagini, che possono essere il modo per rappresentarvi (se non vi siete spaventati abbastanza da tutto quello che vi abbiamo scritto finora). Ma si fa con un foglio da compilare, colonne strutturate di processi mentali. Un consiglio che vi posso dare è di usare gli strumenti migliori che conosco, e ce ne sono di due tipi:

1) Se siete molto schematici (o volete diventarlo), potete usare software di categoria “Outliner”, che permettono di aggregare ed organizzare elementi concatenati tra di loro, e di indicare quando ogni task (ogni attività) è stata completata. Io personalmente uso OmniOutliner Professional, costa qualche decina di euro ed è solo per Mac, ma se volete ce ne sono tanti altri, trovate una lista completa qui. Ce ne sono anche su iPad, io uso questo.

2) Se avete una mente più “creativa”, forse vi piacerà di più un approccio a “nodi visuali”, come MindNode, che io uso con grande passione sia su Mac che su iPad. Sicuramente ce ne sono molti altri, date un’occhiata a questa ricerca su Google, ma MindNode è il più carino che conosciamo e che ci ha trasformato il lavoro, specialmente in fase di riunione: invece che fare quadratini e freccette su un foglio di carta, uso MindNode e le informazioni e le idee prendono forma con maggiore precisione ed efficacia.

Ma cosa ci fate con questi software? Iniziate a tirare fuori una struttura logica di quello che volete “apparire”, quali sono i vostri punti di forza, cosa potete usare per rafforzarli. Se poi a questa struttura inziate a:

a) Compilare il vostro profilo su LinkedIn (anche in inglese…) per fare un About You abbastanza ben strutturato

b) create dei contenuti che possano descrivere il vostro lavoro, magari con backstage di video da mettere su YouTube e da linkare

c) Scegliete le immagini dopo tutte le analisi fatte

A quel punto siete già a buon punto per diventare quello che volete, o che aspirate ad essere. Vedremo dai commenti se l’argomento interessa oppure se la considerate solo una perdita di tempo… in funzione delle risposte decideremo se proseguire questa consulenza di marketing, oppure se affrontare nuove tematiche. Io, nel frattempo, vado a scrivere il mio Cv….

Comments (33)
Join the discussion
Read them all
  • Anto Bozzini
    Apr 10th, 2011
    Anto Bozzini says:

    …grazie Luca,si trovo che i tuoi suggerimenti siano sempre estremamente stimolanti; vai col marketing!!! Adesso Vado anch’ io a scrivere il mio cv

  • Luca Pianigiani
    Apr 10th, 2011
    Luca Pianigiani says:

    ok, dopo mandamelo:-)

  • marimonti
    Apr 10th, 2011
    marimonti says:

    A quelli che vogliono il tuo cv dagli il mio num. che gli spiego tutto in due parole

  • marimonti
    Apr 10th, 2011
    marimonti says:

    Ah dimenticavo….mi metto nella lista
    Vai con il marketing anche per me!!!!
    E continua a comunicare che noi quassu’ ti ascoltiamo con grande attenzione

  • mimmo torrese
    Apr 10th, 2011
    mimmo torrese says:

    Grande come sempre! Inutile dire che in molte argomentazioni mi sono riconosciuto, ridendo anche di come hai centrato i vizi e le virtù di noi comuni fotografi-mortali. Uno per tutti, l’aggiornamento del sito web e del c.v.
    Quando mi chiedono di mandare un c.v. mi fa lo stesso effetto di quando in pieno terzo millennio, mi chiedono di mandargli un fax…
    Grazie per le riflessioni e per i sorrisi che mi hai regalato leggendoti…

    1. Maria Prontera
      Apr 10th, 2011
      Maria Prontera says:

      Proprio in questi giorni sto pensando a come definire il mio profilo LinkedIn in base all’immagine che voglio che di me abbiano i potenziali “visitatori” del social network. Mi trovo d’accordo con molte delle cose che dici. Più che un CV a 40 anni sto cercando di sviluppare una biografia che in modo più ampio descrive non solo la mia esperienza professionale, ma anche la persona che c’è dietro, cosa che anche un CV ben compilato riesce a fare, ma in modo più prolisso secondo me.

