Fotografi come Highlander: ecco gli unici due che rimarranno!

Fotografi come Highlander: ecco gli unici due che rimarranno!

Fotografo_Highlander

I fotografi hanno un destino leggermente migliore rispetto ad Highlander: non ne rimarrà “uno solo”, ma ne rimarranno due. L’ottimismo, però, finisce qui, perché solo uno potrà sopravvivere alla rivoluzione degli ultimi dieci anni (il secondo… farà foto per piacere, e si riunirà ad altri circa 7 miliardi di persone che faranno altrettanto, gratis). Ovviamente non si sta parlando di “singoli”, ma di categorie, ma per entrare nella giusta categoria sarà richiesta una competenza e una qualità che è ben superiore a quella che finora ha permesso a tanti di “vivacchiare” di fotografia.

Qualche giorno fa, Nikon ha annullato un’intero progetto di fotocamere, la serie DL, compatte di alta qualità, annunciate parecchi mesi fa e previste in uscita a giugno del 2016 che ovviamente puntavano ad un mercato che è quello della nicchia al momento dominata (o forse bisognerebbe dire “esclusiva”) dalla Sony RX100. Nell’analizzare i dati di un periodo molto difficile, il management di Nikon ha dichiarato quello che appare come la più sensata delle scelte: concentrare gli sforzi sulle fotocamere di fascia alta. Questo non è, crediamo, una presa di posizione per Nikon, ma anche in questo caso ci saranno solo due soluzioni, per tutta l’industria fotografica: lavorare sulla fascia molto alta (dove per “alta” si intende di redditività, non necessariamente di costo di prodotto, anche se quasi sempre le due cose seguono la stessa strada). Oggi, chi produce fotocamere di fascia media, semplicemente, cesserà di produrle, non ci sono alternative: le presentazioni del medio formato di Fujifilm sono un altro segnale, così come il posizionamento degli snob-brand quali Leica e Hasselblad (mai si è parlato così tanto di questi marchi). Perché non dovrebbe essere così anche per i fotografi? Ma come si fa a garantirsi un posto nell’Olimpo della fotografia (quello che garantisce di mantenere una posizione nel mercato)? Abbiamo fatto una lista che ci auguriamo possa essere utile:

1) Cultura

Se facessimo uno di quei post acchiappa click (che non ci intessa fare), potremmo intitolare: “I 10 segreti per essere un grande fotografo” e inserire ad ogni punto la parola CULTURA (quindi: 1) cultura, 2) cultura, 3) cultura…). Per “cultura” però intendiamo, in questo solo punto che la tratta, non qualcosa di snob, la cultura non è snob (e sono davvero noiosi e presuntuosi coloro che la fanno pesare, di solito sono quelli – come coloro che si sono arricchiti – che hanno accumulato valori solo per sbatterli in faccia alle persone). Cultura vuol dire avere passione per un valore immenso, che si vuole raccogliere, per crescere, capire, uscire dall’ovvio. E poi, volerlo condividere con gli altri. C’è così poca cultura in giro, non solo di tipo visuale, ma su tutto, e poi se non si è allenati a percepire il valore culturale che sta tutto attorno a noi, non ci si accorge di quello che sta nascendo, che si sta propagando. Magari in qualche momento della vita si ha il “tempo” per la cultura, ma se poi non si alimenta tutti i giorni, si finisce col pensare che “cultura” sia solo quella che abbiamo studiato a quell’epoca, e poi tutto è diventato “volgare”. Se non si fa un vero sforzo per far entrare, ogni giorno, la cultura in noi, saremo aridi, e quello che produrremo sarà sterile.

2) Condivisione

Non si parla di “social network”, ma di voglia di trasmettere quello che sentiamo, che vogliamo raccontare. Se il messaggio non arriva, se non porta a riflettere, se non fa capire… allora non serve. La missione di un comunicatore non è quella di “trasmettere” un messaggio, ma fare in modo che possa essere ricevuto (e compreso). Se non siamo in grado di fare questo, allora meglio mettersi davanti allo specchio e parlare solo con noi stessi (e, ovviamente, fate spesso un movimento con il viso, come per approvare totalmente quello che vi state dicendo…)

3) Storytelling, smettetela di fare i fighi…

Non vi siete accorti che ormai è una parola che usano solo i venditori di fumo? I markettari che non sanno fare nulla e cercano di vivere spiegando quello che non hanno capito nemmeno loro? Se volete dire che “voi sì che raccontate una storia, non fate solo fotografie”, allora fatelo nella pratica. Ne avevamo parlato qui (forse vi sarà utile rileggere o scoprire questo articolo se ve lo siete persi), ma ribadiamo il concetto: le storie non hanno bisogno di essere dichiarate tali, non hanno bisogno di slogan, sono storie. E le storie hanno un percorso ben definito dalla struttura narrativa:

Inizio

Tensione

Climax

Finale

Dove sono questi punti, nel vostro “storytelling”? Dove appare il momento della “crisi”, come sale la tensione, come si porta il fruitore verso un percorso incalzante? come fate a mantenere l’attenzione, a tenerli “incollati” alla narrazione?

