Immagini immersive: come farle, cosa proporre?

Immagini immersive: come farle, cosa proporre?

La tecnologia sta facendo passi in avanti nella creazione di esperienze immersive. Non sono nuovissime, beninteso, ma stanno diventando proprio in questo periodo una presenza sempre più evidente. Il nostro “reparto di ricerca” è da molto tempo impegnato per disegnare questa nuova avventura per l’immagine e per la comunicazione, e alcune di queste tecnologie e idee le stiamo materializzando nel prossimo numero di JPM8 – nostra piattaforma di ricerca per eccellenza – oltre che nello sviluppo di alcune tesi che stiamo seguendo come relatori, e che portano queste innovazioni all’interno di progetti concreti e molto evoluti, dove passione e quella meravigliosa dose di coraggio tipico dei giovani che hanno voglia di “cambiare il mondo” vengono indirizzati da un approccio e un orientamento formativo.

Ci sono però tasselli che sono ormai “quasi” alla portata di tutti, e questo articolo forse può essere di orientamento e di inizio di un percorso utile a coloro che stanno cercando stare che hanno questo tipo di sapore.

Partiamo dal concetto di immersione digitale. Ci sono tante esperienze in merito, ma la chiave ha a che fare con i metodi di interazione, che cercano nelle trasposizione virtuale quello che viviamo nella vita “reale”. Forse l’innovazione più chiacchierata è quella di quello che viene chiamato “Force Touch”, introdotta da Apple in occasione del lancio di Watch, poi trasferita molto velocemente sulle trackpad degli ultimi portatili Macbook e la nuova versione di MacBook Pro 15, presentata pochi giorni fa. Questa tecnologia è sulla rampa di lancio dei prossimi iPhone, iPad e ovviamente all’allargamento al sistema operativo iOS (su MacOSX è già supportata, proprio per gestire le nuove trackpad), e consente di creare un’interazione tutta nuova dal punto di vista del “touch” e delle gestures. In pratica, si può gestire diversi livelli di pressione, e di avere un feedback, sotto forma di vibrazioni, che possono simulare vari materiali… come toccare il legno o altre superfici. Per ora ci sono solo piccoli esempi delle potenzialità, ma con l’allargamento nell’uso delle API specifiche da parte degli sviluppatori, siamo sicuri che sarà possibile vedere presto esempi incredibili… questa è la potenzialità creativa che viene offerta quando centinaia di migliaia di sviluppatori lavorano attorno agli strumenti di base… fanno velocemente progredire. Cosa se ne faranno i produttori di immagini, gli stessi fotografi? Diavolo, ci vengono in mente migliaia di idee che possono rivoluzionare il concetto stesso di fotografia… a voi no? Immagini realmente da toccare, che trasmettono sensazioni tattili, e non solo permettono di gestirne il movimento. Diamoci da fare, il tempo necessario per sviluppare i progetti e le idee ci porterà al momento in cui la tecnologia sarà del tutto matura.

Altro settore in crescita esponenziale è quello dei video interattivi: esempi ce ne sono parecchi in giro, e sono un successo perché integrano tutto il potere coinvolgente dell’immagine in movimento, ma generando occasioni di interazione: si creano storie che si compongono in funzione delle aspettative e dei desideri degli utenti, o si possono creare link, azioni e possibilità di personalizzare l’esperienza. Questa tecnologia la stiamo adottando in diversi progetti e stiamo già facendo un corso dedicato che insegna come poterli fare (info qui). Il lato interessante di questa “strada” è che può essere sviluppata sia in ambito “APP” che in quello “WEB”, quindi le potenzialità di “vendita” di simili progetti è molto ampio.

