Tecniche di compressione delle fotografie: l’immagine si fa piccola per avere successo

Tecniche di compressione delle fotografie: l’immagine si fa piccola per avere successo

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La qualità delle immagini digitali non è un parametro che si misura in pixel. Lo si dice sempre, ma poi i flussi di commenti che si propagano quando escono nuove fotocamere dal numero sempre più impressionante di Megapixel fanno capire che i fotografi – specialmente purtroppo i professionisti, che dovrebbero essere quelli “che sanno” – si fanno influenzare da questa componente; che usano l’approccio “minimalista” solo per giustificare un’impossibilità di acquistare un apparecchio “super dotato”, ma in realtà vorrebbero tanto averne “di più”, per dimostrare di essere superiori.

La qualità, oggi, invece, si misura su un parametro molto diverso: è “migliore” l’immagine più leggera, quella che garantisce il migliore rapporto dimensione e leggerezza. Il processo è molto semplice: la comunicazione digitale si basa sulla velocità di accesso alle informazioni, per essere veloci, le informazioni devono essere contenute in un “peso” basso, e questo si scontra con un’altra tendenza: le immagini piacciono “grandi”, sempre più grandi, e le interfacce tendono ad essere sempre più invisibili, per consentire al contenuto (appunto, le immagini) di occupare tutto lo spazio dello schermo.

Statistiche confermano che oggi una pagina web richiede attorno agli 8 secondi ad essere caricata; un tempo, specialmente nel mondo della fruizione su device “mobili”, giudicato un tempo infinito, molte persone si stufano prima e rinunciano al caricamento. Sia Google che Facebook hanno proposto delle soluzioni alternative, per creare pagine più leggere, ma sono sostanzialmente operazioni basate sulla semplificazione del codice, ne abbiamo parlato in questo articolo.  Ma l’immagine è una questione a parte, e fa parte delle competenze dei professionisti della fotografia.

Se oggi non siete in grado di garantire la migliore qualità alle vostre fotografie da fruire sui monitor, riducendo al massimo il loro peso, allora avete un problema. Se siete ancora di quella scuola che “odia” il JPEG perché “rovina le fotografie”, se verificate la qualità ingrandendo le foto al 300% su Photoshop e storcete il naso se avete perso un micro dettaglio giudicandolo fondamentale, allora non state comprendendo che questi parametri sono solo indice di una mancanza di visione generale. Le immagini si consumano, e, appunto, devono essere davvero leggere. Ma come si procede? Qui sotto vi segnaliamo qualche consiglio.

Comprimere foto: i consigli migliori (e le cose più interessanti e meno conosciute sono in fondo!)

1) Buttiamo via pixel

Le nostre fotocamere moderne creano immagini che contano, nel lato più lungo, 3000, 4000, 8000 pixel. Ovvio che tutti provvedono a ridurre questa risoluzione, ma quale settaggio decidete di scegliere? Bisognerebbe aprire un capitolo sulla risoluzione, sulla resa e sulla costruzione degli schermi Retina (o nomi simili), ma sarebbe un capitolo-libro. Iniziamo a crearci un parametro di partenza, il consiglio è di non superare i 2000 pixel di base, ma potrebbero essere anche inferiori. Personalmente, noi lavoriamo su un parametro base di 1200 pixel che risolve quasi tutte le esigenze (ripetiamo… gli schermi Retina sono un discorso a parte, ma non si misura la risoluzione di uno schermo retina sulla sua risoluzione “nominale”).

2) Lossy, Lossless

Le immagini vanno salvate con perdita di dettagli, e non al 100%; questa scelta, se volete, potete impostarla per la stampa, ma non certo per i monitor. Ovviamente i parametri possono variare per ogni tipologia di immagine, ma mediamente una percentuale del 60% è giudicabile accettabile, un bel compromesso. Sappiamo che molti non hanno il coraggio di scendere così tanto, e ancor meno vogliono capire che se dobbiamo rafforzare i dettagli è più opportuno lavorare sull’editing dell’immagine e non sulla sua minore compressione: il dettaglio si può perdere con una forte compressione, base abbiamo lavorato per avere immagini corrette in partenza, che tengono conto di questo elemento, allora possiamo permetterci una migliore ottimizzazione. Attenzione però che se lavorate con una forte azione di aumento del dettaglio (magari tramite la maschera di contrasto) potreste ottenere dei files compressi “tanto” che comunque pesano “tanto”. L’equilibrio è, proprio, quello che vi consigliamo di analizzare e studiare.