  • giacomo ferrari
    Apr 10th, 2011
    giacomo ferrari says:

    Quanto cerco di spiegare da sempre ai miei allievi e collaboratori sula base della mia espperienza venticinquennale: il nostro cv è sempre stato ed è ancora il lavoro realizzato e visibile su un bel book bene stampato,
    presentato di persona, a meno che l’ offerta sia per un lavoro di fotografo “sui generis” tipo eventi, o presso qualche editore o agenzia di provincia che se tutto va bene non paga, ma chi punta al lavoro professionale di livello deve avere si’ un book di presentazione di livello ma soprattutto, come è sempre stato ma oggi lo è ancor maggiormente, delle ottime referenze…. tipo l’amico art, l’ amico redattore , o meglio un
    agente ben inserito.
    Promuoversi nella professione, purtroppo non è come applicare una strategia di marketing per un info – prodotto
    dove si continua a dire il “cosa” ma non il “come” per mesi
    gratuitamente, e poi si danno i veri contenuti a pagamento e si recupera abbondantemente quanto dato precedentemente “a gratis”.Promuovere una professione è un lavoro di relazioni personali, dicono proprio gli esperti di marketing che nella professione di fotografo come in altre affini, conti per
    l’ 80 % e che nel restante 20% vi siano vera competenza , qualità ecc, soprattutto in settori come la moda dove tutto molto spesso si rivela veramente effimero.

  • Luca Pianigiani
    Apr 10th, 2011
    Luca Pianigiani says:

    Giacomo, come immaginerai non sono d’accordo con quello che dici: il mestiere del fotografo è “esattamente” quello di vendere un prodotto, e quindi una strategia di marketing seria e profonda (non chiacchiere) e mi preoccupa se trasmetti un pensiero diverso a dei giovani fotografi, se sei un formatore. Avrei volentieri guardato il tuo sito ma purtroppo… È in flash e quindi non è visibile. Anche questo è marketing: fare in modo che chi si affaccia possa vedere il tuo lavoro.

    1. giacomo ferrari
      Apr 10th, 2011
      giacomo ferrari says:

      Luca, forse non ci capiamo, credo anch’io, come chiunque che il mestiere del fotografo sia vendere un prodotto, o forse piu’ precisamente un servizio, credo anche che il mkt sia importantissimo, ma sono sicuro che vendere i propri servizi (parlo di mercato pubblicitario ed editoriale) sia profondamente diverso dal vendere info- prodotti come i tuoi, o altri tipi di prodotto, non sono un formatore di professione, lascio fare questo alle scuole qualificate, faccio il fotografo e sono tutti i giorni a confrontarmi con il mercato, e in piu’ ho cercato in questi anni di trasmettere a chi ha lavorato con me, i miei saperi fatti di esperienza, non di chiacchere. In conclusione credo e sono d’ accordo che il mkt sia fondamentale per ogni prodotto o servizio, ma proprio per questo credo che la giusta strategia non sia quella di scrivere un bel cv, e di tradurlo in inglese per linkedin, ma piuttosto coltivare relazioni e soprattutto vedere persone, presentare se stessi nel giusto modo (personal branding) e i propri lavori con entusiasmo, alle realtà con le quali vogliamo lavorare e poi (importantissimo) tornare a ripresentarsi con materiale nuovo, altrocché il sito in flash non si vede sull’ i pad, ma di che parliamo? tutti i maggiori agenti di rappresentanza e fotografi di fama utilizzano la tecnologia flash per i loro siti, perchè ogni editore ed ogni agenzia possiede un dispositivo che legga flash, ma chi è interessato a produrre lavoro, comunque vuole vedere la persona ed il lavoro stampato, non dimentichiamoci
      neanche che non vendiamo saponette!,,,