Inutile dire, però, che tutti gli occhi sono rivolti a quella che è la realtà virtuale, che gira attorno alla tecnologia Oculus. Questa piattaforma è nella sua fase 2, ovvero quella che vuole uscire dalla sperimentazione “per addetti” per arrivare al grande mercato degli utenti. Per ora ci sono dichiarazioni di intenti e molti rumours… come per esempio i tecnici di Oculus sembrerebbero per ora aver bocciato i Mac, dichiarando che le schede grafiche sui portatili della Mela non sono abbastanza performanti per poter gestire un flusso di dati simile, e proprio per questo hanno previsto per ora solo la disponibilità per Windows e anche un “pacchetto” dal costo – si dice – attorno ai 1500 dollari che comprenderà non solo il visore da indossare, ma anche un computer adeguato a vivere questa esperienza nel modo migliore. Altre voci di corridoio dicono che il lavoro di Oculus e della sua nuova versione “per tutti” vuole avere al centro non tanto la tecnologia in quanto tale, ma l’applicazione “social”: immagini, scene immersive, esperienze di nuova concezione, ma da condividere, e questo appare ovvio visto che questa azienda è stata acquisita da Facebook. E se poi volete qualcosa di più semplice, e anche alla portata di tutti, forse potrebbe interessarvi dare un’occhiata al progetto CardBoard… fatto in cartoncino da costruire (è un progetto di Google, le specifiche sono usabili anche da altri), lo potete acquistare a pochi euro qui (questo è uno dei modelli migliori che si trovano su Amazon Italia, già dotato di chip NFC per gli smartphone che sono dotati – e possono usare per questa funzione: per esempio l’iPhone ne è dotato ma non è usabile per applicazioni esterne a quelle nate per Apple Pay) di questa tecnologia.

C’è altro, molto altro… Google sta spingendo la sua tecnologia Spotlight Stories, per la creazione di vere e proprie storie immersive e interattive, da “vivere” con la specifica app (al momento disponibile solo per i device Android di ultima generazione) e che proprio qualche giorno fa ha mostrato la sua prima “esperienza” con veri attori, dopo i primi progetti basati solo su animazioni: è stato girato dal regista Justin Lin, quello di Fast & Furious. Qui trovate un video amatoriale che lo mostra “live” su uno smartphone.

O, ancora, un’app che si chiama Fyuse che consente di realizzare fotografie “spaziali”, non intese come relative alle stelle. Guardate il video qui sotto:

O, ancora, mille altre che per motivi di spazio non riusciamo a trattare in un solo articolo; sappiate che ci possono essere però tematiche molto fotografiche come la tecnologia Lytro, oppure nuove idee sul concetto di narrazione che uniscono i dati di geolocalizzazione e del tempo trascorso a supporto di percorsi che non si limitano a descrivere un viaggio (per fare un esempio semplice) solo con contenuti visuali e testuali, come si può vedere nel video qui sotto:

Introducing Timescape from Timescape on Vimeo.

Come entrare in questi business? Prima di tutto, come sempre, aprendo la mente e la visione creativa (e di business) verso il futuro. Quando e se vi troverete di fronte a qualche innovazione, non bloccate il germogliare delle possibili idee “bollandole” semplicemente come “stupide”, “inutili”, “folli”… cercate di capire se e come potrebbero essere utili, per chi, come potrebbero essere importanti per dei vostri clienti (o per dei futuri clienti). Poi c’è l’approfondimento: vedere quello che si sta facendo, quello che si sta cercando di sviluppare, e anche sul come si possono superare delle limitazioni che sembrano insormontabili. Pensate che proprio qualche giorno fa siamo riusciti a fare un progetto di video interattivo con un software, ed è un effetto che lo sviluppatore di questo software, quando lo avevo contattato per chiedergli se era possibile risolvere con il suo applicativo questa mia esigenza mi aveva risposto che no… non si poteva fare… lui che il software lo ha scritto, ha detto di no… eppure era ed è possibile ;-) Quello che ci piace dire – lo diciamo spesso – è che se siamo in grado di sognare qualcosa, siamo anche già in grado di poterlo realizzare… Certo, potrebbe essere non semplice, ma non impossibile!

 

Immagine in evidenza: Death to the stock photo

Comments (2)
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  • Paola Mortara
    Mag 31st, 2015
    Paola Mortara says:

    Questo appuntamento domenicale mi apre sempre interessanti finestre sul futuro, ispira idee che si possono applicare anche fuori dal campo strettamente fotografico x creare emozioni e esperienze con le immagini e soprattutto con la creatività. La stampa digitale wide format, di cui mi occupo, può trarre enorme vantaggio da queste nuove tendenze, accoglierle e sfruttarne le potenzialità è una sfida avvincente, sicuramente da portare avanti. Grazie per condividere sempre i nuovi trend in modo fruibile e interessante!

    1. Luca Pianigiani Author
      Mag 31st, 2015
      Luca Pianigiani says:

      Grazie a te, Paola, per avere voglia di seguirci:-) si, sai bene che condivido molto le possibili applicazioni integrate tra Wide format printing e virtualizzazione interattiva dei messaggi. Credo che ci saranno molte occasioni di condividere idee e progetti :-)

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