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Queste sono tecniche, che si imparano. Per esempio, non si può diventare narratori efficaci senza studiare, iniziate con un libro come questo Storia e discorso. La struttura narrativa nel romanzo e nel film – Seymour Chatman, poi potreste davvero studiare le strutture narrative principali della nostra cultura, i libri (potreste partire dalla struttura dei libri di Ken Follett, non necessariamente per il genere o per il tipo di storia, ma per la sua capacità di creare una struttura fatta di trame che si incrociano, che si interrompono e poi si ritrovano) e i film, cercando di distillarne i singoli elementi e comprendendo come formano la struttura narrativa:

  • Inquadrature
  • Scene
  • Sequenze
  • Parti (atti)

4) Media

Le storie, i contenuti, le immagini hanno sempre più dei media che funzionano (perché seguiti dalle persone, e non ci può essere successo senza pubblico), ed altri che non funzionano. Oggi il successo è nelle strutture web definite “long form”, che permettono scrollando sui device digitali (mobile e desktop, con particolare ritorno – una controtendenza – verso gli schermi di grandi dimensioni) di proseguire in una storia fatta di parole, fotografie, video, animazioni (molte animazioni che si “muovono” con lo scroll). Ricordatevi che, in questa forma di narrazione, il punto fondamentale dell’attenzione è la riga che separa, in basso, lo schermo dalla “cornice”, da quello che si vede e quello che “si potrebbe vedere” se si decide di scrollare. Lo scroll non è un video che impone ritmi, ma permette all’utente di proseguire o no, di andare veloce o lento… Vince chi riesce a portare ad andare “avanti”…

Esempi da analizzare (sono tutte e tre elementi di narrazione storica, con immagini e testi)

Warsaw Rising

Fornasetti | Storia – L’Alba dei Sogni

Cocainenomics

Altro media che funziona è quello che si basa sui contenuti di qualità, stampati con cura e su carte raffinate. Se non ci sono risorse per fare qualcosa di eccellente, evitate di farlo, sul serio… sarà comunque troppo costoso per il risultato (scarso) che si otterrà. Ricordatevi però che la qualità del prodotto (stampa, carta) non è sufficiente… servono contenuti, storie, emozioni… che – lo ripeteremo fino alla fine – devono emozionare i vostri clienti/utenti e non voi (e non sono basati sui milioni di pixel).

 

5) Costi e conclusioni

Purtroppo, come abbiamo detto, le attrezzature per fare fotografia professionale saranno sempre più una questione di nicchia, le “grandi fotocamere” costeranno sempre di più. Non stiamo dicendo che non sia e non sarà possibile fare ottime fotografie con qualsiasi fotocamera (anzi, sarà sempre più così, e lo è già oggi), ma se ci posizioneremo al massimo livello probabilmente avremo il desiderio e l’esigenza di marketing di avere in mano attrezzature di altissimo livello, per differenziarsi e per guadagnare quella percentuale di qualità esclusiva. Questo significa solo una cosa: che se vogliamo sopravvivere, in questo mercato, dovremo sottostare a dei costi più elevati di quelli che cerchiamo di comprimere. La “fotocamera” è come la “spada” dell’Highlander che deve sopravvivere, di sicuro quello che vince su tutti non ha un’arma comprata in un outlet a basso costo, non è fatta di plastica e non è l’imitazione di quella dei Samurai. Ma non si tratterà solo di footcamera… il fotografo-Highlander avrà bisogno di luce, di uno studio, di computer potenti e software spettacolari, potrebbe avere l’esigenza di usare materiali per trattare le sue immagini davvero esclusivi. Avrà investito una parte significativa in studio, viaggi, lettura…

Tutto questo porta a dire che il mestiere della fotografia è difficile. Per pochi, per quelli bravi. E per chi sarà non solo capace di fare bene tutto questo, ma che avrà la capacità di vendere tutto questo, di promuoversi, di usare gli strumenti di amplificazione che oggi il digitale e Internet ci consente. E tutto questo va fatto subito…

 


Jumper da anni crede in questa evoluzione, per allontanare i fotografi professionisti dai rischi che abbiamo annunciato e segnalato ben prima che diventassero evidenti a tutti. Abbiamo diversi corsi (anche in video, quindi potete studiare direttamente da casa, comodamente) sulla comunicazione interattiva, sul “Marketing per fotografi” e in generale sugli strumenti di innovazione. Se siete interessati mandateci una mail: corsi@jumper.it, non è ancora troppo tardi per reagire nel modo migliore ;)


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