  • Valentina Redi
    Apr 10th, 2011
    Valentina Redi says:

    Questo articolo calza a pennello. Mi sono trasferita da poco all’estero e avendo zero agganci e conoscenze l’unico modo che trovo per lavorare è mandare una carrellata di CV.
    La domanda che mi perseguita è: come si fa ad interessare con un cv e un sito web personale? Facendo delle prove ho testato che le foto spesso non riescono ad arrivare, non bastano. Ci sono migliaia di foto, migliaia di siti portfolio e non c’è un motivo per cui ci si debba fermare a vedere in modo approfondito proprio il mio. Per la maggiore si tende a cestinare come in tutti i campi.
    La selezione delle immagini da mostrare e non mostrare come presentazione è la più ardua. Peraltro personalmente tendo ad affezionarmi a fotografie che agli altri non parlano e la maggioranza delle foto che faccio che agli altri esaltano a me non dicono niente. La selezione è dura e social network come flickr un pò aiutano nel capire, ma ci vorrebbe una giuria meno popolare. L’idea di dare un aiutino alle immagini presentando come nasce un determinato prodotto è una via che devo assolutamente prendere in considerazione.
    Guardando il sito web, i video e seguendo anche il corso in live streaming di J. Star mi rendo sempre più conto di quanto presentare se stessi in un certo modo funzioni molto più di una foto “complicata” che non capirà mai nessuno, a parte te stesso.

    Io vado ad analizzare e farmi analizzare e poi, forse, a fare il cv che vale.

    1. Luca Pianigiani
      Apr 10th, 2011
      Luca Pianigiani says:

      Valentina, se vuoi un’opinione te la diamo volentieri, per “l’analisi” ;-))

  • Luca Pianigiani
    Apr 10th, 2011
    Luca Pianigiani says:

    Giacomo, continuo a capire che non siamo d’accordo. Hai le tue opinioni, le rispetto, ma il mondo è cambiato. Gli art (i picture editor, gli art buyer, i direttori delle riviste) – sempre che tu riesca a parlare con loro – non ti ricevono, al limite ti dicono “mandami un link” e se proprio sono cortesi ti guardano il sito sull’iPhone mentre vanno a bere l’aperitivo. E’ in Flash? ok: sei dimenticato. Le relazioni non si alimentano andando ai bar (gli stessi degli aperitivi dove vanno gli Art quando cercano di vedere il tuo sito in Flash e non ci riescono), quella è roba anni ’80. Quello che conta è essere presente in rete, con collegamenti importanti, di cui Linkedin è il proncipale riferimento: è l’unico modo ormai per contattare persone importanti, e interagire con loro. Chi non segue questa strada rimarrà ancorato ad un mondo che non esiste più, se non in ambito provinciale (in Italia lo siamo ancora, molto provinciali).

    Credere che non stiamo vendendo saponette è un’illusione. Cosa vendi? cultura? Arte? genialità? No, vendiamo tutti saponette, possiamo vendere saponette di lusso, super costose, originali, esclusive… ma sempre saponette sono. So che non sei d’accordo, ma qui abbiamo un approccio molto pratico e poco accondiscendente. Non perché vogliamo avere ragione, ma perché siamo stufi di sentire tante parole che hanno portato i professionisti del nostro mondo perdere sempre più ruolo, valore e fatturato.