3) Quanto devono pesare le immagini?

Non ci sono leggi scritte con il sangue, ma alcune considerazioni che possono esservi utili, prendiamo in considerazione alcuni formati che sono tipici sul web e vi indichiamo dei parametri con i quali confrontarvi:

1920×600 pixel: < 180 kb

600×500 pixel: < 60 kb

300×200 pixel: < 30 kb

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4) Photoshop, forever?

Di recente, Photoshop ha cambiato il suo modulo di esportazione, per sopperire ad un ritardo cronico che stava pesando in modo considerevole nel flusso di produzione di immagini per gli schermi, in particolare quello proposto da Sketch che è, a oggi, il migliore tool per creare grafica (le immagini entrano in questa categoria) per gli schermi. In questo nuovo modulo, non ci sono grandissime differenze, se non quelle di prevedere proprio l’esportazione per gli schermi Retina (in altro a sinistra, dove trovate indicazione 1x e “suffisso”… ne parleremo, se volete, in un prossimo post). Utile anche che ci sia la possibilità di indicare una preferenza di esportazione veloce, ma purtroppo questo settaggio (che si trova su “File > Esporta >  Esportazione rapida in…) permette solo di scegliere nelle preferenze tra il formato (jpg e png) e nel caso del jpg la percentuale di compressione, ma non per esempio la dimensione massima dell’immagine. Per il resto, le funzioni sono le stesse, le solite, non ci sono grandi evoluzioni in merito. Photoshop, a dirla tutta, non è il tool più dedicato al salvataggio ottimizzato per le immagini; lo può fare, certamente, ma oggi sul mercato ci sono alternative.

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5) Alternative software per ottimizzare/comprimere le immagini

Abbiamo provato, nel tempo, varie soluzioni. Alcune ci piacciono molto, altre meno ma sono comunque utili da segnalare perché magari rispondono a delle esigenze specifiche che non sono le nostre e quindi potreste trovarle più utili di quanto non abbiamo percepito noi.

Kraken Image Optimizer

Kraken

Una delle soluzioni più interessanti, funziona via browser, scelta da tante aziende che operano sul web. Permette di caricare un’immagine alla volta, uno zip con tante immagini, un link web, oppure direttamente da alcuni servizi cloud, come per esempio Dropbox, Google Drive, Box. Permette di gestire tutti i settaggi principali, quindi la scelta tra lossy e lossless, in modo automatico (ci pensa lui che ci capisce…) oppure in modalità Expert,  permette di regolare anche la dimensione dell’immagine da esportare. Molto potente, secondo noi la soluzione migliore è usare la modalità Expert  che permette di regolare la percentuale di compressione; il risultato che abbiamo ottenuto da un test comparativo fatto proprio per questo articolo (la faccia dell’uomo con la barba), ha portato ad un file di 1200×1807 px compresso in Jpg al 60% ad una dimensione di 235 KB, contro i 486 della stessa impostazione da Photoshop. La qualità finale? Assolutamente identica (se guardate ingrandita e a diretta comparazione accendi/spegni i livelli con le due immagini, una differenza che potremmo valutare dell’1%… se viste in momenti diversi assolutamente nessuna). Ma in termini di peso, quasi il 50% di risparmio.

Fate le vostre prove, si può provare gratuitamente e poi ci sono delle tariffe mensili che potrete valutare.

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ImageOptim

ImageOptim

Altra soluzione davvero consigliabile, si scarica gratis “All Free and Open-Source” su Mac (sorry, no Win) ed ha una finestra molto semplice, funziona anche draggando le immagini sull’icona (anche tante immagini insieme). Permette di regolare i settaggi generali, di compressione e di ottimizzazione, e poi procede con questa scelta. Davvero un tool imperdibile nella vostra cartella di applicazioni. Il difetto è che non consente di definire la dimensione finale, salva l’immagine nella sua risoluzione originale, quindi dobbiamo pensare a ridimensionarla prima. Lo abbiamo fatto e, a parità di risoluzione dell’immagine campione (sempre uomo con barba, 1200×1807 pixel,  circa 60% compressione Jpg) siamo arrivati a 199 KB (contro i già citati 486 di Photoshop e i 235 di Kraken).