    1. giacomo ferrari
      Apr 11th, 2011
      giacomo ferrari says:

      Luca, siamo tutti consapevoli che i tempi sono cambiati, mi piace e sorrido a pensare alla tua descrizione cosi variopinta, degli art che guardano i siti dei fotografi sull’ iPhone(magari qualche volta anche sul blackberry , giusto per par condicio) mentre bevono un negroni, scherzi a parte, vivo quotidianamente questo mondo in “diretta”, nel senso che sono sul campo come credo quasi tutti quelli che partecipano alla discussione.
      Il tema fosse solo che si ha il sito in flash…..e quindi poveri noi non siamo visti
      sull’ I phone, purtroppo e un po’ piu’ articolata la questione.
      Siccome i meccanismi del business della fotografia professionale sembrano sempre gli stessi dagli anni 80, non per i contatti fatti al bar…., affermazione che scusami, sembra un po’ luogo comune.
      I contatti dai quali scaturiscono i lavori importanti , come dagli anni 80, forse anche prima, ad oggi… sono a livello di conoscenza personale, di presentazione da parte di una persona o agente che interloquisce quotidianamente con le figure che hai elencato e che tutti conosciamo art buyer fashion editor direttori creativi e redattori,ecc ecc ecc che in qualche modo “garantisce per noi” proprio come avviene nel mercato dell’ arte o dello spettacolo non della vendita di saponette! Aggiungo grazie al cielo! Aggiungo anche che gli art buyer delle
      agenzie serie, sono sempre disponibili a visionare i portfoli nuovi perche è il loro lavoro,
      ma se non si ha una presentazione o di livello creativo superiore alla media o iperspecializzata purtroppo non funziona, diverso è l’ approccio dell’ agente, proprio perche entra in gioco l’ aspetto referenzialità di un terzo affermato e in qualche modo “garante del risultato”
      Mi preoccupa che persone che in rete hanno conquistato autorità, affermino che oggi il fotografo si promuove con un bel cv e che la panacea sia il sito in html perche lo vedan tutti,
      non si puo’ ridurre una questione cosi’ importante a luoghi comuni e addirittura colpevolizzare
      chi non la pensa come si vorrebbe, questo peraltro fa sembrare tutta questa discussione di per sè un prodotto di marketing e non la discussione di una community di fotografi che possono avere esperienze ed opinioni divergenti.

    2. andrea
      Apr 11th, 2011
      andrea says:

      Mi permetto di intromettermi citando solo alcuni nomi. Nomi di fotografi di livello internazionale che certamente non sono dei pistola. Loro sono molto attivi sulla rete e li trovo molto più vicini alla corrente di Luca che non a quella di Giacomo, che non condivido pur rispettando. Mi riferisco a gente come Chase Jarvis, Zack Arias, Joe McNally, Jasmine Star; potrei continuare ma mi fermo. Credo che queste persone siano il vero esempio. Certamente, e credo che Luca sia d’accordo con me, non basta un buon curriculum, non basta avere un sito leggibile anche dall’iPhone, non basta scegliere bene le foto delle gallerie, non basta avere ben chiare i propri obiettivi, non basta sviluppare una corretta strategia di comunicazione; ci vuole anche un po’ di PR, dei buoni contatti ben coltivati, esserci quando è importante esserci e molto altro ancora.
      Certamente un bel portfolio, stampato bene non serve a molto senza il resto.
      Siamo nel 2011, non dimentichiamocelo.

      1. Luca Pianigiani
        Apr 11th, 2011
        Luca Pianigiani says:

        Già, Andrea: non penso certo che sia sufficiente un buon cv o un buon sito. D’altra parte, quasi sei anni di Sunday Jumper e 20 anni di attività lavorando a servizio dei fotografi professionisti dovrebbero essere – visto che siamo in tema – credo possano essere una testimonianza (cv) sufficiente per capire che si trattava di una metafora, anche se con risvolti pratici.
        Le esperienze personali, maturate in decenni, sono utili da condividere, ma purtroppo non sono garanzia di quello che è oggi il mercato, e ancor meno di quello che sarà il mercato. E la chiusura nei confronti del “nuovo” non porta a nulla.

        Evito di rispondere a Giacomo, quando la libertà di opinione porta alla mancanza di rispetto per il lavoro che viene fatto, il silenzio è la migliore risposta. Per di più quando non si vuole comprendere (o non si riesce a capire, forse per limite mio) quello che si sta dicendo. Le risposte le stanno dando già chi commenta e chi – anche esprimendo dubbi e visioni contrastanti, lo fa con un atteggiamento rispettoso e costruttivo, volto all’interazione e alla comprensione.

  • cristiano
    Apr 10th, 2011
    cristiano says:

    Molto istruttivo e direi anche un pò “generalista”, nel senso di una buona capacità di comprendere anche settori affini.
    thanks
    c

  • marko tardito
    Apr 10th, 2011
    marko tardito says:

    Di nuovo un pezzo interessante che ci deve fare riflettere, senza fissarci siu cv o sui siti, ma su chi siamo e cosa facciamo e com lo raccontiamo agli altri.
    Io vengo dalla Direzione Artistica, dove ti passano sotto il naso mille immagini e magari poi ti trovi a lavorare con chi conosci. Credo faccia parte della natura umana. Concordo con Luca che un professionista lo si vede nel workflow , credo anche che le relazioni siano ( sopratutto in alcuni campi ) l’80% del lavoro, quindi dove sta la verità? Sta nel guardarci dentro e scoprire che siamo dei creatori di immagini, che sappiamo cogliere l’anima delle cose con la nostra sensibilità e le sappiamo trasmettere, ma che non basta. Dobbiamo continuare a spingerci oltre, comunicando con gli altri nelle forme di comunicazioni attuali, che sono esse stesse in continuo mutamento.
    Fatevi le domande giuste e troverete una risposta e il modo di comunicarla agli altri.
    Valentina, se ti consola quando tre anni fa sono sbarcato a Parigi senza nessun contatto, per avere un’appuntamento mi sono inventato un video che ironizzava sul poco tempo che gli Art ci dedicano. si chiamava “my book in 21seconds” lo trovi qui:

  • marko tardito
    Apr 10th, 2011
    marko tardito says:

    a proposito il mio CV è: I’m a Kick ass photographer!

  • Roberto Cecato
    Apr 10th, 2011
    Roberto Cecato says:

    Ciao Luca,

    Grazie ancora per sollevare una riflessione su un punto delicato e certamente polemico della nostra professione.
    In questo momento devo rifare il io sito e mi sono trovato spesso a chiedermi di come strutturarlo e come ripropormi in un mercato che ha stravolto le regole che da decenni erano le stesse.

    Buon lavoro con il tuo curriculum.

  • Alessandro bianchi
    Apr 10th, 2011
    Alessandro bianchi says:

    Approvo ie condivido il pensiero di Luca tranne un particolare: gli art (Director, Buyer ecc), ovviamente se ci ritengono interessanti perchè capiscono che siamo in grado di risolvergli problemi complessi in maniera semplice, ricevono eccome, e sono anche molto disponibili ed aperti a nuove proposte.

    Il mio cv è:
    A 10 anni inizio a fotografare per passione, a 20 continuo perché mi piace ed è meglio che lavorare.
    Da subito mi prometto che non farò mai fotografia di cerimonia, sportiva e per raccontare le disgrazie altrui. 
    Per ora sto mantenendo la promessa. 

  • Luca Pianigiani
    Apr 10th, 2011
    Luca Pianigiani says:

    Alessandro: è vero, ma prima devono capire se sei utile… e per farlo vogliono prima vedere quello che fai. Il resto viene di conseguenza… la conseguenza è quella di una presentazione efficace, stimolante, convincente.

  • Igor Bellini
    Apr 10th, 2011
    Igor Bellini says:

    Ciao Luca,
    bravo, vai avanti, quelli di oggi sono argomenti che ho sentito particolarmente attuali.