Altri

Optimage

Altra soluzione semplice, si scarica gratis la demo funzionante, poi la versione a pagamento costa 9 dollari. Poco, funziona abbastanza bene, ma non permette di selezionare nulla (fa tutto da solo: compressione, dimensione rimane fissa quella dell’originale)… e comprime meno di Photoshop, almeno nell’immagine che abbiamo preso in oggetto.

JPEGmini – Your Photos on a Diet!

JPEGmini Pro | Photo optimization for professional photographers

Sono tra i più famosi, sia per Mac che per WIN, ma la versione Lite (gratis) permette di salvare/ottimizzare solo 20 foto, se no costa 19.35 euro + iva, i risultati sono inferiori nei test che abbiamo fatto. Esiste però una versione PRO che permette anche di integrarsi a Lightroom, e forse potrebbe essere giudicato utile per alcuni. Ma costa 95 euro + Iva e non ci sentiamo di consigliarlo sulla base di quanto ottenuto dai nostri test (che, come detto, potrebbero non essere completi e definitivi e certamente non sono scientifici).

Azione di Photoshop

A 4 dollari viene proposta questa azione in particolare per ottimizzare le immagini su Facebook. Visto che non esiste una demo, diventa forse poco consigliabile l’acquisto se non comprovato. Personalmente non abbiamo considerato primario un sistema di compressione “ottimizzato per Facebook”, ma ci siamo orientati più verso una logica “generica”… ma almeno una segnalazione la meritava!

6) Web Oriented

In tutto questo discorso dell’ottimizzazione delle immagini in relazione alla compressione e alla riduzione del peso, c’è un discorso da fare alla fine, e forse è il più importante: le immagini che finiscono sul web forse possono essere ottimizzate… sul sito, e non prima. I due sistemi che abbiamo “caldeggiato” come i migliori, secondo noi,  Kraken e ImageOptim, permettono di lavorare proprio in questo senso, come plugin di WordPress, e sono davvero una soluzione perfetta per chi prevede che il lavoro di ottimizzazione sia da prevedere in chiave “pubblicazione web”, per il proprio sito o, ancor meglio, per quello di propri clienti. In pratica, si caricheranno le immagini direttamente come risorse su WordPress e si dirà ai sistemi (Kraken e ImageOptim) di lavorare in fase di ottimizzazione. Per entrambe le soluzioni è previsto un costo, non del plugin ma del servizio: analogo per Kraken (che è già una soluzione web che ha il suo costo come abbiamo spiegato), sia per ImageOptim che come detto è gratis come software da scaricare (solo Mac), ma che prevede dei costi per consentire questa azione lato server (serve una chiave API). Il costo in questo caso parte da 9 dollari al mese (1000 immagini). Qualcuno potrà storcere il naso, i furbi diranno: ma io tanto posso usare lo stesso motore gratis, scaricando il software… ed è vero, la differenza è che stiamo occupando nostro tempo e la nostra macchina; se le immagini sono poche va benissimo, ma se fossero tante, conviene fare delle valutazioni.

Qui sotto, i link per scaricare e per avere più informazioni sui plug in citati:

Kraken.io Image Optimizer — WordPress Plugins

Winsite Image Optimizer — WordPress Plugins

In conclusione…

Abbiamo fatto un breve percorso sulla tematica della compressione, abbiamo detto che è importante ampliare la competenza in questa disciplina che deve diventare una priorità assoluta. Qualità di immagine, immagini grandi, che pesano poco. Ed è  importante non solo sul “web”, ma in tutti i campi come la creazione di App (o la fornitura di immagini per questo settore), pubblicazioni e riviste digitali, e ovunque ci sia una fruizione digitale, sia come supporto (schermi), sia come veicolazione / trasmissione. Proseguiremo questo percorso, perché come già avrete intuito, il discorso non si chiude certo qua…

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