  • Luca di Toscana
    Apr 11th, 2011
    Luca di Toscana says:

    Ciao Luca, mi complimento per la solita lucidita’ con la quale interpreti i pensieri di noi fotografi professionisti e condivido totalmente la tua visione del “cv” ; ma alla fine qualcosa non mi e’ chiaro.
    Dato per certo che la migliore struttura di una presentazione per noi debba avere la struttura che tu dici, mi chiedo che utilita’ possa avere per me’ fotografo italiano, spendere tanta energia per proporsi al globo intero. Mi chiedo, commercialmente, che interesse puo’ avere un produttore di “saponette” di Singapore, o di Pechino o di Nuova Delhi, ecc… a cercare un fotografo dall’altra parte del mondo? Forse Italiano= artista, non sarei un po’ troppo presuntuoso nel crederci ? Non si correra’ un po’ troppo… di fantasia? A me, sinceramente sarebbe piu’ che sufficiente avere nuovi clienti a Navacchio, ( tra l’altro c’e’ anche un bel polo di ricerca scientifica…) . Sono felicissimo per i miei colleghi che riescono a sbarcare all’estero, ma credo che siano l’uno per mille di noi professionisti italiani, mentre il resto, il grosso, secondo me, ha bisogno primo di riqualificarsi, ma secondo di riappropriarsi del proprio territorio, di riannodare i fili con le migliaia di aziende che gli stanno intorno. Quindi ben vengano interventi e discussioni sul marketing, ma finalizziamolo con i piedi per terra.

    1. Luca Pianigiani
      Apr 11th, 2011
      Luca Pianigiani says:

      Caro Luca, avere i piedi per terra è fondamentale, ma le azioni da fare, e che consigliamo sempre in questo spazio da anni, possono funzionare sia per parlare con qualcuno a Nuova Delhi che a Navacchio. Non bisogna puntare in alto o in largo, solo… non porsi limiti. A volte ci sono interessi che nascono con persone che vivono lontano (per esempio: qualcuno che ha bisogno di foto della Maremma, e abita a Londra… per dire una cosa stupida e facile), a volte l’apertura può aprire le porte dietro l’angolo, che spesso invece rischiano di rimanere chiuse. Il meccanismo di Linkedin, per esempio, consente di avere relazione e contatti per esempio con i responsabili marketing di un’azienda con la quale abbiamo lavorato, ed è una cosa buona perché a volte cambiano le persone e perdiamo il contatto… se ci presentiamo via linkedin a persone che lavorano nella stessa azienda si può interagire in modo più diretto, senza i filtri delle segretarie.

      Aprire non significa andare sempre lontano. Significa non chiudersi e non porsi limiti ;-)

  • Matteo
    Apr 11th, 2011
    Matteo says:

    Molto interessante questo argomento Luca! Molto vero il risvolto pratico di flash per fare un esempio Io sono sempre in giro e quando cerco qualche sito mi domando ancora come possano esserci nell’era di internet mobile tanti siti non ottimizzati per iphone o ipad. Vuoi vedere il sito di una persona che ti interessa ed è in flash! Da qui cominci già a dare qualche punto in meno alla persona che cercavi. Quando torni a casa davanti al tuo mac magari nelle mille cose da fare hai dimenticato magari la ricerca che facevi quando eri in viaggio. Bisogna rimettersi in gioco bisogna tenere il passo coi tempi, dire che il mestiere non è più quello di una volta è giq darsi per vinti(questo lo dico prima di tutto a me stesso), magari il segreto è una buona dose di umiltà! VAI COL MARKETING!!! :-)

  • Luca
    Apr 12th, 2011
    Luca says:

    Ciao Luca e ciao a tutti.

    Concordo appieno le idee di Luca, e quoto la risposta di Andrea che cita Chase Jarvis, Zack Arias, Joe McNally, Jasmine Star, solo per parlare di alcuni tra i più attivi.
    Effettivmanete, ripercorrendo mentalmente tutti i riferimenti importanti ed internazionali del momento non posso fare a meno che confermare che tutti (TUTTI) in qualche modo sfruttano le potenzialità degli strumenti citati da Luca.

    Anzi, quelli che hanno più visibilità (e vantano studi ed aziende da invidia!) sono quelli che hanno saputo anticipare i tempi e che adesso ci stanno indicando la strada per il futuro con il loro marketing.

    Purtroppo non mi vedo pienamente d’accordo sulla dissacrazione di flash anche se per rimanere al passo con i tempi e le evoluzioni dettate dal mercato (vedi la “prepotenza” di Apple verso flash) sarò costretto ad abbandonarlo anch’io. Sinceramente credo che Flash sia un ottimo strumento e mezzo per visualizzare le foto, primo su tutti la possibilità di proteggerle (lo so, lo so, ricordo le disquisizioni sull’opportunità di lasciare fluire le proprie immagini per la rete, senza controllo).
    Mi scuso per questa divagazione.

  • Luca Pianigiani
    Apr 12th, 2011
    Luca Pianigiani says:

    Luca, grazie per il tuo intervento. Tutti amiamo Flash, ma il problema è che si è scontrato e si scontra con problemi enormi perché Apple ha una politica che deve proteggere il suo AppStore dall’eventuale concorrenza di programmazione che può finire velocemente su qualsiasi device se aprisse a Flash (la disputa infatti non riguarda, come tutti credono, Flash Player…). E non cambierà. Visto che nel mondo la quantità di utenti che usano iOS per navigare sul Web cresce in modo esponenziale, bisogna accettare il fatto che la priorità non è la filosofia, ma il poter essere visibili.

    Tra i vantaggi di Flash, il più amato dai fotografi è anche il più falso… si possono eccome rubare le immagini presenti su un sito web in Flash con una semplicità assoluta.Così facile che fa sorridere che questa leggenda ancora venga considerata vera… ;)

  • nicola zanettin
    Apr 12th, 2011
    nicola zanettin says:

    lascio il mio contributo. personalmente, al momento, mi sto interrogando in termini di “autorevolezza”.
    mi spiego: vi invito a considerare interessante e degno di nota il termine “autore”. vi invito a continuare nel’analisi. cosa rende autorevole, quindi degno di nota?
    la mia umile risposta è: LA PAROLA.
    voce, scrittura.
    parlare è autorevole, l’intonazione è autorevole, scrivere è autorevole. la sintassi è autorevole.
    voi direte, lo so, la fotografia ha una sua sintassi.
    il problema è che l’immagine usa, per essere capita e condivisa, le…? indovinate cosa…parole, voce e scrittura.
    oralità e scrittura: http://it.wikipedia.org/wiki/Walter_J._Ong
    credo possa esserci d’aiuto. :-)

  • nicola zanettin
    Apr 12th, 2011
    nicola zanettin says:

    per lasciarvi con un sorriso;
    è la teoria del cane…
    sapete quando si dice “gli manca la parola?”…eccoci qua…:-))

  • Giancarlo Centrone
    Mag 30th, 2011
    Giancarlo Centrone says:

    Grazie, serviva proprio un aiuto così.

  • roberto
    Giu 28th, 2011
    roberto says:

    Diciamo che i fotografi tra loro sono in grado di valutarsi.. più difficile è per “gli esterni” .. nella cronaca ad esempio è molto importante riuscire ad avere 10foto che raccontino il fatto nel minor tempo possibile(pagano poco e alla lunga.. non c’è tempo da perdere) perchè si deve andare in stampa subito o quasi.. se hai bisogno di un’ora per mettere su 10foto buone con un nesso logico.. NON sei un fotografo di cronaca.

  • COMA
    Dic 15th, 2012
    COMA says:

    Ottimo articolo. Grazie Luca per i tuoi lungimiranti consigli :)

Comments are closed.

 
Hide Comments
Go to top
Back

This is a unique website which will require a more modern browser to work!

Please upgrade today!

Share